Le Vittime. Jonathan Sandler 30 anni, il padre,
Gabriel Sandler 4 anni, Arieh Sandler 5 anni, i figli, e Myriam
Monsonego 7 anni inseguita fin nel cortile, uccise il 19 marzo alla
scuola ebraica Ozar – Hatorah, e un giovane di 17 anni grave
all’ospedale. Abdel Chennouf 25 anni, Mohamed Legouad 24 anni soldati
uccisi a Montauban il 15 marzo. Imad Ibn Ziaten 30 anni, soldato ucciso a
Tolosa l’11 marzo. Un altro soldato sta tra la vita e la morte in
ospedale. Tre bambini e un professore sepolti stamane in Israele,
avevano infatti la doppia nazionalità, tre soldati alle cui esequie
nella caserma di Montauban è intervenuto il Presidente Sarkozy
palesemente emozionato, nel cortile ventoso tanto che i fogli del
discorso presidenziale sono volati via e un tendone stava anch’esso
involandosi. Col Presidente al secondo rango cinque candidati
presidenziali a dare il senso dell’unità nazionale su cui da giorni
Sarkozy martella. Gli omicidi sono stati efferati, con colpi sparati a
bruciapelo e l’intera comunità francese è traversata da domande, dubbi,
insicurezze, paure.
La Polizia e l’Assassino (presunto). Alle
tre di notte gli uomini del RAID, l’equivalente dei nostri NOCS,
arrivano nel quartiere Cote Pavée di Tolosa e attaccano l’appartamento
dove abita Mohammed Mareh, 23 anni, francese, che reagisce sparando e
ferendo tre agenti, uno al ginocchio, uno alla spalla e il terzo pare
alla testa per fortuna protetta dal casco anti proiettile (altre fonti
parlano di un colpo al petto anch’esso protetto dal giubbotto anti
proiettile). Comincia così una dinamica dove si alternano improvvisi
scontri a fuoco con lunghe trattative. Mareh chiede una linea di
comunicazione e in cambio lancia dalla finestra una Colt calibro 45. A
un certo punto la palazzina viene evacuata e gli abitanti portati via in
bus. Intanto il Ministro degli Interni racconta come lo hanno trovato, e
cosa Mareh sta dicendo, ovvero di essere un militante di Al Queida, di
avere ucciso i soldati per protestare contro l’impiego dell’esercito in
Afganistan e i bambini ebrei per vendicare i bambini palestinesi uccisi
dall’esercito israeliano. Afganistan (e Pakistan) dove Mareh sarebbe
stato due volte. Insomma, stando alle parole della autorità francesi,
siamo di fronte a un giovane che si presenta come un mujhaidin, un
soldato della guerra santa contro l’occidente e lo stato ebraico. Sempre
secondo il Ministro, e il Procuratore antiterrorismo di Parigi, la DRSI
(il Servizio di Sicurezza Interna) da tempo teneva sotto osservazione
il giovane Mareh per la sua proclamata fede salafista, una versione
particolarmente virulenta dell’Islam fondamentalista. Con una domanda
che viene spontanea: ma se era sotto sorveglianza come ha potuto
procurarsi le armi, progettare e mettere in opera una serie di omicidi
così impressionante. Col che per ora sembra avere agito da solo, anche
se la sua fidanzata, i fratelli e la madre sono in stato di fermo.
Infine all’una di questa notte, cioè un paio d’ore prima dell’intervento
poliziesco, Mareh telefona a France 24 e parla con la caporedattrice
rivendicando gli omicidi, con particolari come il numero di pallottole e
altri che ne attestano la veridicità, e le motivazioni. Infine sempre
il Ministro degli Interni aveva detto che la resa sarebbe arrivata nel
primo pomeriggio, mentre adesso (ore 19) pare riportata alla sera. Su un
punto insistono tutti gli inquirenti e le autorità di governo, deve
essere arrestato vivo, per ragioni di giustizia, ma anche perché Sarkozy
non vuole che il suo ruolo e figura di Presidente, particolarmente
rilevante in questa occasione, venga in piena campagna elettorale
macchiata da una soluzione non limpida come sarebbe la morte del
giovane, che potrebbe così apparire a pieno titolo come “un guerriero
della Jihad, una morte che correrebbe il rischio di apparire comunque
non limpida. Per il resto l’intera Francia segue in diretta le
trasmissioni radio e TV che da stamane proseguono senza interruzione, e
dove si accavallano ipotesi, dubbi, profili psicologici, interviste al
suo avvocato, non molto tempo fa era stato condannato per guida senza
patente, e quant’altro.
