Chi ha la memoria corta (eppure il costo delle tariffe del gas e della luce non dovrebbe sfuggirgli) dovrebbe ricordarsi che la stessa cosa era avvenuta esattamente un anno fa.
Dopo gli aumenti già scattati a luglio del 2018, dal primo ottobre dello stesso, secondo quanto stabilito anche in quel caso dall’Arera (Autorità per l’energia), la luce era aumentata del 7,6% (pari a 32 euro in più nell’anno ‘scorrevole’ 2018), mentre il metano del 6,1% (+ 61 euro).
Secondo le autorità, a causare questo aumento delle tariffe di gas e luce lo scorso anno erano stati, in particolare, l’aumento delle materie prime energetiche, la crescita del prezzo dei permessi di emissione di CO2 e lo stop dei reattori nucleari in Francia.
Le cause che invece l’Autority invoca quest’anno sono, testualmente, le seguenti:
“Andamento stagionale, riduzione della produzione di gas olandese, alcune restrizioni all’accesso ai gasdotti di transito europei sono tra i fenomeni che spingono verso l’alto il prezzo del gas, ancora predominante anche nella produzione elettrica. Sempre in materia di produzione elettrica pesano i timori per un possibile calo della produzione francese nei prossimi mesi, a causa dei problemi in alcune centrali nucleari. A questo si aggiungono le recenti tensioni geopolitiche, legate agli attacchi alle piattaforme petrolifere saudite, che hanno influenzato le quotazioni delle principali commodity energetiche”.A luglio 2018 erano così scattati gli aumenti del 6,5% per la luce e dell’8,2% per il gas. Facendo la somma solo nel 2018 stiamo parlando del 14,1% di aumento sull’elettricità e del 14,3% sul gas. E adesso si parla di nuovi aumenti del 2,6% sulla luce e del 3,9% sulle bollette del gas. Fatevi le somme e guardate in poco più di un anno di quanto sono aumentate le tariffe di due beni ormai essenziali come gas e luce. I salari non sono affatto aumentati proporzionalmente.
Il meccanismo della scala mobile (per i più giovani; non si trattava delle scale mobili delle metropolitane o nei centri commerciali, ma di un meccanismo automatico che adeguava i salari all’aumento dei prezzi e che era stato conquistato con durissime battaglie dei lavoratori, ndr), come noto è stato abolito definitivamente nel 1993 nell’orgia dell’applicazione del Trattato di Maastricht e della concertazione tra CgilCislUil, governo e Confindustria. Dicevano che era la causa dell’inflazione.
Adesso con i vincoli di bilancio, l’austerity, i diktat dell’Unione Europea, hanno abbattuto talmente l’inflazione da aver portato il paese in deflazione. E allora che fanno? Aumentano i salari dei lavoratori e delle lavoratrici? No, aumentano i prezzi e le tariffe per farla ripartire.
Ci sarebbe da bloccare il paese, fermare le fabbriche e gli uffici, andare con la gente sotto la sede dell’Autority, ma per ora stanno tutti zitti. Non disturbate il nuovo governo, lasciatelo lavorare e poi l’Autority dicono che è “una autorità indipendente”. Da chi??!!
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