La
manifestazione a Roma oltre a essere un momento di sfogo per urlare ai
Marchionne di turno che la linea del più forte non passa, è stato un momento anche per dire no alla repressione del dissenso.
Che si realizzi estromettendo la Fiom dalle fabbriche o criminalizzando
il movimento No tav, un popolo nutrito e colorato di rosso si è
opposto con la presenza fisica in piazza.
“Se
da lunedì non parte una trattativa seria e non ci sono risposte, siamo
pronti a proseguire la mobilitazione fino anche allo sciopero
generale” ha detto Maurizio Landini. Un discorso chiaro e urlato con
cui il segretario generale Fiom da piazza ha avvisato il governo che i
metalmeccanici sono pronti anche ad andare sotto i palazzi del
governo”.
“Diciamo di no ad una cosa precisa l'articolo 18 non si tocca
– ha continuato - l'unica cosa possibile è estendere l'articolo 18 a
chi non ce l'ha”. Quindi Landini ha esortato Monti a non lasciarsi
“pilotare” dall'ad della Fiat: “Può anche essere che il dottor
Marchionne decida di pagare le tasse all'estero, ma in Italia si
facciano rispettare le leggi e la costituzione a chiunque. Governo e
parlamento non si calino il cappello davanti a Marchionne perché se
passa questa logica significa che anche loro subiscono il ricatto”.
E
sulla volontà del Lingotto di non modificare l'articolo 19 permettendo
anche al sindacato cigiellino di avere rappresentanza di fabbrica, il
segretario non si perde in indecisioni: “ La Fiom rientrerà in azienda dalla porta principale,
andremo avanti fino in fondo, non abbiamo nessuna intenzione di
rientrare dalla finestra, perché è un nostro diritto e la nostra
dignità non è in vendita”. Nessuna tensione dunque durante il corteo.
Anche se un gruppo di studenti dopo aver acceso qualche fumogeno rosso
si è staccato dal serpentone principale per dirigersi verso
l'Università La Sapienza. Il Pd proprio per la presenza degli
antagonisti, a partire da Stefano Fassina, aveva annunciato che non
sarebbe stato in piazza. Posizione non condivisa da Sel, Idv e
naturalmente dalla Federazione della sinistra che sono andati
all'iniziativa.
La piazza ha quindi fischiato il segretario confederale della Cgil,
Vincenzo Scudiere, venuto in rappresentanza di Sussanna Camusso negli
Usa per un impegno sindacale. Le contestazioni si sono fatte sentire
perché molte tute blu pensano di essere state abbandonate nella
battaglia dalla Cgil. La spiega così un operaio della piazza: “Dove
stanno quando Cisl e Uil ci cacciano dalle fabbriche? Ora che hanno
visto il successo della manifestazione vogliono salire sul carro. Troppo
comodo".
In mattinata invece tre ragazzi sono stati aggrediti davanti
al liceo Righi di Roma colpiti, probabilmente da esponenti di destra
estrema, mentre volantinavano per lo sciopero Fiom. Ora sono ricoverati
al Policlinico Umberto I.
Sul Governo Monti ci sarei andato molto più pesante, anche se mi rendo conto che una certa retorica sia necessaria in quanto quella congrega di merde è comunque il soggetto istituzionale (autoritario) con cui interloquire.
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