26/09/2019
La mozione Ue? Un’offesa anche ai volontari della Guerra di Spagna
Il 19 settembre 2019, il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza (535 voti a favore, 66 contrari, 52 astenuti) la Risoluzione “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”. L’Aicvas – Associazione Italiana Combattenti Antifascisti di Spagna – denuncia le numerose e gravi inesattezze proprio dal punto di vista della memoria storica contenute nel documento, pieno di omissioni e infarcito di affermazioni inaccettabili.
Nella risoluzione si sostiene che la strada della Seconda Guerra Mondiale è stata aperta dal patto di non aggressione tedesco-sovietico (Patto Molotov-Ribbentrop dell’agosto del 1939), senza citare, invece, il Patto di Monaco che, nel 1938, vide come protagonisti – oltre a Germania e Italia – anche Regno Unito e Francia, che consegnò di fatto la Cecoslovacchia alla Germania nazista.
Né una parola è stata dedicata alla politica di non intervento nella Guerra Civile spagnola sostenuta dal 1936, che naturalmente la Germania hitleriana e l’Italia fascista non rispettarono, il che permise l’instaurazione di un regime fascista in Spagna e il rafforzamento degli eserciti nazista e fascista.
Il documento prosegue invitando i Paesi membri a rifiutare attivamente ogni forma di totalitarismo, cosa sulla quale non possiamo che concordare, ma pone sullo stesso piano nazismo e comunismo.
Il quadro internazionale imposto dall’accordo di Yalta ha condizionato in diversi modi e gradi lo sviluppo democratico ed economico di molti Paesi. I cambiamenti geopolitici attuali permettono di criticare e denunciare i limiti di quell’accordo. Tuttavia, riteniamo questa equiparazione un’autentica sciocchezza dal punto di vista storico e una infamia, se si pensa al contributo enorme dei comunisti alla lotta di liberazione e alla costruzione di un’Europa democratica e solidale.
Si può pensare quello che si vuole del socialismo realizzato, dei suoi errori e delle sue tragedie, ma non si può ignorare che ci sono differenti modi di coniugare l’ideologia comunista, e non la si può liquidare identificandola unicamente con lo stalinismo e i suoi derivati, di cui furono soprattutto i comunisti le vittime principali.
Nella risoluzione, invece, è assente qualsiasi riferimento al ruolo dell’Unione Sovietica nella sconfitta del nazismo, dimenticando che ha avuto 22 milioni di morti nella Seconda Guerra mondiale e che è stata l’Armata Rossa a liberare Auschwitz e a conquistare Berlino.
Lo scrittore americano Ernest Hemingway ebbe a dire: “Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti alla Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita”.
Comunque, ed è la cosa che più ci importa come associazione di memoria storica, il comunismo è stato concepito da milioni di uomini e donne come un ideale di libertà e di giustizia sociale. Questo ideale ha nutrito le lotte per l’emancipazione nei Paesi di appartenenza e la partecipazione alla guerra di liberazione in tutta Europa e non solo.
Tra le sue conclusioni, il documento invita i Paesi membri a rimuovere ogni riferimento simbolico, oltre che al nazismo, al comunismo.
Ci chiediamo che cosa avverrà dei monumenti che, specialmente nell’Europa dell’Est, commemorano la resistenza al nazismo e celebrano le vittorie dell’Armata Rossa.
La questione non è di secondaria importanza se si pensa che stanno per iniziare le celebrazioni della Seconda Guerra Mondiale e che la Russia, che ha cessato di richiamarsi al comunismo da lungo tempo, è stata esclusa da queste celebrazioni.
Il documento contiene anche un accenno a minacce esterne non meglio precisate, il che fa sorgere alcune preoccupazioni sugli attuali equilibri del continente europeo, rispetto ai quali sarebbe auspicabile una maggiore prudenza al fine di scongiurare il pericolo di ulteriori guerre.
L’AICVAS è l’associazione italiana che raccoglie l’eredità dei combattenti internazionalisti che accorsero in Spagna da 53 Paesi per difendere la Repubblica e scongiurare il pericolo del fascismo, costituendo l’esempio più luminoso di solidarietà internazionale. E proprio in quanto associazione di memoria storica, ribadendo la propria condanna di ogni totalitarismo, dichiara il proprio disaccordo nei confronti della Risoluzione del Parlamento Europeo, il proprio stupore per l’evidente ignoranza storica, la propria indignazione per la cancellazione del ruolo degli antifascisti nella sconfitta del nazismo, molti dei quali in Francia, in Belgio, in Italia, in Iugoslavia e in altri Paesi erano reduci delle Brigate Internazionali.
24 settembre 2019
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