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05/11/2014

Elezioni di ‘Midterm’ L’America a metà di ½ presidenza

Anatra zoppa più che mai il povero Obama. Elezioni referendum sul presidente in carica. Dalle urne uscirà l’assemblea legislativa con cui dovrà fare i conti Barack Obama negli ultimi suoi due anni alla Casa Bianca. E i repubblicani sono ad un passo dal conquistare il controllo anche del Senato.

‘Anatra zoppa’ più che mai il povero Obama. Elezioni referendum sul presidente in carica queste di ‘midterm’. Dalle urne uscirà l’assemblea legislativa con cui dovrà fare i conti Barack Obama negli ultimi suoi due anni alla Casa Bianca. E i repubblicani sono a un passo dal conquistare il controllo totale anche del Senato rafforzando la loro maggioranza alla Camera dei Rappresentanti. Secondo gli ultimi sondaggi, i Repubblicani verso la conquista del Senato risultando avanti in 7 dei 10 Stati chiave. Il vice Biden dichiara: “Manterremo il controllo al Senato”, e di solito non ne azzecca una.

Ma i democratici sperano. Gli stessi sondaggi indicano come la corsa in molti degli Stati in cui è avanti la destra sia molto serrata, caratterizzata da un sostanziale testa a testa. Si tratta di un vantaggio di pochi decimali che non lascia tranquilli i repubblicani, memori dell’exploit finale di Barak nel 2012, quando in volata sconfisse il favorito Mitt Romney. E’ ancora presto per dire se Obama farà la stessa fine di tre illustri predecessori: George Bush, Bill Clinton e Ronald Reagan, che a metà mandato persero la maggioranza al Senato e furono ‘anatre zoppe’, col Congresso contro

Ai repubblicani bastano sei seggi per ottenere la maggioranza di 51 seggi al Senato. Quattro li dovrebbero facilmente conquistare in Arkansas, Montana, South Dakota, West Virginia. Mancano due da strappare ai democratici in sei Stati più in bilico. La destra deve fare i conti con tre Stati tradizionalmente repubblicani ma in cui i candidati della ‘sinistra’ insidiano i repubblicani uscenti. Situazione molto più fluida e complessa di quanto possa apparire. Se la Georgia diverrà decisiva per la vittoria, il nuovo Congresso si insedierebbe nel 2015 senza che si sappia chi avrà il controllo del Senato.

Intanto Barack Obama guarda avanti. Almeno così scrive il Nyt. Con i suoi collaboratori starebbe lavorando all’agenda da portare avanti in caso di sconfitta. Individuando i punti su cui il presidente può decidere da solo, grazie ai suoi poteri esecutivi, e quelli su cui è necessario un compromesso col Congresso. Alla Casa Bianca anche la numero uno della Fed Janet Yellen, per fare il punto con il presidente sulla situazione economica e parlare delle prospettive di lungo termine. Fine della misura straordinaria di acquisto titoli per sostenere la crescita. Probabile il rialzo dei tassi ora vicini allo zero.

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