L'"inciucio" è una prassi vita, non una caduta di stile episodica. Così,
dopo la rinomina di Napolitano e il governo scendi-Letta, si prova a
trasformare questo paese in un sistema oligarchico blindato. Ultimo
esperimento nel "laboratorio degli orrori"...
L'idea della Convenzione era stata partorita dai "saggi"
nominati da Napolitano. E a molti era sembrata subito una "pensata"
extra-costituzionale, visto che per ogni possibile cambiamento della
Costituzione la via maestra è quella prevista dall'art. 138 della Costituzione stessa.
Ma
se può fare qualcosa per stracciare la Costituzione vigente, come nella
"legge di Murphy", questa maggioranza inciucista lo farà sicuramente.
Peccato che - a parte le misure di politica economica, dettate dalla
Troika - non vanno d'accordo quasi su nulla...
Il problema, ancora
una volta, sembra costituito da Berlusconi. Che si è subito
auto candidato per presiederla. Ma mettere un piduista - anche volendo
tralasciare le altre non proprio secondarie accuse nei suoi confronti - a
capo della commissione incaricata di riscrivere la Costituzione nata
dalla Resistenza è sembrato un po' eccessivo persino a Matteo Renzi, che
pure col Cavaliere sembra intendersi alla perfezione sul piano
politico. E non poteva farsi scappare l'occasione di darsi uno spruzzo
di "profumo di sinistra" anche il povero Stefano Fassina, passato
nell'arco di pochi giorni dal fare il "teorico" del pensiero economico
progressista in casa Pd al più chiaro incarico di viceministro
dell'economia; quello che dovrà attuare tutti gli obblighi previsti dal
Fiscal Compact, a cominciare dai tagli di spesa necessari da subito per
trovare - mantenendo i saldi invariati - le risorse per "rimodulare"
l'Imu, affrontare l'enorme platea degli "esodati", rifinanziare la cassa
integrazione che intanto va aumentando in tutto il paese, ecc.
La
pantomima sulla Convenzione si va peraltro a intrecciare con la nomina
dei presidenti delle Commissioni parlamentari. Grillo, come "opposizione
autentica" aspira a ottenere per i suoi quelle "di garanzia", ovvero il
Copasir (controllo dei servizi segreti) e Comunicazioni (informazione
Rai, ecc). Diciamo che al momento sembra assai più probabile che possano
finire in mano alle due "opposizioni della Corona", ovvero Sel sul
centrosinistra e Lega sul centrodestra.
Ma Comunicazioni e
Giustizia (e te pareva...) sono anche nel mirino berlusconiano, per
palesi ragioni di bottega del Caimano. Anzi, c'è chi addirittura
ipotizza che la prenotazione avanzata sulla Convenzione sia soltanto la
solita "mossa del cavallo" per ottenere "in cambio" le presidenza di
queste due commissioni.
Insomma, un bel clima "di squadra", che
promette giornate felici e radiose per l'allenatore nel pallone (Letta,
ma anche Napolitano). Il Pd sta già dando prova di incompetenza
assoluta, su questo fronte, con lo sconosciuto Dario Ginefra arrivato a
suggerire che la presidenza sia affidata... a Giorgio Napolitano
(probabile venga indicato anche come arbitro del derby Roma-Lazio per la
finale di Coppa Italia, a questo punto).
Per quel che ci
riguarda, siamo dell'opinione che la Convenzione sia il problema, non
la soluzione. Insomma, che sia già un poco "golpista" l'idea di farla.
In
secondo luogo, ci sono i problemi di merito. Repubblica parlamentare,
rafforzamento del potere esecutivo nei confronti del parlamentare e del
giudiziario, ecc, sono tutte "riforme" di stampo reazionario - in questo
quadro segnato da interessi corposi, ignoranza e pressapochismo
istituzionali - contro cui chiamiamo tutti alla lotta e alla
Resistenza.
Per approfondire il tema, si può leggere l'intervento di Franco Russo in vista dell'assemblea di Bologna dell'11 maggio.
Su
una linea molto simile si è mosso per proprio conto anche Stefano
Rodotà, inopinatamente chiamato in causa dai vendoliani come possibile
presidente della Convenzione (a riprova dell'ignoranza e pressapochismo
istituzionale che regna anche "a sinistra").
“Non sono assolutamente disponibile a guidare la Convenzione per le riforme istituzionali, un organismo che rappresenta un rischiosissimo attacco ai principi costituzionali“. Che ha precisato ancora: “La Convenzione è un cattivo servizio alla politica costituzionale, esattamente all’opposto di quello che si dovrebbe fare: rimettere al centro dell’attenzione il Parlamento”. Conflittuale,
su questo piano, la sua proposta: "Non solo non la voglio guidare ma mi
auguro proprio che non funzioni, anzi, ci organizziamo in
un'anti-Convenzione".
Sembra il minimo...
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento