Il ministro del lavoro Catalfo, colei che ha inventato il reddito di cittadinanza, comunica che oggi il Consiglio dei ministri varerà delle misure per il lavoro autonomo di seconda generazione con un bonus o una cassa integrazione in deroga, mentre per i professionisti pare ci sia un accordo con le loro Casse per sostenerli.
Credo che a questo punto il postfordismo rientri nello schema del welfare tipicamente fordista.
Del resto, anche a livello produttivo, in questi anni si stava assistendo alla fine del postfordismo con concentrazione manifatturiera e catene del valore corte controllate dalla casa madre, secondo il modello toyotista. La mossa della Catalfo pone fine ad uno schema che si pensava superasse il fordismo.
Cosa non vera, tutti rientrano nella platea del welfare keynesiano. Non c’è stato bisogno di una lotta, ma di emergenza statuale che pone fine a questo schema iperflessibile. Affinché ritorni lo schema keynesiano occorre che il salario sociale globale di classe, ora esteso alle partite Iva e al lavoro autonomo di seconda generazione, venga potenziato negli aspetti della sanità pubblica, nella previdenza pubblica - il crollo borsistico di oggi ci dice chiaramente che i fondi pensioni sono ad alto rischio - e nell’istruzione pubblica.
È un tassello, questo, che potrebbe porre fine alla Seconda Repubblica che, governata da centrosinistra e centrodestra, è stata caratterizzata dallo smantellamento del salario sociale globale di classe.
Lavorare su questi ambiti, ora che l’emergenza ne ha dimostrato la centralità, assieme agli strumenti pubblici e statuali, significa porre le basi per una battaglia per il salario negli ambienti produttivi.
Il modello Cina non è di queste settimane, il ruolo dello Stato e la reflazione salariale sono presenti dal 2008, questa è stata la loro mossa geniale ed è per questo che ne usciranno più forti, hanno mezzi, risparmio e capacità fiscale di spesa. Coinvolgere le partite Iva in una battaglia keynesiana di welfare significa finalmente allargare il fronte dei salariati, senza più nessuna distinzione.
Questa è la lezione di questa emergenza.
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