L’articolo che abbiamo tradotto è una inchiesta a “otto mani” del New York Times pubblicata il 22 marzo, scritta da D.E. Sager, E.Lipton, E.Sullivan e M.Crowley.
Il suo titolo è abbastanza eloquente: “Prima dello scoppio del virus, una cascata di avvertimenti è passata sotto silenzio”. Come è detto nell’incipit dell’articolo originale: “Molte esercitazioni del governo, inclusa una l’anno scorso, hanno reso chiaro che gli Stati Uniti non erano pronti per una pandemia come quella del coronavirus. Ma qualcosa era stato fatto”. Questa indagine prende in rassegna come le ultime due amministrazioni presidenziali hanno trattato i pericoli derivanti dalla diffusione di malattie contagiose prima dello scoppio dell’attuale pandemia, giungendo fino all’ultima simulazione svolta il gennaio dell’anno scorso denominata “Contagio di Cremisi”, che ha tratti incredibilmente somiglianti con la crisi attuale.
Appena insediatasi, l’amministrazione Obama nell’Aprile 2009 ha dovuto confrontarsi con la diffusione della cosiddetta “febbre suina” – H1N1 – cioè la prima febbre pandemica dopo oltre 40 anni, dimostratasi meno letale di ciò che si pensava all’inizio.
Nel 2014 invece si è dovuta confrontare con l’Ebola diffusosi in Africa, che si è rivelato meno contagioso ma più letale della febbre suina, e che si pensava potesse diffondersi negli USA.
Da queste due esperienze che avevano messo in luce i limiti di intervento, è nata una branca dell’amministrazione che ha trasmesso le “lezioni imparate” nel gennaio 2017 alla subentrante.
Da ciò che emerge dall’inchiesta sono pesantissime le responsabilità di Bolton che ha di fatto “annichilito” il capitale di esperienze maturato e dell’intera amministrazione Trump che l’ha sotto-finanziata.
Il “Contagio di Crimisi” nella sua simulazione – una influenza altamente contagiosa e senza alcun vaccino per curarla – ha mostrato le deficienze che ora purtroppo stanno emergendo nella concreta gestione della pandemia attuale.
A leggere nero su bianco il fatto che emergesse dalla simulazione così nettamente la mancanza di pianificazione, il deficit di strumenti medici adeguati, il conflitto tra lo Stato Federale e le autorità locali sul da farsi fa un certo effetto.
La distopia simulata si è tramutata in emergenza concreta.
Nel mentre scriviamo gli Stati Uniti fanno registrare 24.300 casi, più di 15 mila nella sola New York (il 5% della pandemia globale), con un aumento di più di 4.800 casi da sabato a domenica.
Lo Stato di New York, insieme a quello di Washington e alla California sono i più colpiti negli USA.
Intanto alti ufficiali fanno sapere che le località severamente colpite dal contagio dovranno semplicemente aspettare per la strumentazione medica di cui necessitano, con le case automobilistiche come Ford, General Motors e Tesla che si stanno “riconvertendo” su indicazione del governo federale per produrre ventilatori e prodotti di metallo utili per la pandemia.
Oramai è comunemente ammessa l’impossibilità di attuare una strategia di “test” di massa, come è stato fatto in Corea del Sud, e l’insufficienza del sistema sanitario statunitense nel potere gestire il picco dell’epidemia.
Un pezzo di grande giornalismo, quello del “New York Times” che smonta le bugie seriali di Trump sull’imprevedibilità di un evento simile. Ma il neo-liberismo anche quando “prevede” non è in grado di “attuare” se no quando la situazione risulta catastrofica, perché è schiavo del “partito del PIL”. Ne è l’ultima dimostrazione il “ricatto” delle maggiori compagnie aeree statunitensi, che hanno chiesto qualcosa come quasi 60 miliardi di dollari aiuti – una specie di “nazionalizzazione mascherata” – come contro-partita al possibile licenziamento di 750 lavoratori della filiera.
