Insomma, il 9 marzo cerca di recuperare lo spirito del 16 ottobre 2010 quando la Fiom riuscì a raccogliere intorno a sé gran parte di quel variegato mondo della sinistra – partiti e partitini, centri sociali, movimento studentesco ma anche intellettuali, parlamentari e così via – privo di riferimento politico e prova a uscire dal disorientamento seguito al fallimento del 15 ottobre 2011 quando la grande manifestazione degli “indignati” fu distrutta dagli scontri di piazza. Non è un caso, ancora, se la manifestazione-sciopero generale del 9 marzo verrà seguita da una assemblea “per una piattaforma sociale” aperta ai vari movimenti che potrebbe tenersi entro il mese di marzo. E, ancora, il 9 marzo è prevista una partecipazione più che simbolica dei Notav, terreno su cui la Fiom sta intensificando gli sforzi.
Insomma, un po' come fece Cofferati nel 2002 con la Cgil – che si difese dall'attacco del governo allargando il fronte in difesa dell'articolo 18 – la Fiom ci riprova. E la piazza sarà tutta sua. Susanna Camusso, infatti, non ci sarà impegnata alla sessione Onu sullo “Stato delle donne”.
APPELLO AL MONDO DELLA CULTURA E ALLA SOCIETÀ CIVILE
Maurizio Landini
La Fiom‐Cgil ha proclamato per venerdì 9 marzo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici con una manifestazione a Roma che si concluderà in piazza San Giovanni.
La democrazia ed il lavoro sono i nodi centrali del nostro tempo in Italia e in Europa.
Perché oggi il lavoro manca, è sempre più precario, è sempre meno pagato, al punto che pur lavorando si è poveri.
Perché oggi nei luoghi di lavoro, a partire dalla Fiat, si rischia l’autoritarismo con la messa in discussione del Contratto nazionale, dei diritti individuali e collettivi.
Perché la democrazia è negata. Alle donne e agli uomini che lavorano è impedito di votare liberamente gli accordi che li riguardano e di potersi scegliere chi li rappresenta, fino alla messa al bando di un’intera organizzazione sindacale e all’esplicita discriminazione verso gli iscritti della Fiom‐Cgil.
È in questo contesto che Governo e Confindustria vogliono far passare l’idea, sbagliata e inaccettabile, che per uscire dalla crisi bisogna cancellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, dopo aver manomesso il sistema pensionistico pubblico.
All’opposto devono essere universali, e quindi estesi a tutti, la cassa integrazione quale alternativa ai licenziamenti collettivi e la tutela del reddito come diritto di cittadinanza.
In una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” quale l’Italia deve costituzionalmente essere, la libertà operaia è la libertà di tutti, la sicurezza del disoccupato ed il superamento della precarietà è la sicurezza di tutti, un’economia ambientalmente sostenibile e un piano straordinario di investimenti pubblici e privati sono le condizioni per difendere i beni comuni e costruire nuovi posti di lavoro.
Lo sciopero generale e la manifestazione nazionale del 9 marzo diventano un appuntamento essenziale non solo per i metalmeccanici ma per tutti coloro che credono nella democrazia, nella giustizia sociale, nella libertà, nell’informazione libera e in un lavoro stabile con diritti. E in questo senso sono fondamentali il diritto allo studio, l’accesso alla cultura, la valorizzazione del patrimonio artistico e delle competenze.
Nel nome della nostra Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista invitiamo ogni cittadino non solo ad aderire alla manifestazione, ma a farsi promotore e protagonista di questa giornata di mobilitazione partecipando attivamente.
Sono convinto che la nostra lotta difenda oggi gli interessi di tutto il paese mettendo al centro le lavoratrici e i lavoratori e proprio per questo sarebbe per noi importante avere la tua firma e la tua presenza in piazza San Giovanni il 9 marzo a Roma.
Maurizio Landini
La Fiom‐Cgil ha proclamato per venerdì 9 marzo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici con una manifestazione a Roma che si concluderà in piazza San Giovanni.
La democrazia ed il lavoro sono i nodi centrali del nostro tempo in Italia e in Europa.
Perché oggi il lavoro manca, è sempre più precario, è sempre meno pagato, al punto che pur lavorando si è poveri.
Perché oggi nei luoghi di lavoro, a partire dalla Fiat, si rischia l’autoritarismo con la messa in discussione del Contratto nazionale, dei diritti individuali e collettivi.
Perché la democrazia è negata. Alle donne e agli uomini che lavorano è impedito di votare liberamente gli accordi che li riguardano e di potersi scegliere chi li rappresenta, fino alla messa al bando di un’intera organizzazione sindacale e all’esplicita discriminazione verso gli iscritti della Fiom‐Cgil.
È in questo contesto che Governo e Confindustria vogliono far passare l’idea, sbagliata e inaccettabile, che per uscire dalla crisi bisogna cancellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, dopo aver manomesso il sistema pensionistico pubblico.
All’opposto devono essere universali, e quindi estesi a tutti, la cassa integrazione quale alternativa ai licenziamenti collettivi e la tutela del reddito come diritto di cittadinanza.
In una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” quale l’Italia deve costituzionalmente essere, la libertà operaia è la libertà di tutti, la sicurezza del disoccupato ed il superamento della precarietà è la sicurezza di tutti, un’economia ambientalmente sostenibile e un piano straordinario di investimenti pubblici e privati sono le condizioni per difendere i beni comuni e costruire nuovi posti di lavoro.
Lo sciopero generale e la manifestazione nazionale del 9 marzo diventano un appuntamento essenziale non solo per i metalmeccanici ma per tutti coloro che credono nella democrazia, nella giustizia sociale, nella libertà, nell’informazione libera e in un lavoro stabile con diritti. E in questo senso sono fondamentali il diritto allo studio, l’accesso alla cultura, la valorizzazione del patrimonio artistico e delle competenze.
Nel nome della nostra Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista invitiamo ogni cittadino non solo ad aderire alla manifestazione, ma a farsi promotore e protagonista di questa giornata di mobilitazione partecipando attivamente.
Sono convinto che la nostra lotta difenda oggi gli interessi di tutto il paese mettendo al centro le lavoratrici e i lavoratori e proprio per questo sarebbe per noi importante avere la tua firma e la tua presenza in piazza San Giovanni il 9 marzo a Roma.
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