Il presidente turco Erdogan ha incontrato da ieri ad Ankara Putin e Rohani, per un nuovo vertice sulla Siria, in cui discutere, tra l’altro, l'annunciata offensiva di Damasco contro l’ultima roccaforte dell’Isis a Idlib.
Si tratta del quinto vertice tra Erdogan, ostile alla Siria, con Putin e Rohani, intervenuti dal 2017 a sostegno del governo siriano. La Turchia appare preoccupata di una vittoria di Bashar al Assad ma la esterna come mera preoccupazione per un nuovo massiccio afflusso di rifugiati da Idlib, nella Siria nordoccidentale verso la frontiera turca. L’ultimo vertice trilaterale si era tenuto sette mesi fa a Sochi, in Russia.
In base a un accordo concluso lo scorso anno con la Russia, la Turchia dispone in quest’area di dodici posti di osservazione, uno dei quali al momento si ritrova circondato dalle truppe di Damasco che stanno riconquistando l’area.
Secondo l’Afp ripresa in Italia da Askanews, l’obiettivo del vertice, è quello di esaminare “gli sviluppi in Siria, in particolare a Idlib, ma anche le misure da prendere congiuntamente nel prossimo periodo per la cessazione del conflitto, l’attuazione delle condizioni necessarie per il ritorno dei rifugiati e l’applicazione di una soluzione politica”, ha dichiarato la presidenza turca in una nota.
Nonostante un fragile cessate il fuoco decretato il 31 marzo, nella regione continuano a verificarsi sporadici raid aerei dell’aviazione russa e di quella siriana. “In quest’area, è ancora presente un gran numero di terroristi (iii) e i combattenti continuano a sparare contro le posizioni delle forze governative”, ha detto venerdì il consigliere del Cremlino, Yuri Ushakov.
Ma il vertice dovrebbe anche valutare gli effetti sul campo di quanto sta avvenendo sull’Eufrate orientale, dove la Turchia ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti che prevede l’istituzione di una zona cuscinetto per separare il confine turco dalle aree siriane controllate dalle milizie curde Ypg, fino ad oggi sostenute da Washington ma che vengono considerate “terroriste” da Ankara.
Uno degli obiettivi di questa “zona di sicurezza” per Ankara è poter restituire alla Siria alcuni degli oltre tre milioni e mezzo di rifugiati siriani che adesso sono riparati in Turchia. Erdogan ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di reinsediarvi un milione dei 3,6 milioni di rifugiati siriani attualmente in Turchia, utilizzando la zona di sicurezza concordata con gli Stati Uniti per allontanare i curdi dal confine.
La Russia invece intende andare avanti sulla creazione di un comitato costituzionale responsabile della stesura della Costituzione per il post-guerra in Siria. Prima della conclusione del vertice a tre, però i tre leader terranno anche colloqui bilaterali. Al termine del summit trilaterale, Turchia, Iran e Russia dovrebbero presentare alla stampa internazionale una dichiarazione congiunta.
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