Riportiamo qui la notizia di un rapporto del centro studi della
Confcommercio che sembra più ispirato agli scritti della sinistra
latinoamericana sul "ventennio perduto", quello delle politiche
liberiste Fmi in Sud America, che dall'appello bipartisan con il quale
si conclude.
In sintesi i ricercatori di Confcommercio sostengono:
l'Italia ha passato un decennio, forse un quindicennio, perduto e non
si intravede l'uscita dal tunnel. Si parlano infatti del calo
tendenziale del pil, del crollo dei consumi, e delle ulteriori
difficoltà che il fiscal compact (patto fiscale europeo) e l'aumento
dell'Iva posso portare al tenore di vita in questo paese.
Non
spetta certo alla Confcommercio rimettere in discussione il concetto di
Pil e quello di consumi. Ma i ricercatori del centro studi Mariano
Bella confermano con la statistica, meglio di tante analisi verbose a
sinistra, quello che si capisce da tanti dati empirici. Il neoliberismo
in Italia si sviluppa proprio a detrimento del tenore di vita della
popolazione. In questo senso il tentativo di smantellamento
dell'articolo 18 andrebbe, con i suoi effetti concreti sui
licenziamenti, a sovrapporsi ad una dinamica di impoverimento generale
già marcata e individuata dalle statistiche. Strana storia quella delle
leggi Fornero sull'articolo 18: ha spaccato governo, confindustria,
sindacati, centrodestra e centrosinistra. Ma non i media che si sono
dimostrati i veri king maker, oltre a Monti e Napolitano, di questo
pacchetto di legge.
Ora il contesto è però chiaro: l'eventuale
smantellamento dell'articolo 18 sarebbe l'ennesima tappa di un
decennio, o quindicennio, perduto.
E' quindi una concezione
dell'economia, nello specifico quella che si basa sulla
ristrutturazione dell'offerta abbassando il costo del lavoro (Fornero) e
sulla concentrazione di capitale (Monti), che mostra tutto il suo
logoramento proprio nel momento in cui cerca definitivamente di
governare il paese.
Si tratta quindi di dimostrare che c'è vita
oltre la ristrutturazione dell'articolo 18. Perchè nella
ristrutturazione dell'articolo 18 vita non c'è.
(red) 25 marzo 2012
la fonte
Cernobbio (Como), 23 mar. (Adnkronos/Ign) - "Il salto indietro
dell'Italia appare sempre più ampio: i consumi sono ai livelli del 1998,
il Pil ai livelli del '99. Non è più un decennio perso, ci avviciniamo
al quindicennio". E' quanto afferma l'Ufficio Studi della
Confcommercio.
Nel rapporto sulle 'Prospettive economiche
dell'Italia nel breve-medio termine', a cura del direttore dell'Ufficio
Studi dell'associazione, Mariano Bella, presentato al via della due
giorni organizzata a Cernobbio, si legge che sono "urgenti azioni di
contenimento della spesa pubblica nell'ambito della spending review e
dell'esercizio della delega fiscale per il riordino delle agevolazioni,
per sostituire all'aumento dell'Iva qualche più salutare correttivo
che non abbia effetti così gravemente recessivi".
Secondo la
Confcommercio "in assenza di manovre Iva nel 2011 avremmo osservato un
incremento della spesa reale delle famiglie residenti pari allo 0,4%,
invece del dato di consuntivo pari a 0,2. Per il 2012 la previsione
sarebbe stata di -2,1%, invece dell'attuale -2,7%. Per il 2013 e 2014
avremmo previsto +0,1% e +0,7%, invece di -0,8% e +0,6%. Il 2013 è
l'anno più colpito dalle manovre Iva, perché si cumulano gli effetti
tanto dell'incremento del 2011 quanto, soprattutto, il pieno
dispiegarsi delle conseguenze dell'incremento di ottobre 2012".