Buona Lettura.
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Lo scoppio del virus respiratorio ha avuto inizio in Cina e si è velocemente diffuso in tutto il mondo, attraverso viaggiatori aerei, che portavano febbri alte. Negli Stati Uniti è stato rilevato per la prima volta a Chicago e, 47 giorni dopo, l’Organizzazione Mondiale della Salute ha annunciato la pandemia. Ma a quel punto era troppo tardi: 110 milioni di americani stavano per ammalarsi, portando a 7.7 milioni di ricoverati e 586.000 morti.
Lo scenario, dal nome in codice “Contagio di Cremesi” e creato immaginando una pandemia, è stato simulato dal Dipartimento della Salute e Servizi Umani dell’amministrazione Trump in una serie di esercitazioni che sono state eseguite da Gennaio ad Agosto.
I risultati dettagliati della simulazione, contenuti nella stesura del rapporto datata Ottobre 2019, che precedentemente non era stato riportata, fanno capire solo adesso come il governo federale sia sotto-finanziato, impreparato e scoordinato di fronte a una battaglia contro la morte con un virus per cui non esiste nessuna cura.
La stesura del rapporto, marcato come “da non essere divulgato”, ha portato allo scoperto, in accurati dettagli, ripetuti casi di “confusione” nell’esercitazione. Le agenzie federali competevano su chi fosse a capo. Funzionari di Stato e ospedali si sforzavano di capire che tipo di equipaggiamento fosse stato accumulato o disponibile. Le città e gli Stati sono andati avanti per la loro strada, chiudendo le scuole.
Molte delle potenziali conseguenze letali di una mancanza nell’affrontare i fallimenti si mostrano in modo fin troppo reale in tutto il paese. E non si trattava del primo avvertimento per i leader nazionali. Tre volte negli ultimi 4 anni il governo americano, con due amministrazioni, si era scontrato in profondità con una pandemia, identificando probabili limiti e in alcuni casi raccomandando azioni specifiche.
Nel 2016 l’amministrazione Obama ha prodotto un rapporto completo sulle lezioni imparate dal governo dalla battaglia contro l’Ebola. Nel Gennaio 2017, funzionari uscenti dell’amministrazione Obama hanno compiuto un’esauriente esercitazione sulla risposta ad una pandemia per i nuovi funzionari in entrata dell’amministrazione Trump.
La storia completa della risposta dell’amministrazione Trump al coronavirus è ancora in corso. I funzionari del governo, professionisti della salute, giornalisti e storici passeranno anni guardando indietro ai messaggi disordinati e alle opportunità perse negli ultimi tre mesi mentre il presidente Trump oscillava dalla sottovalutazione del coronavirus - pochi casi che sarebbero stati presto “sotto controllo” - al suo annuncio revisionista di lunedì in cui sosteneva di essere consapevole che la pandemia stava arrivando.
Quello che lo scenario rende chiaro, comunque, è che la sua stessa amministrazione aveva già modellato una simile pandemia e capito la sua potenziale traiettoria.
La Casa Bianca ha difeso i suoi documenti, dicendo che si riferivano all’esercitazione del 2019 con un ordine esecutivo per migliorare la disponibilità e qualità dei vaccini per influenza, e che si è mossa presto quest’anno per incrementare i fondi per il programma del Dipartimento della Salute e Servizi Umani, che si concentra sulle minacce di una pandemia globale.
“Qualsiasi insinuazione che sostenga che il presidente Trump non ha preso seriamente la minaccia del COVID-19 è falsa” ha detto Judd Deere, un portavoce della Casa Bianca.
Ma i funzionari hanno omesso di dire perché l’amministrazione è stata così lenta a diffondere test generalizzati o muoversi velocemente come le simulazioni indicavano che avrebbe dovuto fare, sollecitando la distanza tra persone e la chiusure delle scuole.
