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09/03/2012

Lo sciopero della FIOM

"Lo sciopero generale e la manifestazione nazionale del 9 marzo diventano un appuntamento essenziale non solo per i metalmeccanici ma per tutti coloro che credono nella democrazia, nella giustizia sociale, nella libertà”. Se non è un manifesto politico poco ci manca. La lettera (vedi sotto) con cui Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, rilancia la manifestazione del 9 marzo va oltre il tracciato strettamente sindacale e ripropone un profilo più generale del sindacato che dirige, un soggetto politico in senso lato che costituisce, probabilmente, una strada obbligata per cercare di rompere il muro eretto dalla Fiat ma anche dal governo. Non è un caso che la lettera citi in maniera esplicita il ruolo del governo, in asse con Confindustria, nella volontà di “cancellare l'articolo 18”. Dopo un primo atteggiamento “morbido” nei confronti di Monti e Fornero, la Fiom, con l'indizione dello sciopero generale, ha deciso di dare una sterzata al suo rapporto con l'esecutivo. La stessa mobilitazione, infatti, prevista originariamente di sabato è stata trasformata in uno sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma, la forma di protesta più impegnativa per qualsiasi sindacato. La Fiom ha inoltre già chiesto l'adesione a tutti i parlamentari e ha già ricevuto quella del numero 2 della Uil, Adriano Musi.
Insomma, il 9 marzo cerca di recuperare lo spirito del 16 ottobre 2010 quando la Fiom riuscì a raccogliere intorno a sé gran parte di quel variegato mondo della sinistra – partiti e partitini, centri sociali, movimento studentesco ma anche intellettuali, parlamentari e così via – privo di riferimento politico e prova a uscire dal disorientamento seguito al fallimento del 15 ottobre 2011 quando la grande manifestazione degli “indignati” fu distrutta dagli scontri di piazza. Non è un caso, ancora, se la manifestazione-sciopero generale del 9 marzo verrà seguita da una assemblea “per una piattaforma sociale” aperta ai vari movimenti che potrebbe tenersi entro il mese di marzo. E, ancora, il 9 marzo è prevista una partecipazione più che simbolica dei Notav, terreno su cui la Fiom sta intensificando gli sforzi.
Insomma, un po' come fece Cofferati nel 2002 con la Cgil – che si difese dall'attacco del governo allargando il fronte in difesa dell'articolo 18 – la Fiom ci riprova. E la piazza sarà tutta sua. Susanna Camusso, infatti, non ci sarà impegnata alla sessione Onu sullo “Stato delle donne”.

APPELLO AL MONDO DELLA CULTURA E ALLA SOCIETÀ CIVILE
Maurizio Landini

La Fiom‐Cgil ha proclamato per venerdì 9 marzo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici con una manifestazione a Roma che si concluderà in piazza San Giovanni.
La democrazia ed il lavoro sono i nodi centrali del nostro tempo in Italia e in Europa.
Perché oggi il lavoro manca, è sempre più precario, è sempre meno pagato, al punto che pur lavorando si è poveri.
Perché oggi nei luoghi di lavoro, a partire dalla Fiat, si rischia l’autoritarismo con la messa in discussione del Contratto nazionale, dei diritti individuali e collettivi.
Perché la democrazia è negata. Alle donne e agli uomini che lavorano è impedito di votare liberamente gli accordi che li riguardano e di potersi scegliere chi li rappresenta, fino alla messa al bando di un’intera organizzazione sindacale e all’esplicita discriminazione verso gli iscritti della Fiom‐Cgil.
È in questo contesto che Governo e Confindustria vogliono far passare l’idea, sbagliata e inaccettabile, che per uscire dalla crisi bisogna cancellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, dopo aver manomesso il sistema pensionistico pubblico.
All’opposto devono essere universali, e quindi estesi a tutti, la cassa integrazione quale alternativa ai licenziamenti collettivi e la tutela del reddito come diritto di cittadinanza.
In una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” quale l’Italia deve costituzionalmente essere, la libertà operaia è la libertà di tutti, la sicurezza del disoccupato ed il superamento della precarietà è la sicurezza di tutti, un’economia ambientalmente sostenibile e un piano straordinario di investimenti pubblici e privati sono le condizioni per difendere i beni comuni e costruire nuovi posti di lavoro.
Lo sciopero generale e la manifestazione nazionale del 9 marzo diventano un appuntamento essenziale non solo per i metalmeccanici ma per tutti coloro che credono nella democrazia, nella giustizia sociale, nella libertà, nell’informazione libera e in un lavoro stabile con diritti. E in questo senso sono fondamentali il diritto allo studio, l’accesso alla cultura, la valorizzazione del patrimonio artistico e delle competenze.
Nel nome della nostra Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista invitiamo ogni cittadino non solo ad aderire alla manifestazione, ma a farsi promotore e protagonista di questa giornata di mobilitazione partecipando attivamente.
Sono convinto che la nostra lotta difenda oggi gli interessi di tutto il paese mettendo al centro le lavoratrici e i lavoratori e proprio per questo sarebbe per noi importante avere la tua firma e la tua presenza in piazza San Giovanni il 9 marzo a Roma.

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