Già subito dopo i fatti di venerdì
scorso, sono iniziate ad accadere cose che meritano una riflessione. In
primo luogo c’è stata l’autocritica
di alcuni tra gli organizzatori della “MayDay” dalla azione teppistica
delle cd “tute nere” di cui hanno constatato l’enorme danno di immagine
ricevuto:
Anni di lavoro sui contenuti, di condivisione e lotte sono stati letteralmente spazzati via dalla scena pubblica. E se c’è chi ha gioco facile a far vedere colonne di fumo nero che si alzano nel cielo della città e roghi di auto e negozi, beh, qualcuno ‘sto lavoro di demonizzazione glielo ha reso davvero facile. Non abbiamo davvero niente da guadagnare dal totale isolamento nel quale ci ritroveremo, da domani, a fare politica nella nostra città.
Non era mai accaduto prima ed è un
segnale di maturazione di questa area politica che non va lasciato
cadere, superando la demonizzazione sin qui riservatagli.
Ed i primi a dover fare una autocritica in questo senso sono proprio i mass media
che hanno sempre parlato dei centri sociali solo in occasioni di
scontri. Vice versa non è stato mai dato spazio alle loro posizioni,
alle iniziative non violente e socialmente utili (che fanno e molte),
alla loro domanda politica. E’ stato costantemente rifiutato ogni
dialogo politico.
Questa scelta ha finito per fare il
gioco delle ali più militariste, sia perché ne ha ingigantito il ruolo,
sia perché ha confermato per molti l’idea che l’unico modo per avere
visibilità è quello di sfasciar vetrine e bruciare auto. Possibile, cari
amici giornalisti, che non vi siate accorti che pompare questi episodi
molto al di là della loro modestissima portata politica (non quella
penale, certamente) è proprio quello che vogliono questi piccoli
squadristi?
Leggere che anche il Time, il Wsy o le
Figaro ecc. dedicano spazio a questo sciagurato episodio li esalta e ne
costruisce il fascino sui più giovani. Vice versa sarebbe molto più
efficace sottolineare la completa inutilità politica di queste gesta.
Perché non ci pensate amici giornalisti?
Ora sarebbe il caso di non lasciar
cadere questo segnale che viene dall’area dei centri sociali ed aprire
quel confronto indispensabile per isolare l’ala dei desperados di cui
oggi ci lamentiamo. Sempre che questo sia davvero quello che si vuole
ottenere. Ma forse...
In secondo luogo, si è iniziato a discutere sull’atteggiamento della polizia.
Si è evitato di avere feriti o peggio: sta bene, certamente non
volevamo un’altra Diaz o un’altra Bolzaneto. Però, possibile che l’unica
alternativa sia quella fra le bestialità sud americane e il lasciare
briglia sciolta ad una banda di teppisti come questi di venerdì scorso o
i tifosi olandesi che hanno devastato Roma qualche settimana fa? Va
bene che quando si ordina una carica si sa come si parte e non dove si
arriva, però ci sarà qualche altra cosa da fare oltre che la resistenza
passiva!
E parliamo prima di tutto della
prevenzione. In primo luogo, visto che la cosa era prevista da almeno
gennaio, sicuramente ci saranno stati contatti con le polizie tedesca e
francese e scommetterei la testa che queste avranno sicuramente
segnalato un po’ di nomi a loro noti e, fra questi, sicuramente ce ne
saranno stati di quelli che hanno fatto lo show di venerdì: perché non
sono stati respinti alla frontiera?
Altrettanto ci saranno stati italiani
provenienti da altre città fra le tute nere e diversi saranno stati noti
alle rispettive questure: come mai non si è cercato di individuarli e
neutralizzarli prima?
Poi l’Espresso ci ha fatto sapere che
buona parte di questi italiani e non, erano arrivati giorni prima (cosa
credibilissima, perché un’azione di guerriglia così complessa e
coordinata non si improvvisa la sera prima) ed erano accampati al Parco
di Trenno: non se ne è accorto nessuno?
