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05/12/2018

Parigi - Gli studenti bloccano l’università di Tolbiac

Questa mattina, alle 7:45, la sede di Tolbiac dell’Università di Paris1 (Université Panthéon-Sorbonne) è stata bloccata dagli studenti, che, impedendo l’accesso prima alla facoltà e poi ai piani dell’edificio, hanno sospeso i corsi e le lezioni previsti per la giornata e hanno immediatamente convocato un’assemblea generale aperta sia agli studenti che al personale dell’università.

Il sito di Tolbiac rappresenta un perno fondamentale del movimento studentesco parigino, sia in termini di quantità di studenti che partecipano attivamente alle mobilitazioni universitarie sia in termini di analisi politica e sociale di ciò che succede all’intero del mondo dell’università e nella società in generale. L’occupazione della primavera scorsa, con la costituzione della Commune de Tolbiac (poi brutalmente sgomberata con violenza dalle forze dell’ordine), ha dimostrato le capacità organizzative e le potenzialità di mobilitazione dei collettivi universitari e dei singoli studenti di questo ateneo.

Dopo le mobilitazioni contro il progetto di riforma della Loi Orientation et la Réussite des Étudiants e l’implementazione del programma ParcourSup a partire dallo scorso settembre (vedi qui) gli studenti oggi si stanno mobilitando contro l’ultima proposta del governo Macron – annunciata il 19 novembre – contro il diritto all’accesso allo studio e alla formazione.

Si tratta di un aumento significativo delle tasse di iscrizione all’università per gli studenti extra-europei, a partire dal 2019, ovvero 2.770 euro per la laurea di primo livello e 3.770 euro per master e dottorato, a fronte di 170 euro per un anno di formazione di primo livello, 243 euro per il master e 380 euro per il dottorato per i giovani europei. Nelle settimane scorse, gli studenti della facoltà di Tolbiac si sono incontrati per organizzarsi contro questa misura che considerano “neoliberista, razzista e di emarginazione, in continuità diretta con le politiche sull’università intraprese dai governi precedenti nei confronti degli studenti stranieri non europei – con o senza documenti – e dei settori popolari e delle banlieue”.

A tal proposito, gli studenti hanno deciso di rilanciare una battaglia comune per il diritto allo studio e alla formazione che sia realmente universale, per un rafforzamento dello stato sociale che invece viene sempre di più abbattuto a partire dalla cultura, e soprattutto contro il meccanismo di esclusione che viene perpetrato a partire dagli studenti extra-europei, che spesso sono quelli costretti a dover affrontare maggiori difficoltà all’arrivo in un paese straniero.

Questo nuovo progetto governativo prevede un ulteriore passo avanti verso la mercificazione dell’istruzione superiore e la discriminazione tra gli studenti, accrescendo la competitività tra questi e lo sfruttamento da parte di un sistema universitario sempre più piegato alle logiche e dinamiche del mercato del lavoro. Gli studenti di Tolbiac, raccolti in assemblea generale, rifiutano completamente questa impostazione e dichiarano che la loro “energia e determinazione non conoscono limiti e confini” e che “questo progetto di legge, che fa parte di una politica generale di esclusione, non sarà approvato in Francia”. Infatti, dalle scorse settimane, sono in corso mobilitazione continue e assemblee interfacoltà in tutta la Francia, da Parigi a Marsiglia a Tolosa, dove gli studenti sono stati duramente affrontati dalle forze dell’ordine.

Al di fuori dell’università di Tolbiac, alcuni studenti indossano il giubbotto giallo, in solidarietà con il movimento dei Gilets Jaunes, che in queste settimane sta scuotendo la Francia intera e che sta concentrando su di sé l’attenzione mediatica. In assemblee generali di altre università, gli studenti hanno già deciso di sostenere i Gilets Jaunes, partecipando alle manifestazioni di sabato 24 novembre e dell’1 dicembre e aderendo ai comitati locali che si stanno organizzando per provare a coordinare le diverse azioni.

La discussione nell’assemblea di Tolbiac, ricca di interventi e di proposte, non si limita a una mera presa di posizione nei confronti dei Gilets Jaunes e delle loro rivendicazioni (come qualcuno vorrebbe), ma attacca a tutto tondo il sistema della Macronie, un impianto strutturato di politiche economiche neoliberiste, di regressione sociale e politica, di distruzione dello stato sociale e dei diritti di studenti, lavoratori e migranti. Si riconosce che attraverso le mobilitazioni dei Gilets Jaunes la colère generale ha trovato nuova benzina e forza in molti settori della società e che bisogna riprendere e continuare le lotte già messe in campo dalla scorsa primavera, per un inverno caldo.

Durante l’assemblea, gli studenti propongono a più riprese una mobilitazione generale che comprenda gli studenti medi e universitari, il personale delle università e i sindacati di categoria, migranti e sans papiers, che non si limiti alle manifestazioni sugli Champs Elysees (come quella prevista per sabato 8 dicembre), ma che miri in maniera significativa e strategica a un blocage général, gridando unicamente a gran voce: “Macron dégage!”.

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