Alle domande sulla preparazione del governo, alla sua riunione sulle nuove notizie, il Sig. Trump ha risposto: “Nessuno sapeva che ci sarebbe stata una pandemia o un’epidemia di queste le porzioni. Nessuno aveva mai visto qualcosa del genere prima.”
Il lavoro fatto negli ultimi cinque anni, comunque, dimostra che il governo è abbastanza a conoscenza dei rischi di una pandemia e ha predetto accuratamente i vari tipi di problemi che ora il Sig. Trump, faticosamente e in ritardo, sta cercando di affrontare.
Il contagio di Cremesi, l’esercitazione condotta l’anno scorso a Washington e in 12 Stati incluso New York e Illinois ha mostrato che le agenzie federali sotto il Sig. Trump hanno continuato lo sforzo di Obama di pensare in anticipo alla pandemia.
Pianificare e pensare stanno molti strati sotto la burocrazia. La conoscenza e il senso di urgenza del pericolo sembrano non aver mai avuto abbastanza attenzione ai più alti livelli del ramo esecutivo o dal Congresso, lasciando la nazione con deficit di fondi, mancanza di equipaggiamenti e disorganizzazione all’interno e tra molti rami e livelli del governo.
Il Rapporto dell'ottobre 2019 in particolare documenta che i funzionari del Dipartimento di Sicurezza della Patria e il Dipartimento di Salute e Servizi Umani e anche il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca erano consapevoli del potenziale scoppio di un virus respiratorio originatosi in Cina e che si sarebbe diffuso presto negli Stati Uniti e avrebbesopraffatto la nazione.
“Nessuno avrebbe mai pensato a numeri come questi ” ha detto il Sig. Trump mercoledì a una conferenza. In realtà, loro si.
Dall’ebola, lezioni imparate
Già con l’amministrazione di George W. Bush, la sicurezza nazionale e i funzionari di salute si concentrarono sui grandi buchi nella risposta americana a degli attacchi biologici e al crescente rischio di pandemia. Un primo test arrivò nell’aprile 2009 solo pochi mesi dopo l’inizio del primo mandato del presidente Barack Obama. A una ragazza della California di 10 anni era stata diagnosticata una malattia contagiosa che sarebbe stata chiamata febbre suina o H1N1, la prima influenza pandemica da oltre 40 anni.
Il centro per il controllo e prevenzione di malattie ha stimato che ultimamente ci sono stati circa 60,8 milioni di casi negli Stati Uniti insieme con 274.304 ricoverati e 12.469 morti associate con H1N1.
Si è rivelato meno mortale di quanto ci si aspettasse all’inizio. Ma è stato un campanello di allarme che i funzionari dell’amministrazione Obama dissero di aver preso seriamente, iniziando a pianificare uno sforzo che si sarebbe incrementato all’inizio del 2014, con lo scoppio dell’ebola nell’Africa occidentale e la seguente paura che si sarebbe potuto diffondere negli Stati Uniti.
Era meno contagiosa dell’influenza ma molto più letale. Ha ucciso 11.000 persone in Africa. ma sarebbe potuta essere molto peggio. Gli Stati Uniti mandarono circa 3000 truppe in Africa per aiutare a contenere il contagio. Mentre lo sforzo di contenimento fu considerato un successo, dentro la Casa Bianca, i funzionari capirono che gli Stati Uniti erano stati fortunati e che la risposta aveva rivelato dei buchi nella preparazione.
A Christopher Kirchhoff, un assistente della sicurezza nazionale che si è spostato dal pentagono alla Casa Bianca per occuparsi della crisi di ebola, fu affidato il lavoro di mettere insieme un rapporto di “lezioni imparate” con apporti da tutto il governo.
Le debolezze che il Sig. Kirchhoff aveva identificato erano segnali d'avvertimento di cosa fosse successo negli ultimi tre mesi.
Il suo rapporto concludeva che gli Stati Uniti avevano assunto più capacità da parte della Organizzazione della Salute Mondiale di quanto non avesse fatto l’agenzia stessa.
