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10/03/2012

San Giovanni piazza rossa di 50mila operai

“I numeri meglio non darli contateci voi” ha esordito dal palco di piazza San Giovanni Maurizio Landini quando la coda del corteo era ancora ferma a piazza Repubblica. Erano tantissimi, centinaia di migliaia gli operai della Fiom sostenuti da altrettanti lavoratori che credono nel Cnl, nell'articolo 18, nel reddito di cittadinanza. Donne e uomini convinti che la Fiat sia terreno di sperimentazione da estendere a tutte le fabbriche del paese, rendendo i dipendenti ricattabili, azzerandone i diritti, mantenendoli sulla corda, limitando lo sciopero, non pagando le malattie, restringendo le pause.
La manifestazione a Roma oltre a essere un momento di sfogo per urlare ai Marchionne di turno che la linea del più forte non passa, è stato un momento anche per dire no alla repressione del dissenso. Che si realizzi estromettendo la Fiom dalle fabbriche o criminalizzando il movimento No tav, un popolo nutrito e colorato di rosso si è opposto con la presenza fisica in piazza.
“Se da lunedì non parte una trattativa seria e non ci sono risposte, siamo pronti a proseguire la mobilitazione fino anche allo sciopero generale” ha detto Maurizio Landini. Un discorso chiaro e urlato con cui il segretario generale Fiom da piazza ha avvisato il governo che i metalmeccanici sono pronti anche ad andare sotto i palazzi del governo”.
Diciamo di no ad una cosa precisa l'articolo 18 non si tocca – ha continuato - l'unica cosa possibile è estendere l'articolo 18 a chi non ce l'ha”. Quindi Landini ha esortato Monti a non lasciarsi “pilotare” dall'ad della Fiat: “Può anche essere che il dottor Marchionne decida di pagare le tasse all'estero, ma in Italia si facciano rispettare le leggi e la costituzione a chiunque. Governo e parlamento non si calino il cappello davanti a Marchionne perché se passa questa logica significa che anche loro subiscono il ricatto”.
E sulla volontà del Lingotto di non modificare l'articolo 19 permettendo anche al sindacato cigiellino di avere rappresentanza di fabbrica, il segretario non si perde in indecisioni: “ La Fiom rientrerà in azienda dalla porta principale, andremo avanti fino in fondo, non abbiamo nessuna intenzione di rientrare dalla finestra, perché è un nostro diritto e la nostra dignità non è in vendita”. Nessuna tensione dunque durante il corteo. Anche se un gruppo di studenti dopo aver acceso qualche fumogeno rosso si è staccato dal serpentone principale per dirigersi verso l'Università La Sapienza. Il Pd proprio per la presenza degli antagonisti, a partire da Stefano Fassina, aveva annunciato che non sarebbe stato in piazza. Posizione non condivisa da Sel, Idv e naturalmente dalla Federazione della sinistra che sono andati all'iniziativa.
La piazza ha quindi fischiato il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, venuto in rappresentanza di Sussanna Camusso negli Usa per un impegno sindacale. Le contestazioni si sono fatte sentire perché molte tute blu pensano di essere state abbandonate nella battaglia dalla Cgil. La spiega così un operaio della piazza: “Dove stanno quando Cisl e Uil ci cacciano dalle fabbriche? Ora che hanno visto il successo della manifestazione vogliono salire sul carro. Troppo comodo".
In mattinata invece tre ragazzi sono stati aggrediti davanti al liceo Righi di Roma colpiti, probabilmente da esponenti di destra estrema, mentre volantinavano per lo sciopero Fiom. Ora sono ricoverati al Policlinico Umberto I.
 

Sul Governo Monti ci sarei andato molto più pesante, anche se mi rendo conto che una certa retorica sia necessaria in quanto quella congrega di merde è comunque il soggetto istituzionale (autoritario) con cui interloquire.

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