Nello studio si afferma poi che senza crescita economica, per l'Italia
il "prezzo" del fiscal compact, il trattato intergovernativo firmato da
25 Paesi dell'Ue (restano fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca) che
dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2013, previa ratifica da parte di
12 paesi dell'Eurozona, "sarà elevatissimo, forse insopportabile". Il
trattato, è il monito, "è perfettamente compatibile con un progressivo
impoverimento dei cittadini italiani".
In Europa, si rileva
ancora, la pressione fiscale "è oggi mediamente inferiore al valore
della fine degli anni '90. In Italia è superiore e si appresta a
raggiungere, quest'anno, i massimi di sempre". Eliminando dal Pil la
quota derivante dall'economia sommersa, "la pressione fiscale legale,
cioè quella gravante sui contribuenti in regola, raggiunge per l'Italia
il 55%, portando il Paese al numero uno della classifica europea, e
quindi mondiale".
Nel rapporto il direttore Mariano Bella
sottolinea inoltre che in Italia "il tasso di investimento per unità di
lavoro a tempo pieno è fortemente decrescente, almeno a partire dai
primi anni 2000. Questo compromette le possibilità future di crescita".
Per la Confcommercio "è necessario invertire tale tendenza e
incrementare i livelli di investimento assoluti e per unità di lavoro.
Sull'articolo 18 è intervenuto il presidente di Confcommercio, Carlo
Sangalli. ''Riteniamo che si sia giunti ad una soluzione equilibrata''
ha affermato. ''Noi riteniamo - ha sottolineato in particolare - una
equilibrata soluzione quella che fa maggiormente leva sugli indennizzi
economici. Certo, come ha ricordato il presidente Monti, bisogna
combattere e contrastare gli abusi e tutto ciò che va in questa
direzione è auspicabile''. "Condividiamo l'impianto della proposta di
riforma" del mercato del lavoro, ha poi aggiunto, evidenziando che tale
impianto è "maturato sulla base di un confronto reale che, tra l'altro,
ha visto riconosciute alcune nostre esigenze, come quella di non
penalizzare i contratti stagionali e sostitutivi, e di controllare il
costo del lavoro soprattutto per i piccoli".
Quanto alla
situazione del Paese, "il piacevole declino dello spread certamente ci
fa dire che il governo ha imboccato la strada del Salva Italia, ma non
si vede ancora la luce alla fine del tunnel. Ecco perché io dico -
insiste Sangalli - facciamo in modo di rilanciare la domanda interna,
facciamo in modo di rilanciare i consumi, ecco perché diciamo che
bisogna evitare l'aumento dell'Iva, perché esso va totalmente in una
direzione contraria". Una "mina" l'aumento dell'Iva "che va
disinnescata".
Va inoltre ''urgentemente messo in campo anche un
robusto economic compact, cioè un robusto pacchetto di riforme e di
scelte per la crescita" e "bisogna fare di tutto affinché la liquidità
messa a disposizione dalla Banca centrale europea venga impiegata non
sono per acquistare titoli di stato ma anche per finanziare famiglie e
imprese".
Il presidente di Confcommercio lancia poi un appello
per la "tolleranza zero" nella lotta all'evasione e alla elusione
fiscale. "Tolleranza zero - afferma - perché chi evade e chi elude mina
le fondamenta del patto di cittadinanza e agisce contro la crescita e
lo sviluppo del paese". "Zero - aggiunge - e a 360 gradi, perché, nel
2012, oltre 280 mld di base imponibile evasa confermano che evasione ed
elusione sono patologie che tagliano trasversalmente tutta l'economia e
la società italiana".
Quindi l'invito alla politica perché
"colga l'opportunità del passaggio di una fase del governo Monti per
porre le fondamenta di una nuova stagione della Repubblica". E lo
faccia, spiega, "attraverso scelte di riforma istituzionale e i riforma
elettorale, che consentano di archiviare definitivamente tanto la
stagione sterile del bipolarismo muscolare quanto il virus
dell'antipolitica".
Fonte.
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