Gli Stati Uniti avevano i loro problemi. Non c’era nessun aeroplano della flotta degli Stati Uniti capace di evacuare un dottore americano che era stato infettato mentre trattava i pazienti in Liberia. Il pentagono era fortemente impreparato per l’intervento che il Sig. Obama aveva ordinato.
Mentre gli Stati Uniti velocemente scoprirono un modo per selezionare i passeggeri aerei che venivano nel paese, prendendo in prestito strumenti dell’intelligence, scoperti dopo l’attacco dell’11 settembre 2001, per trovare possibili terroristi, il Sig. Kirchhoff trovò mancanze anche nel misurare quanto velocemente il virus si stesse diffondendo.
D’altra parte, la casa bianca di Obama aveva creato una Task Force per l’ebola guidata da Ron Klain, ex capo dello staff del vicepresidente Joseph R. Biden Jr., prima che un singolo caso emergesse negli Stati Uniti. Il congresso aveva dedicato 5,4 miliardi ai fondi di emergenza per pagare i trattamenti di ebola e gli sforzi di prevenzione negli Stati Uniti e nell’Africa occidentale.
I soldi aiutarono a finanziare una poco conosciuta agenzia dentro il Dipartimento di Salute Servizi Umani incaricata della preparazione per futuri scoppi di malattie contagiose, lo stesso ufficio che nel 2019 eseguì l’esercitazione del contagio di Crimesi e altri eventi simili da allora.
Dopo che un uomo chiamato Thomas Duncan, un cittadino liberiano, divenne la prima persona a cui venne diagnosticata l’ebola in territorio americano nel settembre 2014 degli errori diedero origine all’infezione di due infermiere e paura di un’ampia diffusione negli Stati Uniti (il signor Duncan morì, ma le due infermiere guarirono.)
Ciò che sconvolge leggendo oggi il rapporto del Sig. Kirchhoff, comunque, è che poche delle maggiori colpe che lui trovò nella risposta americana diedero origine a delle azioni, anche se il rapporto era pieno di raccomandazioni per ogni dipartimento.
C’erano mancanze “nell’uso dell’equipaggiamento personale protettivo, nella disinfezione” e “nei servizi sociali per coloro che erano posti in quarantena”.
C’era confusione sulle restrizioni per i viaggi e bisogno “per una più morbida e scorrevole escalation della risposta del governo, dalle autorità locali che agivano per conto proprio alle autorità locali che agivano con qualche assistenza federale” fino alla totale attivazione da parte del governo federale.
Il rapporto concluse che “un minimo riferimento di pianificazione potrebbe essere un ordine di grandezza epidemico o due volte più difficile di quello presentato dallo scoppio dell’Ebola nell’Africa occidentale, con una diffusione domestica molto più significativa.”
“Quello che ho imparato di più è che dobbiamo creare un consiglio direttivo di biosicurezza globale e salute e che deve essere mantenuto nella prossima amministrazione” disse Lisa Monaco, la consigliera della sicurezza nazionale del Sig. Obama.
Ottenendo l’attenzione del team di Trump
Dopo l’elezione del Sig. Trump, la Sig.ra Monaco aveva organizzato un’esaustiva esercitazione per i nuovi funzionari di alto livello, incluso Rex W. Tillerson nominato per la segreteria di Stato; John F. Kennedy, designato a diventare segretario di sicurezza nazionale; e Rick Perry che sarebbe diventato segretario dell’energia – mandando fuorigioco la risposta allo scoppio di un’influenza letale.
Lei chiese a Tom Bossert, che si stava preparando per entrare come consigliere alla sicurezza nazionale del Sig. Trump, di guidare l’evento insieme a lei
“Abbiamo modellato una nuova forma di influenza nell’esercitazione precisamente perché è così trasmissibile” ha detto la Sig.na Monaca. “Non c’è nessun vaccino e porterebbe ai problemi come quelli alle case di riposo che sarebbero particolarmente vulnerabili e alla mancanza di respiratori”.