Molta parte della preparazione è stata fatta via web: i servizi che fanno?
Tornei di scopone? Non venitemi a dire che non conoscono almeno una
parte dei siti “interessanti” da monitorare. Ed allora, come mai non si è
fatto nulla?
E poi, volete spiegarmi come hanno fatto
questi ad arrivare in piazza Cadorna, perfettamente bardati e con zaini
pieni di ogni ben di Dio? Sarebbe bastato sparpagliare per la città,
nella metro ecc. duecento agenti in borghese con un semplice telefonino
per segnalare i movimenti sospetti per poi fermare i singoli gruppetti.
Molti sarebbero sfuggiti, ma sicuramente sarebbero stati molti meno a
far gazzarra.
Ora sappiamo che non erano 500 ma forse
1.500, politicamente non cambia nulla perché si tratta sempre di un
numero irrilevante sul piano dei rapporti di forza, ma questo è ancora
più grave sul piano della prevenzione: fate arrivare 1.500 persone e non
ne filtrate neppure una?
Ed allora, signor Ministro, ci
felicitiamo per aver evitato morti e feriti, ma con il resto come la
mettiamo? Un Grande ci ha insegnato che “a pensar male si fa peccato ma
si indovina” e certo che se il governo aveva bisogno di un clima di unità nazionale,
se i ladri dell’Expo avevano bisogno che qualcuno deviasse l’attenzione
dalle inchieste scomode, se gli stessi organizzatori dell’Expo avevano
bisogno di far passare inosservati ritardi e pasticci, sono stati tutti
serviti nel migliore dei modi. Non arrivo a sostenere che tutti i 1.500
neo black blok siano provocatori e forse non c‘era neppure bisogno di
qualche infiltrato (per quanto la cosa non mi sorprenderebbe), molto
probabilmente è bastato lasciarli fare, affidandosi alla loro naturale
imbecillità. E’ bastato non intervenire... appunto.
Un’ultima riflessione:
non mi è affatto piaciuta la gogna mediatica cui è stato esposto quel
ragazzino, che ha concesso incautamente l’intervista al Tgcom (ma come
lavorate, amici giornalisti, vi sembra deontologicamente decente un
servizio del genere?!) e poi ha ritrattato scusandosi (probabilmente
costretto dai genitori). Quello era un ragazzino ingenuo, diversamente
si sarebbe guardato bene dal dare candidamente quella intervista ed a
viso scoperto per giunta. Quindi sicuramente non c’entra con quelli che
hanno fatto i danni.
Ha espresso in modo piuttosto confuso un
malessere che c’è fra quelli della sua generazione, e nel modo più
spoliticizzato possibile, come ho scritto nel primo pezzo
(di cui ora un po’ mi pento per aver oggettivamente fiancheggiato questo
linciaggio mediatico). Anche se non sapeva articolare un discorso
ragionevole, le sue ragioni non sono più deboli per questo; si tratta di
farlo riflettere sul fatto che questi metodi sono quanto di peggio si
possa fare per ottenere i diritti rivendicati. E’ di uno di quei ragazzi
su cui è utile e necessario fare un intervento educativo, farlo
ragionare per recuperarlo e non è umiliandolo in questo modo che lo si
fa. Per questo lo difendo, come difendo Fedez che è stato, anche lui,
esposto ad una canea forcaiola per quello che aveva detto in precedenza
sul movimento No Tav (che è cosa ben diversa) mentre oggi con molta
ragionevolezza condanna questa azione senza senso.
Decisamente, amici giornalisti, fra tutti, siete i migliori allevatori di teppisti. Meglio di così non potreste fare.
Certo è che questo ignobile governo merita questa spregevole opposizione e questa ignobile opposizione merita questo spregevole governo. Sembrano fatti uno per l’altro.
Certo è che questo ignobile governo merita questa spregevole opposizione e questa ignobile opposizione merita questo spregevole governo. Sembrano fatti uno per l’altro.
Nessun commento:
Posta un commento