Il tetto di due euro al litro per la benzina sta per
essere raggiunto insieme al tetto di 2.000 miliardi di debito pubblico.
La sola domanda da porsi è "Quando fallirà ufficialmente l'Italia?". Nel mese di gennaio si sono visti i primi effetti della cura di Rigor Montis che sta mandando l'economia in cancrena. Il debito pubblico è cresciuto di 37,9 miliardi,
un balzo da far invidia a Tremorti. Con un andamento lineare a fine
2012 avremo 450 miliardi in più di debito. Nessuno si preoccupa di
questa montagna di nuovi titoli pubblici da emettere.
Siamo in recessione, una dura recessione,
che è solo al suo inizio. I consumi alimentari sono crollati ai livelli
del 1981, a trent'anni fa. La produzione industriale è scesa del 5% nel
mese di gennaio rispetto a un anno prima e nel 2012 è previsto un calo
dell'1.5% prudenziale del PIL, in realtà sarà almeno il 2%. La Finmeccanica
stima una perdita di due miliardi nel 2011 e la Fiat un crollo delle
vendite che la riporterà agli anni '80. Nessuno si azzarda a fare una
previsione sui nuovi disoccupati, ma una valutazione di 1,5 milioni è
realistica. Unica vittoria conclamata è lo spread sotto
i 300 punti. Lo spread, purtroppo non si mangia. L'operazione fatta per
abbassare lo spread è da perfetti magliari. La BCE ha prestato 900
miliardi alle banche al tasso dell'1% per finanziare le imprese. Lo
scopo era un altro. Evitare il collasso di Italia, Spagna e Portogallo
comprando in massa i loro titoli pubblici per scongiurare il default. Il
valore dei titoli pubblici dei Pigs detenuti dalle banche francesi e
tedesche è per ora salvo, ma non un euro è arrivato al sistema
produttivo.
Fare impresa in Italia è ormai un atto eroico come quello di Leonida alle Termopili,
lo Stato deve alle aziende 70 miliardi, basterebbero questi per far
ripartire il Paese. Invece si discute dell'articolo 18 per creare nuove
masse di schiavi sottopagati e si mandano i finanzieri nelle baite in Valtellina alla ricerca di scontrini fiscali. Il sistema sta collassando. Le elezioni si avvicinano, forse arriveranno con la vendemmia d'autunno. "Sciur padrun da li beli braghi bianchi foeri li palanchi c'anduma a cà."
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