In difficoltà per gli affari petroliferi il presidente del consiglio si appella ai suoi sostenitori e protettori, i grandi padroni e la grande finanza, e con suo solito modo servile e livido, da crumiro impenitente, esalta Marchionne e offende chi gli si oppone. Per Renzi il capo di FCA, la Fiat non esiste più, ha fatto per il lavoro più dei sindacati che lo hanno contrastato.
Lo dica ai cinque operai licenziati a Nola perché protestavano per il suicidio di una donna messa da anni in cassa integrazione.
Lo dica ai migliaia di dipendenti Fiat che tuttora son in cassa e non lavorano.
Lo dica ai lavoratori di Termini Imerese, a quelli della CNH di Imola, a quelli della Irisbus di Avellino a cui Marchionne ha semplicemente chiuso la fabbrica.
Lo dica a quelli che lavorano con turni massacranti e straordinario obbligatorio, sì nelle fabbriche di Marchionne si fa straordinario mentre migliaia di operai stanno in cassa.
Lo dica a quegli operai che parlano delle loro condizioni di lavoro solo se si garantisce l’incognito, perché nella moderna FCA vige il più antico e feroce autoritarismo e ogni offesa alla libertà e alla dignità della persona è giustificata in nome della competitività.
E se non vuol dire nulla agli operai, perché in fondo ne ha paura e li odia, dica qualcosa a quei tecnici che lamentano la crisi dei progetti e dei programmi.
Sì, la FCA ex Fiat non ha in Italia alcun vero programma per il futuro, se non quello di essere un decentramento degli stabilimenti USA, dove si è trasferito il comando vero del gruppo. E se non vuole parlare neppure di questo, chieda almeno al suo ministro del Tesoro qualche spiegazione sul fatto che la sede fiscale dell’azienda di quello che lui chiama benefattore si è trasferita a Londra per pagare meno tasse.
Ma a Renzi di tutto questo non importa, lui verso Marchionne, così come verso tutti i poteri forti e le multinazionali che lo hanno messo lì dove sta, può solo essere riconoscente. Al massimo può sperare che qualche auto americana della FCA si chiami Leopolda.
Renzi è il presidente del consiglio ma parla come un caporale che guida l’auto contro un picchetto di sciopero.
Renzi è il presidente del consiglio più servo dei grandi padroni e dei loro interessi di tutta la storia della Repubblica.
Renzi è lì solo per distruggere ciò che resta della repubblica fondata sul lavoro. E lo fa con sfacciataggine, ignoranza, arroganza.
Renzi rappresenta al meglio il degrado del paese, quando ce ne liberemo sarà sempre troppo tardi.
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