Cosa cambia a destra con il governo Conte bis?
Sono trascorse poco più di due settimane da quando abbiamo condiviso con i compagni le nostre riflessioni (1)
sulle cause e gli sviluppi possibili della crisi politica che ha
determinato l'aborto del primo esecutivo Conte, e la nascita del
secondo. Altri compagni, nel corso di questi giorni, si sono incaricati
di dettagliare come sotto il nuovo vestito giallo-blu dell'alleanza
M5S-PD non ci sia, in realtà, nulla di diverso rispetto a ciò che
abbiamo vissuto in 14 mesi di governo giallo-verde.
Non ci dilungheremo, quindi, sulla continuità che l’avvicendamento tra PD e Lega ha prodotto in materia di:
- gestione dei flussi migratori (2);
- economia (3);
- grandi opere (4);
- politiche di ordine pubblico e repressione della opposizione politica (5);
In questa ci sede ci interessa condividere, invece, alcune
speculazioni sugli smottamenti che stanno percorrendo l’universo
politico dello schieramento a noi avverso: la destra in tutte le sue
declinazioni, da quella liberale del PD fino a quella dichiaratamente
fascista di CasaPound.
Si tratta di un campo estremamente vasto, di fatto la quasi totalità
della “offerta politica nazionale” che copre sia l’ambito parlamentare
sia quello extra parlamentare.
Forza Italia
Mentre la Lega scalava le classifiche dei sondaggi grazie alla
strategia balneare di Salvini, il primo smottamento verificatosi nella
politica “istituzionale” è stato quello dentro Forza Italia (6), che va in frantumi sulla nomina del nuovo coordinamento di presidenza.
Giovanni Toti, infatti, escluso dalla rosa, esce dal partito e forma Cambiamo! portando con se 5 parlamentari forzisti e aprendo la diaspora dal soggetto che per vent’anni è stato il successore della balena bianca. Archiviata la cronaca sul de profundis berlusconiano, i punti a nostro avviso meritevoli di attenzione sono due:
1) la rottura è stata aperta dall’unico soggetto di Forza Italia che
detiene ancora un margine di potere reale, con relative ramificazioni
sul territorio, Toti appunto;
2) l’assenza di strepiti da parte del puparo di Forza Italia,
Berlusconi, che ci conduce direttamente al secondo fatto degno di nota
in questa turbolenta estate politica.
Mediaset diventa MFE – Media For Europe
La mancanza di coesione delle frattaglie accampate in Forza Italia, a
nostro avviso non è determinata tanto dall’esaurirsi della verve di un
Berlusconi ormai ottuagenario, ma il risultato dei mutati interessi del
gruppo Mediaset, che da azienda su scala nazionale è divenuta holding
continentale (7), e non poteva essere altrimenti.
La speculazione di borsa sul titolo Mediaset che nel 2011 convinse
Berlusconi a lasciare Palazzo Chigi a Monti, fece chiaramente capire al
primo che il tempo della gestione ad personam del potere non
poteva più darsi entro i patri confini, ma imponeva l’azione di lobbismo
su scala continentale. Il cambio di paradigma del business audiovisivo,
che dall’etere si è trasferito alla fibra ottica dei campioni del
digitale (Netflix su tutti) ha fatto il resto, indicando il cambio di
prospettiva come obbligato, quanto meno alle nuove leve del clan
berlusconiano.
Da notare che questa mutazione consegna al ristretto universo del capitale transnazionale (8)
l’ennesimo “campione” industriale ancora basato in Italia, con tutto
quel che ne consegue a livello d’impoverimento generale del “sistema
paese”.
Night boat to Cairo
Un sistema paese in cui i “media tradizionali” continuano comunque ad
avere un peso determinante nella costruzione del sentire comune, che
solo in parte è stato eroso dall’universo digitale.
L’ultimo lustro e in particolare l’ascesa di M5S e Lega, hanno
dimostrato che i due mondi, a livello di costruzione d’immaginario e
coscienza comune, sono complementari. Le tendenze, infatti, le lancia la
rete, ma è soltanto con la spinta dei media tradizionali, televisioni in particolare, che diventano egemoni nel discorso pubblico.
Da questo deriva il peso che continuano a detenere tutti i soggetti più o meno credibili (9)
che si muovono nell’agone mediatico, in special modo coloro che ne
determinano priorità ed obiettivi, tra i quali c’è sicuramente Urbano
Cairo.
Sulle ipotesi di una sua discesa in campo si sono già espressi con acume i compagni di Infoaut (10), in particolare indicando possibili convergenze tra il padrone del gruppo RCS e il da poco fuoriuscito dal PD Carlo Calenda.
