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11/09/2018

L’arrampicata sugli specchi di Di Maio sui 49 milioni fatti sparire dalla Lega

Di Maio ci ha preso per scemi. Oppure pensa che il suo elettorato sia composto da piccoli fans.

Da giorni ripete come uno scolaretto che non ha nessun imbarazzo rispetto alla vicenda giudiziaria della Lega riguardo ai 49 milioni.

Ha fatto la sua fortuna politica contando gli scontrini altrui ma in questo caso nessun imbarazzo.

Perché? “Perché la vicenda riguarda la gestione Bossi ed il suo cerchio magico”.

Più che una valutazione politica pare un’arrampicata di specchi. Infatti un partito non è un ristorante che cambia gestione, specialmente quando tutt’ora ci sono senatori, deputati, governatori e sindaci che con Bossi ci sono stati 20 anni (Salvini compreso). Ma la cosa più bella è che Salvini 6 mesi fa ha ricandidato colui, Umberto Bossi in persona, che col suo “nuovo” partito, secondo Di Maio, non c’entra più nulla. Lo ha candidato nei listini bloccati, cioè nella fetta di candidati sicuri del posto e calati dal partito. Che bel modo per dissociarsi da uno che aveva creato un cerchio magico e aveva rubato e messo in difficoltà il partito!

Bossi è stato mandato in Senato da Salvini per essere salvato dalle grinfie della giustizia italiana. Probabilmente è la tangente politica che Salvini deve pagare a Bossi in cambio del silenzio che non lo faccia coinvolgere nello scandalo.

Da tutta questa storia quello che ci esce con una pallina rossa al naso è Di Maio che ormai è la marionetta di Salvini.

Per capire come e perchè consigliamo la lettura di questo articolo pre elettorale del febbraio scorso

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