La situazione in Siria rischia, se è ancora possibile, di peggiorare.
Una delle organizzazioni di opposizione al regime di Assad, il
Consiglio Nazionale Siriano, ha diffuso il 7 marzo 2012 una nota nella
quale denuncia che almeno 42 carri armati dei lealisti si starebbero
dirigendo verso la provincia di Idlib, nel nord della Siria, dove è
prevista una nuova offensiva dell’esercito contro i ribelli.
Secondo
l’Osservatorio siriano per i diritti umani, altra organizzazione che
chiede la cacciata di Assad, in un anno di combattimenti sarebbero
almeno 8.500 le vittime – in maggioranza civili – degli scontri tra i
ribelli e i lealisti. Secondo il capo Osservatorio, Rami Abdel Rahman,
le vittime sono 6.195 civili e 2.263 membri delle forze di sicurezza,
tra cui 428 soldati disertori.
Cifre spaventose, impossibili da
verificare. Come tutto, in questa guerra. L’ultimo giallo è quello del
cadavere sotto mentite spoglie. L’esercito siriano, fedele ad Assad, ha
fatto sapere il 7 marzo di aver rinvenuto a Homs, nel quartiere di Bab
Amro, il più colpito dall’assedio delle forze lealiste, il cadavere di
un uomo proveniente dall’Europa che combatteva con i ribelli. ”Il
cadavere dell’uomo trovato in città con i documenti del giornalista
spagnolo Javier Espinosa, che li aveva persi mentre fuggiva in Libano, è
in realtà quello di un combattente europeo unitosi ai rivoltosi”.
Il
messaggio che i governativi vogliono far passare è chiaro: i servizi
segreti dei paesi occidentali hanno infiltrato e orientato le milizie
ribelli. Tesi che, da mesi, sostengono anche i russi. Mentre il
presidente Vladimir Putin, in un’intervista alla Itar-Tass,
ribadisce che Mosca non cambierà linea rispetto alla questione siriana e
quella iraniana, negando che ad Assad sia mai stata prospettato l’asilo
politico in Russia. La Cina, per ora, lascia parlare Putin pur
condividendone la posizione e, per tutelare i suoi affari, si limita a
evacuare i suoi concittadini presenti in Siria per lavoro.
Russia Today,
mezzo di informazione nell’orbita del ministero degli Esteri di Mosca,
continua a spingere sulla tesi del complotto internazionale. Dopo aver
scritto della presenza di militari e addestratori del Qatar e della Gran
Bretagna, in un articolo pubblicato oggi parla di uomini della Cia, del Mossad e di contractors della BlackWater in Siria.
Russia Today cita WikiLeaks, che pubblica una e-mail confidenziale
inviata da un analista che lavora presso la base dell’intelligence
statunitense a Stratfor nella quale afferma di aver partecipato a un
vertice al Pentagono a dicembre insieme a diverse funzionari della Nato
dalla Francia e dalla Gran Bretagna. L’analista spiega di aver appreso,
in quella occasione, che truppe guidate dalla Nato e dagli Usa sono già
in Siria ad addestrare bande armate contro il regime. ”Squadre dei Sof
(le forze per le operazioni speciali, ndr) provenienti
presumibilmente da Usa, Gran Bretagna, Francia, Giordania e Turchia,
sono già sul terreno, con missioni di ricognizione e di addestramento
delle forze di opposizione”, scrive l’analista di Stratfor nella mail.
Il testo prosegue affermando che ”l’idea ipoteticamente è quella di
compiere attacchi di guerriglia e omicidi” per spodestare il governo
siriano.
Allo stesso tempo, le diplomazie occidentali sono sempre
più ostili ad Assad, che perde anche il vice ministro del Petrolio
passato tra le file dei ribelli. Il 7 marzo è stata chiusa
definitivamente l’ambasciata spagnola a Damasco, e l’Air France
ha comunicato di aver sospeso tutti i voli verso la Siria. Indignazione
della quale non c’è traccia nei confronti del Bahrein che per
l’ennesima volta ha rallentato i lavori della commissione d’inchiesta
sulla repressione dei moti sciiti dello scorso anno, mentre nelle
stesse ore il parlamento di Manama riconosceva l’opposizione siriana
come legittimo rappresentante del popolo. Perché è sempre nel nome di
quest’ultimo che si intorbidano le acque.
Fonte.
Il cammino della Siria sì avvicina sempre più pericolosamente a quello imposto meno di un anno fa alla Libia.
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