Qualcuno segnala una breve riflessione di Nicola Porro sul Giornale, riguardante l'IMU sulla prima casa. Se avete orrore a cliccare, eccone l'estratto più significativo:
Si paga per il solo fatto di avere in proprietà una casa. Un
migliaio di euro l'anno per un immobile che sulla carta vale meno di
300mila euro è roba forte. È come se lo Stato ci dicesse: o continuate a produrre reddito per pagare le tasse sulla casa oppure prima o poi la dovete vendere.
Se ci pensate, qualunque tassa è legata a quel che si guadagna, o a
quel che si acquista. Le imposte sono quindi strettamente correlate al
nostro inserimento nel sistema economico: si lavora, si spende, si partecipa insomma. E in un certo senso, più partecipi a tutto il balletto più paghi.
In
un momento di crisi, molti restano senza lavoro. Molti altri, per
obbligo o per scelta, optano per uno stile di vita frugale. Nell'ipotesi
più estrema, tutt'altro che fantascienza visto quel che succede in Grecia e persino in Giappone, si finisce totalmente fuori dal sistema economico: niente servizi, niente energia, cibo autoprodotto o dalle mense pubbliche, scambio, baratto o riciclaggio di beni con altre persone nelle medesime condizioni. Si vive comunque, così, si tira avanti.
Ma la tassa sulla prima casa lo impedisce: dovete comunque mettere insieme quei mille euro l'anno in più, altrimenti finite senzatetto. Siete quindi costretti
a trovare un lavoro qualsiasi, sicuramente sfruttato, al nero, pagato
una miseria, per restare almeno proprietari di casa vostra.
Un paradosso? A qualcuno sembrerà che chi ha una casa è già
"fortunato" o "ricco" di suo. Beh, è esattamente quel che pensa il
governo: se avete una casa siete ricchi, quindi cacciate il quattrino.
Peccato che questa sia una limitazione alla libertà.
Se uno, restando disoccupato, decidesse di scaldarsi a legna, vivere di
orto, scambiare oggetti o abiti con altri, non potrebbe farlo:
dovrebbe comunque trovarsi un padrone per continuare
ad possedere la sua casa. Dovrebbe restare nel sistema economico,
continuare a disperarsi ed a pregare, continuare a piegare la schiena,
insomma tutta la trafila prevista per il disoccupato
durante la crisi. Questa tassa, in un Paese dove l'80% dei cittadini è
proprietario di casa, sembra fatta apposta per mantenerti nel tritacarne
anche qualora decidessi di mandare tutto al diavolo e renderti autosufficiente.
Non credo siano così astuti, proprio no, però il dubbio un po' viene.
Fonte.
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