L'abolizione, o la "ristrutturazione", dell'articolo 18 renderà
più facili i licenziamenti. Se ne discute con così tanto ardore che
sembra che il destino del Paese dipenda da quell'articolo. La ripresa,
l'uscita dalla crisi, il rilancio dei consumi, l'innovazione, il ritorno
di Pippo Baudo in prima serata e la benzina a un euro. E poi,
licenziare chi? Il lavoratore dipendente è diventato raro come il Panda
gigante. L'Italia sta diventando un popolo di disoccupati, emigranti e
precari. E' un paradosso che in un momento di mancanza di lavoro ci si
scanni al calor bianco sui licenziamenti facili. Il costo del lavoro in
Italia è tra i più alti del mondo e lo stipendio in busta paga tra i più
bassi dell'Occidente. Invece di discutere, ad esempio, sulla
defiscalizzazione degli utili se reinvestiti in azienda, sulla riduzione
del peso fiscale sul lavoro e sull'abolizione dell'IRAP, si pensa a licenziare. E' il mondo all'incontrario.
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