Il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, in visita a Mosca ha dovuto registrare il fatto che i colloqui con il Ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, non hanno dato i frutti sperati da Bruxelles. Al contrario la Russia ha mostrato di non voler sopportare ancora le continue pressioni – ed ingerenze – europee sulla propria politica interna.
E proprio durante l’incontro, Lavrov ha anticipato a Borrell l’intenzione di Mosca di espellere un gruppo di diplomatici Ue (di Svezia, Germania e Polonia) per la loro partecipazione a manifestazioni a sostegno dell’oppositore Aleksei Navalny. L’espulsione dei diplomatici europei è arrivata nel pomeriggio, chiarendo che Mosca non sembra più intenzionata ad accettare ingerenze in nome delle buone relazioni con la UE, che da anni continua ad adottare sanzioni unilaterali contro la Russia pretendendo in cambio il dialogo.
La notizia è arrivata come una doccia fredda sulla testa dei leader europei che sono scesi in campo con parole dure. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Emmanuel Macron, riuniti nel Consiglio di Difesa hanno così replicato. “Un provvedimento ingiustificato”, l’ha definito Merkel. Mentre Macron lo ha condannato “con la massima fermezza”. Per la Svezia si tratta di “un’espulsione infondata”.
Nel frattempo il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha promesso che “non resterà senza risposta”. Intanto ha convocato l’ambasciatore russo per chiedere chiarimenti. L’Italia ha espresso seria preoccupazione per il grave provvedimento. “Sulle asserite violenze in Italia contro manifestanti e giornalisti attendiamo una smentita”, ha scritto la Farnesina in un tweet.
Ma a Mosca le parole di condanna dell’UE non hanno portato Navalny fuori dalla cella. Anzi la replica del ministro degli Esteri russo Lavrov è stata perentoria ed emblematica di un cambiamento sostanziale nelle relazioni internazionali.
“Sanzioni per la detenzione di Navalny? Sono affari loro; la Russia si è abituata alle restrizioni e costruisce la propria vita sulla premessa che l’UE non sia un partner affidabile”, è stata la secca risposta di Lavrov. Che poi ha criticato aspramente “il doppio standard dei media occidentali” nel racconto delle violenze della polizia contro i manifestanti.
Per fare qualche esempio ha citato, tra gli altri, Stati Uniti e Italia, “dove la polizia usa idranti contro i manifestanti”. Ha inoltre paragonato il processo Navalny a quelli degli indipendentisti catalani in Spagna, (un tocco di perfidia visto che Borrell è catalano, ma fedele allo Stato Spagnolo, ndr).
Sarà poco convenzionale nell’analisi delle relazioni internazionali, ma l’atteggiamento della Russia, chiama alla memoria uno dei più famosi sketch di Gigi Proietti: quello sul Cavaliere Nero. La “metafora” è che alla Russia del XXI Secolo non devi rompere le scatole.
Sarà opportuno che i vertici dell’Unione Europea acquisiscano consapevolezza che il mondo sta cambiando, che è più grande e articolato dell’Europa e che stanno cambiando anche i rapporti internazionali che lo hanno regolato fino a poco tempo fa.
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