La vendetta viene consumata con calma, ai piani semialti del potere...
La Digos di Torino stamattina ha arrestato nelle loro case un numero imprecisato di compagni anarchici ritenuti responsabili degli scontri del 9 febbraio scorso, in città, in occasione dello sgombero dell’Asilo occupato. Hanno partecipato anche le questure di Milano, Ravenna, Sassari, Trento e Cuneo, a seconda delle città di residenza degli arrestati.
Per capire meglio la “serietà” delle motivazioni, basta guardare ai reati contestati: lesioni aggravate, resistenza a pubblico ufficiale a danneggiamento e imbrattamento. Le “lesioni” dovrebbero essere quelle riportate dagli agenti in servizio, e anche i sassi sanno che i medici militari sono piuttosto generosi nel concedere giorni di “malattia”.
Solo che poi quei venti-trenta giorni di ferie aggiuntive diventano un’aggravante per chi si ritrova sotto indagine. Se c’è stata una “lesione” da trenta giorni di prognosi, in pratica, è come se si fosse sfiorato il tentato omicidio...
Il resto – “resistenza” e “imbrattamento” – fanno quasi ridere, visto che la prima è “autocertificata” di default dai rapporti di polizia e la seconda, al massimo, potrebbe comportare una multa. Lieve, peraltro.
E invece il tutto viene condito come “maxi blitz”, “grande operazione sotto la guida della Direzione centrale della Polizia di prevenzione”, con relativi titoloni sui giornaloni... Tanto “sono anarchici”, si può fare loro di tutto, nessuno se ne preoccuperà troppo.
Altri 11 arresti erano stati effettuati il giorno degli scontri, per cui la resistenza offerta allora si trova a pagare un prezzo mostruoso e senza altra motivazione che “terrorizzare” le resistenze future.
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