A noi preme porre l’accento su come le rappresentanze politiche del
padronato, quando le dimensioni del capitale si percepiscono limitate
dai confini nazionali, risultino tutte sistematicamente dirette verso
quel centro di gravità che è la UE. Crediamo sia la dimostrazione
empirica di come l’Unione funzioni da concentratore di capitali, per di
più nel momento in cui emergono nuovi scenari di crisi a livello
continentale.
Cambio di passo nella destra estrema?
Fin qui la politica “istituzionale”.
Fuori dalle aule parlamentari e dai circoli economici, invece,
l’estate ha registrato la presunta retrocessione dei mazzieri di
CasaPound, che dalla forma partito sostengono di voler tornare a quella
esclusivamente movimentista (11).
La notizia pareva l’epilogo obbligato alla scalata con cui la Lega
salviniana stava fagocitando tutto quanto si muovesse alla propria
destra. A distanza di tre mesi, tuttavia, il passo indietro di Gianluca
Iannone e camerati pare invece funzionale al mettersi a servizio di un
piano più strutturato.
Ci riferiamo al
progetto politico di Diego Fusaro che, allo stato attuale (12),
sembra intenzionato a egemonizzare l’universo degli “scontenti”;
in buona sostanza, quindi, tutto quel che non fa parte
dell’elettorato liberale. Del resto verso quest’ultimo è
già indirizzata un’offerta politica sovrabbondante, che
probabilmente è giunta a saturazione con Italia Viva di Renzi (13).
La normalizzazione
del M5S e la sostanziale omologazione della dialettica populista sui
toni esclusivi della destra lasciano, invece, ampi ed inquietanti
spazi di manovra al progetto di Fusaro, che in potenza potrebbe
essere capace di inglobare, a seguito di una possibile crisi di
Salvini, parte dell’elettorato leghista su posizioni ancora più
apertamente di destra estrema, potendo contare, almeno sulla carta,
su reti clientelari, affaristiche e squadriste che nulla hanno da
invidiare alle spalle massoniche che continuano a muovere Renzi.
Note
1) https://www.citystrike.org/2019/09/04/governo-conte-cause-della-crisi-e-possibili-sviluppi-futuri/
2)
http://contropiano.org/news/politica-news/2019/09/07/niente-attracco-per-la-nave-alan-kurdi-dal-viminale-porti-chiusi-ma-con-umanita-0118527
3)
http://www.emilianobrancaccio.it/2019/08/28/in-fondo-si-somigliano/
;
http://temi.repubblica.it/micromega-online/l-uomo-del-fiscal-compact-all-economia-ecco-chi-e-il-neoministro-gualtieri/
4)
http://contropiano.org/corsivo/2019/09/08/diversamente-leghisti-0118542
5)
http://contropiano.org/news/politica-news/2019/09/18/salvini-governa-ancora-0118816
6)
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/08/01/forza-italia-berlusconi-tenta-la-rivoluzione-e-il-partito-implode-toti-lascia-carfagna-tradita-non-faro-parte-del-comitato-di-liquidazione/5362990/
7)
http://contropiano.org/news/news-economia/2019/09/05/mediaset-diventa-un-gruppo-europeo-ecco-dove-nasce-il-pragmatismo-di-berlusconi-0118479
8) il termine
transnazionale non è usato a caso. Fatte salve poche eccezioni (come
le holding in cui il capitale è formalmente in mano pubblica: FSI,
Leonardo, ENI…) il resto delle holding oltre ad avere congrui
interessi sui mercato comunitari e mondiali hanno portato oltre
confine pure le sedi legali e fiscali (che spesso non coincidono),
configurandosi dunque come soggetti apolidi a differenza delle
multinazionali “classicamente” intese, in special modo quelle
statunitensi, che hanno comunque mantenuto la testa entro i confini
del proprio imperialismo di riferimento.
9) tra i meno
credibili c’è Flavio Briatore, un Berlusconi in sedicesimi che si
è comunque sentito in dovere di provarci lanciando il suo Movimento
del fare.
http://contropiano.org/news/politica-news/2019/08/17/ma-come-hanno-ridotto-questo-paese-anche-briatore-pronto-a-entrare-in-politica-0118095
10)
https://www.infoaut.org/italian-connection/night-boat-to-cairo
11)
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/27/casapound-lannuncio-di-iannone-finisce-nostra-esperienza-come-partito/5285035/
12)
https://www.wired.it/attualita/politica/2019/09/19/vox-fusaro-nuovo-partito/
13)
http://contropiano.org/news/politica-news/2019/09/17/grandi-giochi-a-destra-renzi-esce-dal-pd-0118776
Fonte
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