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18/09/2019

Governo e “casta” sindacale tornano a concertare, per eliminare il pluralismo

La giornata di oggi sembra segnare la ripresa della concertazione tra la casta sindacale e il governo Conte bis. Lo scambio tra salario minimo e legge sulla rappresentanza previsto nel programma di governo, la convocazione odierna solo dei sindacati complici e la firma all’INPS degli atti necessari alla realizzazione dell’infame accordo del 10 gennaio dicono chiaramente che Cgil Cisl Uil sono tornate al governo al seguito di Zingaretti e, sembrerebbe, anche dei 5 Stelle in versione europeista.

Ormai sono circa 40 anni che chiediamo una legge che garantisca criteri oggettivi e non monopolistici sulla rappresentanza e la rappresentatività sindacale. Sono circa 40 anni che non si riesce a realizzarla per l’assoluta contrarietà dei sindacati che detengono abusivamente il monopolio della rappresentanza. Ora sembra approssimarsi una legge che blinda, chissà per quanti anni ancora, l’impero economico e politico creato da Cgil Cisl Uil utilizzando le risorse rastrellate dagli stipendi dei lavoratori e sostenuto attraverso i regali ottenuti con il welfare aziendale, gli enti bilaterali ecc.

Il pluralismo sindacale va garantito, così come si garantisce quello politico. Adottare l’accordo tra le parti del 10 gennaio e farlo diventare legge dello Stato è una dimostrazione di subalternità totale a quei soggetti che hanno contribuito a rendere il lavoro sempre più povero e schiavo dei profitti. USB ha sempre sostenuto la necessità di introdurre un salario minimo contrattuale, non è però disponibile a scambiarlo con un rinnovato monopolio della rappresentanza per il sindacato unico Cgil Cisl Uil.

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