Le Religioni. Stamane i
responsabili della comunità ebraica e mussulmana hanno incontrato il
Presidente. Un incontro importante per evitare che gli omicidi
rivendicati da un giovane di fede mussulmana salafista (a quel che pare)
diventassero la scintilla per una guerra di religione. All’uscita, nel
cortile dell’Eliseo, tutti hanno invitato fortemente a non fare
confusione tra atti criminali, e le fedi diverse. Gilles Bernehim, gran
Rabbino di Francia, che già poco tempo fa aveva detto che “i valori
dell’ebraismo sono incompatibili con quelli del Fronte Nazionale”-
l’estrema destra fascista e razzista – ha ribadito che le religioni
ebraica e mussulmana sono sorelle, con lui il Presidente del CRIF,
l’associazione delle comunità ebraiche di Francia, Richard Prasquier.
Ancor più significative sono state le parole durissime del Rettore della
Moschea Grande di Parigi Dalil Boubakeur che, in sintonia con il
presidente delle Comunità Mussulmane Mohammed Moussoui, ha dichiarato
che chi rivendica nel nome di Allah degli omicidi, offende la civiltà e
la religione islamica e che nessuna mescolanza e/o continuità può
esserci tra chi pratica il terrorismo e l’omicidio di bambini, con i
fedeli mussulmani. Da giorni i responsabili mussulmani e ebrei ripetono a
voce sempre più alta e con appelli sempre più insistenti, che nessuna
guerra di religione è in vista nella società francese, il che è però un
sintomo delle tensioni che si agitano nei due campi, dei rischi che
corre la convivenza civile.
Le elezioni. La
campagna è stata sospesa, ufficialmente. Ma inevitabilmente i fatti di
Tolosa hanno un peso politico consistente, e in parte sono destinati a
cambiare le dinamiche. Stamane la prima a scatenarsi è stata Marine Le
Pen. Passata la paura che gli omicidi fossero di origine neonazista,
Madame Le Pen ha detto e ripetuto su ogni media che “bisogna dichiarare
guerra al fondamentalismo islamico (..) perché l’Islam radicale invade i
quartieri, eccetera”. Viceversa Francois Bayrou, candidato del centro,
ha già nei giorni scorsi detto e ribadito oggi, che ci sono parole e
rivendicazioni dell’identità francese tali da produrre fratture e
asprezze tra i cittadini delle diverse comunità, germi esplosivi nella
società francese di intolleranza, e tutti hanno pensato a Sarkozy, poi
ha anche denunciato la presenza di troppe armi che circolano abbastanza
liberamente. Mentre certamente Sarkozy riacquista in pieno il suo ruolo
presidenziale di garante dell’unità nazionale e della coesione del paese
di fronte al pericolo comune. Viceversa il Presidente candidato, che è
lecito criticare da pari a pari, sfuma, insomma ogni vis polemica è per
ora scomparsa. E bisogna aggiungere che i francesi vanno pazzi per i
Presidenti che sanno assumere in pieno la funzione regalienne, regale,
De Gaulle, Mitterand erano maestri in questo, Chirac ci provava a fasi
alterne riuscendoci, mentre fino a oggi Sarkozy aveva sempre un poco
zoppicato. Domani quando si ricomincia, vedremo come saranno i giochi e
le azioni dei candidati. Per ora ancora l’intera Francia sta col fiato
sospeso in attesa che Mohammed Merah si consegni, e che le molte domande
abbiano almeno qualche risposta. E poi bisognerà capire come i fatti di
Tolosa hanno pesato sull’intera società, quanto hanno inciso nella
convivenza, quali fratture e ferite, al di là della retorica dell’unità
nazionale, hanno prodotto nel tessuto civile.
Fonte.
A Sarkozy è andata male l'assassino ci ha lasciato la pelle anche lui.
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