La Sig.na Monaco era impressionata da come seriamente il Sig. Bossert, il suo successore, sembrava aver preso la minaccia, come avevano fatto 30 o quasi dei membri del team di Trump che avevano partecipato all’esercizio, del quale dettagli erano stati riportati dal Politico.
Ma prima che l’attuale crisi colpisse, quasi tutti i leader al tavolo, Sig. Tillerson, Sig. Kelly, Sig. Perry, fra tutti, erano stati licenziati o se ne erano andati.
Nel 2018 il consigliere della sicurezza nazionale del Sig. Trump al tempo, John R. Bolton, rimosse il Sig. Bessert ed eliminò il Consiglio Direttorio di Sicurezza Nazionale sostituendolo con un ufficio dedicato ad armi di distruzione di massa in quella che i funzionari di Trump chiamarono una logica compensazione.
Alla domanda sul cambiamento del 13 marzo Trump ha così risposto ad un giornalista: “è una questione spinosa” prima di aggiungere “Non so niente a riguardo”. Scrivendo su Twitter il giorno dopo il Sig. Bolton ha attaccato i critici che dicevano che il cambiamento rifletteva la trascuratezza per la minaccia di pandemia.
“Sostenere che l’ottimizzazione delle strutture della NSC ha danneggiato la nostra bio difesa Nazionale è falso” ha twittato il Sig. Bolton “La salute globale rimane una priorità principale della NSC”.
In un’affermazione il consiglio di sicurezza nazionale disse che “ha direttori e staff di cui il lavoro full time è di monitorare, pianificare e rispondere alle pandemie, incluso un epidemiologo di malattie infettive e un virologo”.
Nella testimonianza al congresso la scorsa settimana il dottor Anthony S. Fauci, il direttore dell’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive ha suggerito che alla fine il direttorio autonomo era stato poco avveduto. “Sarebbe bello se l’ufficio fosse ancora in piedi” ha detto.
Il 10 febbraio quasi tre settimane dopo il primo caso di coronavirus diagnosticato negli Stati Uniti il Sig. Trump ha presentato una proposta di budget per il 2021 che chiedeva una riduzione di 693,3 milioni nei fondi per il C.D.C, o circa il 9%, anche se c’era un modesto incremento nelle divisioni che combattono le pandemie globali.
Il “Contagio di Cremesi”
L’esercitazione pianificata del “Contagio di Cremisi" condotta l’anno scorso dal Dipartimento della Salute dei Servizi Umani includeva funzionari da 12 stati e almeno una dozzina di agenti federali. Questi includevano il pentagono, il dipartimento delle questioni sui veterani e il Consiglio di Sicurezza Nazionali, gruppi come la croce americana e l’associazione delle infermiere americane sono state invitate ad unirsi così come le compagnie di assicurazione di salute e i maggiori ospedali come Il Mayo Clinic.
L’esercitazione simil-gioco di guerra era stata supervisionata da Robert P. Kadlec, un ex fisico dell’Air Force che aveva trascorso decenni a studiare i problemi di bio difesa. Dopo un periodo nel consiglio di Sicurezza Nazionale dell’amministrazione Bush e nello staff del comitato di intelligence del senato è stato assegnato come assistente alla Segreteria di Salute e Servizi umani per preparazione di una risposta.
“Riconobbe presto che avevamo un grosso problema e che necessitavamo di maggiori risorse per prepararci” disse Richard Danzig, il segretario della Marina nell’amministrazione Clinton che aveva lavorato con il Sig. Kadlec.
L’esercitazione ebbe luogo in quattro fasi separate iniziando nel gennaio 2019.
Gli eventi presumibilmente stavano avvenendo in tempo reale con il peggior scenario incorso il 13 agosto 2019 quando, secondo lo scritto, 12.100 casi erano già stati portati negli Stati Uniti con grandi numeri a Chicago che ne aveva 1400.
