È deceduto l’altra mattina, all’età di 86 anni, l’ex Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac. Come più volte capitato con diversi personaggi della Prima Repubblica in Italia, che una volta deceduti vengono lodati per l’indiscutibile caratura personale e l’incredibile indole di gran statista, offuscandone completamente le vili nefandezze politiche, lo stesso sta accadendo in queste ore su molte televisioni e testate giornalistiche francesi.
Ebbene, proprio in queste situazioni è necessario impedire che una narrazione falsata si sostituisca alla realtà storica dei fatti e delle responsabilità politiche. Per questo, ci teniamo ad esprimere il nostro ricordo di Jacques Chirac.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac è colui che, durante un discorso a Orléans nel 1991, quando era sindaco di Parigi, pronunciò quell’espressione de “le bruit et l’odeur” (il rumore e l’odore) riferendosi ai presunti disagi causati da alcuni immigrati in Francia. Un linguaggio che non aveva nulla da invidiare allo sprezzante razzismo xenofobo di Jean-Marie Le Pen, padre di Marie Le Pen e del Front National.
Di fronte a queste critiche, Chirac non nascose una certa simpatia verso Le Pen: “Non vedo perché dovrebbe avere il monopolio di mettere in evidenza i problemi reali”. Questa dichiarazione intrisa di disprezzo e razzismo rimase segnata nella memoria di molti, tanto che qualche anno più tardi il gruppo rock Zebda pubblicò nel suo secondo album la canzone “Le Bruit et l’Odeur”: “Chi ha costruito questa strada? / Chi ha costruito questa città? / Chi ci vive? / A chi si lamenta del rumore / A chi condanna l’odore / Io mi presento…”.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac, dopo esser stato a lungo sindaco di Parigi, una volta divenuto Primo Ministro nel 1986 fece saltare il progetto di costruzione di 10.000 alloggi ad affitto moderato (HLM, Habitation à Loyer Modéré) e firmò una nuova legge sul diritto all’abitare (la Loi Méhaignerie) che aprì ad un periodo di sfrenata speculazione immobiliare, soprattutto nella capitale francese dove si fece sentire enormemente la pressione sociale del processo di gentrificazione dei quartieri popolari nella parte est della città.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac è stato uno degli apripista della lunga serie di privatizzazioni in Francia. Il primo governo guidato da Chirac, sotto la presidenza Mitterand, attaccò le grandi nazionalizzazioni del 1981-1982, lanciando un piano che dal 1986 al 1988 portò alla privatizzazione di Saint-Gobain, CGE, Havas, TF1 e Suez, nonché le banche Paribas, BTP, BIMP, CCF e Société Générale, oltre alla vendita della Compagnie générale de constructions téléphoniquese della Mutuelle générale française.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac nel 1995 decise di rompere la moratoria – voluta nel 1992 da Mitterand – contro i test nucleari nel Pacifico; ciò portò ad una ulteriore campagna di esperimenti e prove nucleari in Polinesia, sostanziando l’impostazione neocoloniale e la distruzione ambientale nei confronti dei territori nel Pacifico.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac è stato nel 2006 tra i promotori dell’introduzione del Contrat Première Embauche (CPE), nell’idea un contratto di lavoro riservato ai giovani al di sotto dei 26 anni per combattere la disoccupazione giovanile, ma in realtà un dispositivo di precarizzazione estrema visto che prevedeva la possibilità di licenziamento entro due anni senza nessuna motivazione giustificata.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac è stato uno dei più fermi e convinti sostenitori dell’ideologia di Françafrique e dei presidenti Paul Biya e Idriss Déby, accusati della deriva autoritaria e della repressione degli oppositori politici in Camerun e Chad, rispettivamente.
Magari non tutti sanno che Jacques Chirac è stato il primo capo di stato francese ad essere condannato dalla giustizia nel caso giudiziario degli impieghi fittizi negli uffici comunali di Parigi. Nel 2011, l’ex Presidente della Repubblica fu giudicato colpevole di abuso d’ufficio, appropriazione indebita di fondi pubblici e appropriazione illegale di interessi, per aver fatto pagare ai contribuenti parigini gli stipendi di diversi impiegati che lavoravano invece presso la sede del Rassemblement pour la République e alla sua campagna elettorale.
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