Il disastro di Ravanusa, con il suo carico di morte e rovine, è il prolungamento del carico di morte e rovine che ha colpito Catania e il resto della Sicilia durante le alluvioni di novembre. Un filo unico collega questi disastri: le pessime condizioni del territorio, il rischio idrogeologico, la mancanza di manutenzione, la cementificazione, i cittadini considerati utenti.
Il centro storico di Ravanusa da anni continua a franare, altissimo il rischio idrogeologico, dove insiste una frana, a valle di Corso Della Repubblica fino alla zona del Canale, che ufficialmente dovrebbe essere monitorata dal Comune e dalla Protezione civile, nello specifico: via San Francesco, via Ibla, via Dante Alighieri, via San Giuseppe, Corso della Repubblica e il quartiere ‘Mastro Dominici’.
L’amministrazione di Ravanusa nel 2018 ha ottenuto un primo stralcio di 7 milioni di euro per avviare un progetto contro il dissesto idrogeologico e la frana che interessa l’area a valle del centro storico.
Un progetto per attivare e consolidare le condizioni di sicurezza e per arrestare lo scivolamento a valle dell’intero centro abitato. 7 milioni di euro per realizzare paratie di pali per consolidare il suolo.
7 milioni di euro anche per mettere a regime le acque superficiali, adeguare le sezioni idrauliche di deflusso dove risultano insufficienti allo smaltimento della portata dell’acqua. Oltre al ripristino della rete fognaria.
È ovvio che prima di tutto viene la vita umana, e la nostra vicinanza e la nostra solidarietà oltre alle cittadine e ai cittadini di Ravanusa, va agli instancabili lavoratori Vigili del Fuoco impegnati nei soccorsi. Ma ciò non ci impedisce di chiedere e di chiederci: che cosa è stato fatto realmente a Ravanusa per mettere in sicurezza il territorio e la cittadinanza tutta?
La strage di sabato sera 11 dicembre a Ravanusa è stata causata probabilmente dal collassamento del terreno che ha investito la condotta di Italgas.
ASIA USB Sicilia chiede un intervento immediato da parte della Regione Siciliana in tutti i territori dell’arcipelago siciliano che mostrano pericoli di collassamento del territorio e per la messa in sicurezza della cittadinanza e delle abitazioni.
ASIA USB Sicilia chiede che venga resa pubblica dalla Protezione Civile regionale la mappatura dei centri urbani dove c’è pericolo di crolli e di frane.
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