C'è nell'aria un sentimento nuovo.
Quello di mollare tutto e inseguire nei
prati le prime farfalle gialle di primavera
con lo sguardo che è dei santi e dei
pazzi. Il punto di rottura è stato superato,
quel punto imprevedibile in cui la fuga
dal mondo diventa lecita. Follia
necessaria. Un atto di amore verso sé
stessi per continuare a vivere. C'è chi
diventa un barbone, felice nella sua
miseria quotidiana. Chi si spara. Chi
stermina la famiglia. Chi va in Australia a
cercar fortuna. Chi brucia ogni bolletta,
avviso, tassa, multa, cartella esattoriale
in un falò in salotto e aspetta con
malcelata ansia che suoni il campanello
di casa un esattore per liberare i suoi
istinti bestiali. C'è chi ti urla per strada.
Chi ti prende a pugni per un posto in un
parcheggio per scaricare la tensione e
scaldarsi i muscoli. Ognuno è una
potenziale pallina antistress per il suo
prossimo. Da schiacciare e da stringere.
Da stritolare. Siamo una nazione nella
sua fase terminale che non vuole
ammetterlo e perciò cerca l'oblio.
Fonte.
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