di Alessandra Daniele
Salvini
non appartiene al popolo. È un politico di professione che da 26 anni
incassa stipendi a cinque cifre dallo Stato senza mai guadagnarseli,
perché è campione europeo di assenteismo e fancazzismo.
Salvini non rappresenta il popolo. Secondo il 34% delle elezioni
europee, calcolata l’astensione, rappresenta soltanto meno di 2 elettori
su 10. Dato reale che persino i sondaggi più favorevoli confermano.
Il “popolo”, la massa indistinta di cui parla Salvini, di fatto non
esiste nemmeno. Esistono le classi sociali, con interessi diversi e
confliggenti, e la Lega, come sempre, rappresenta quelli delle classi più
ricche, con la Flat Tax, l’Autonomia differenziata, i decreti Sicurezza
indirizzati anche a reprimere le manifestazioni.
Più che alla categoria dell’italiano medio, Salvini appartiene a quella
dell’italiano indice: l’unica cosa che fa per i ceti sfruttati è
indicargli un capro espiatorio.
Nonostante il cambio di facciata, dal secessionismo al nazionalismo,
l’essenza della propaganda leghista rimane infatti invariata.
Istigazione all’odio razziale.
Il resto è costume.
Lo stesso Salvini in fondo non esiste, è un costrutto mediatico, una
fake news, come il suo presunto, inesistente acume politico.
A livello internazionale, il suo putinismo è così sbracato da risultare
indigesto persino a Putin, mentre le sue minacce e i suoi maldestri
ricatti in Europa sono riusciti soltanto a isolarlo del tutto anche dai
potenziali alleati.
Oltretutto, nessun leader estero può permettersi di sembrare un
calabraghe agli elettori del suo paese. Anche per questo esiste la
diplomazia: per consentire a tutti i coinvolti nelle trattative di
presentarne il risultato in patria come una vittoria, o comunque un
accordo equo e reciprocamente vantaggioso.
A livello nazionale, Salvini ha pugnalato alle spalle Di Maio, che
chiedeva soltanto di servirlo in eterno, dando modo a Grillo di
finalizzare l’accordo col PD, e a Renzi di attrezzarsi per sottrargli,
dopo il governo e la scena, anche le spoglie di Forza Italia. La mossa
del Cazzaro.
Tutto quello di cui Salvini è capace è comiziare, per riempire le
piazze. E sembra non essere più tanto bravo nemmeno in quello: a
giudicare dal numero reale (non quello sparato dai leghisti) e dall’età
media dei partecipanti all’adunata di Pontida, si trattava perlopiù di
anziane truppe cammellate, trasportate coi pullman di partito.
Salvini è un’allucinazione collettiva. Un Golem di fuffa creato dalla
propaganda. Basterebbe interrompere la sua sovraesposizione su tutti gli
schermi, e in breve tempo si dissolverebbe.
Salvini però è di fatto la migliore risorsa a disposizione
dell’establishment europeista, perché gli dà la possibilità di
etichettare tutti gli oppositori come dementi neonazisti, e di
congelare il voto di protesta all’opposizione, al di là del cosiddetto
“Cordone Sanitario Antifascista”, col Front National di Marine Le Pen.
Il faccione farneticante di Salvini quindi resterà in circolazione
ancora per un po’, a sudare, sbraitare, spammare video monologhi come un
complottista di YouTube, e magari vincere qualche amministrativa, per
continuare a svolgere la sua funzione di spauracchio.
Di Uomo Nero d’Europa.
È la sua Nemesi.
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