Il finto scoppio includeva una pandemia di influenza che il Dipartimento di Salute e Servizi Umani sostiene fosse “molto diversa dal nuovo coronavirus”. Lo scoppio messo in scena aveva avuto inizio quando un gruppo di 35 turisti che hanno visitato la Cina erano stati infettati e poi erano volati a casa in Australia, Kuwait, Malesia, Thailandia, Gran Bretagna e Spagna così come negli Stati Uniti sviluppando alcuni sintomi respiratori e febbre a ripetizione.
Un uomo di 50 anni da Chicago, che si trovava in tour, aveva “bassa energia e una tosse secca” dal suo ritorno a casa. Suo figlio 17enne lo stesso giorno andò a un grande evento pubblico a Chicago e la catena di malattia negli Stati Uniti inizio.
Molti momenti svolti durante l’esercitazione a tavolo adesso sono diventati familiari in modo agghiacciante.
Nella finta pandemia, mentre il virus si diffondeva velocemente negli Stati Uniti, il C.D.C. forniva linee guide per la distanza tra persone e molti lavoratori era invitati a lavorare da casa.
Ma funzionari federali e statali avevano difficoltà a capire quali lavoratori erano essenziali e quale equipaggiamento fosse necessario per lavorare in modo efficiente da casa.
C’era anche confusione su come gestire i bambini a scuola. Il C.D.C. raccomandava che gli stati rimandassero l’apertura delle scuole – l’esercitazione ebbe luogo durante la fine dell’estate – ma alcuni distretti scolastici decisero di andare avanti con l’inizio della scuola mentre altri seguirono il consiglio federale, causando gli stessi tipi di conclusioni e discrepanze che hanno caratterizzato la risposta al coronavirus.
L’esercitazione dell’anno scorso, poi, proseguì nel predire come la situazione di base negli Stati Uniti sarebbe peggiorata col passare delle settimane.
La confusione emerse quando i governatori degli Stati iniziarono in sempre maggior numero a rivolgersi a Washington per chiedere aiuto a compensare la mancanza di medicine antivirali, equipaggiamenti personali protettivi e ventilatori. Poi gli Stati cominciarono a sottoscrivere richieste a diversi rami del governo federale portando a un caos burocratico.
La frizione emerse anche tra l’agenzia di gestione dell’emergenza federale, che è tradizionalmente a capo delle risposte ai disastri e il Dipartimento di Salute e Servizi Umani, un altro scenario che si sta verificando adesso.
Ma i problemi erano più grandi degli imprevisti burocratici. Gli Stati Uniti, come capirono gli organizzatori, non avevano le risorse per costruire velocemente più equipaggiamenti medici essenziali, rifornimenti, medicine incluse antivirali, aghi, siringhe, respiratori e ventilatori, concluse l’agenzia.
Fu tenuto un congresso a dicembre su queste scoperte, inclusa l’incapacità di rifornire velocemente alcuni risorse mediche, dato che molti di quei prodotti vengono da oltremare.
Queste preoccupazioni si rivelarono più urgenti al dibattito lo scorso giovedì su Capitol Hill, quando i legislatori colpirono i funzionari del Dipartimento di Salute e Servizi Umani con domande tali che sembrava che avessero letto il rapporto della finta esercitazione, esponendo la mancanza di respiratori e attrezzatura protettiva.
Il senatore Mitt Romney, repubblicano dello Utah, la scorsa settimana ha affermato che incolpava il Congresso e le principali amministrazioni per non aver incrementato le riserve di questo tipo di equipaggiamenti.
“Questa è un’area dove dobbiamo considerare di fare un investimento” ha aggiunto, dicendo una cosa degna di nota, apparentemente a lui sconosciuta, che la simulazione della stessa amministrazione aveva reso chiara 5 mesi prima.
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