Faccia da smartphone
– Perché la devo registrare, la diretta Facebook? – Chiede l’ex ministro.
– Per sicurezza – risponde il social media manager.
L’ex ministro si punta lo smartphone in faccia
– Amici! Ci avete fatto caso? Da quando io non sono più al governo, la Borsa è in rialzo, lo spread scende, l’Unione Europea ci promette flessibilità – ridacchia – forse portavo sfiga.
– Stop!
– Che c’è?
– Questa cosa del portare sfiga è meglio non suggerirla neanche per scherzo.
– Ok. Riparto. Amici! Ci avete fatto caso? Da quando io non sono più al governo, la Borsa è in rialzo, lo spread scende, la credibilità dell’Italia è in ripresa...
– Stop!
– Che c’è ancora?
– Non è il caso di insistere sul fatto che senza di te le cose vanno meglio.
– Ma devo denunciare il complotto dei Poteri Forti! – Protesta l’ex ministro.
– Allora parti direttamente da quello.
– Ah, ok. Amici! È ormai chiara la manovra di Parigi, Berlino e Bruxelles. Volevano che io facessi cadere il governo. Io l’ho capito. E per questo ho fatto cadere il governo.
– Stop!
L’ex ministro scaglia lo smartphone sul pavimento.
– Che cazzo c’è stavolta?
Il social media manager gli si avvicina con aria conciliante. Gli porge il suo smartphone.
– Perché invece non parti col tuo cavallo di battaglia?
– Porti chiusi! – L’ex ministro afferra lo smartphone, e se lo punta in faccia.
– Amici! Un’altra ONG carica di clandestini sta cercando di violare i sacri confini della nostra Patria! Ma finché io sarò al Viminale...
– Stop!
– Cazzo!
– Scusa, ma tu non sei più al Viminale.
– Ma mi serve per la campagna elettorale!
– Beh, in realtà non è detto che si voti.
– Certo che si vota! Ci sono le regionali, le comunali, le condominiali… in Italia si vota sempre!
L’ex ministro torna a puntarsi lo smartphone in faccia.
– Amici! È in corso un furto di democrazia! Non vogliono farci votare!...
Vuoto elettronico
A prescindere dell’evidente possibilità di facili brogli, il cosiddetto voto elettronico sulla piattaforma Rousseau non possiede nemmeno i requisiti minimi necessari per la validità d’un voto popolare.
- Non è possibile certificare l’identità del votante. Potrebbe trattarsi d’un dodicenne loggato con la password del padre, della sorella, del vicino di casa. Potrebbe trattarsi d’un hacker che conosce migliaia di password. O di qualcuno che le conosce tutte.
- Non è possibile garantire la segretezza del voto. Il votante può essere circondato da amici, nemici, telecamere, o da un’intera troupe televisiva (come abbiamo già visto succedere). Inoltre, il login stesso rende ogni singolo voto firmato e facilmente riconoscibile per gli admin della piattaforma.
- Non è possibile accertare la libertà del voto. Per quello che ne sappiamo noi, il votante potrebbe anche avere una pistola alla testa.
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