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03/04/2013

Cile, gli studenti rilanciano la protesta

Una manifestazione di massa con centinaia di arresti e un'escalation di riots notturni nel pieno centro di Santiago hanno rimesso al centro dell'attenzione della società cilena la protesta di decine di migliaia di studenti, medi e universitari, proprio in questi giorni. Una protesta che, lungi dall'essere occasionale, continua con diversi livelli di intensità da oltre due anni, e ha contribuito a generalizzare il dissenso verso le politiche neoliberiste del governo di Sebastian Piñera e del ministro dell'educazione Harald Beyer.

Il 28 marzo, su chiamata delle principali sigle studentesche, una manifestazione (marcha estudiantil) di ottantamila studenti ha percorso in lungo e in largo le lunghe avenues della capitale. Un corpus di studenti, molti dei quali giovanissimi, molto colorato e determinato, accompagnato dalla solidarietà crescente di anziani e disoccupati che si sono uniti al corteo.

Evidentemente il Governo in carica ha mal digerito la grandezza numerica della manifestazione in prossimità di nuove elezioni. Così il corteo è stato deliberatamente attaccato dai Carabineros, che con blindati dotati di cannoni lancia-acqua e lanci di gas lacrimogeni hanno letteralmente spezzato in due la manifestazione, scatenandosi in una caccia al manifestante che da almeno due anni a questa parte è una consuetudine delle forze repressive. Una forzatura indiscriminata che ha visto le fila maggiormente ribelli di studenti opporre resistenza con barricate incendiarie e lanci di pietre. Alla fine della giornata gli arresti, di cui la maggiorparte del tutto arbitrari, erano stimati in più di trecento. Molte persone dall'interno della manifestazione han potuto filmare/fotografare gli arresti immotivati di ragazzi sotto i 15 anni e, in alcuni casi, le molestie di alcuni carabineros intenti a palpeggiare delle studentesse prima di caricarle nei furgoni blindati.

La denuncia degli abusi di polizia relativi alla giornata del 28 Marzo è stata netta da parte delle organizzazioni studentesche, meno dalla “società civile” grazie al lavoro di censura – mistificazione operato dalle principali emittenti televisive in questi giorni. Ciononostante, una risposta determinata alla repressione si è data nella notte tra il 30 e il 31 marzo, lungo le strade del centro di Santiago, quando centinaia di ragazzi incappuciati hanno bloccato le strade secondarie con barricate incendiarie, ingaggiando per diverse ore il conflitto con i Carabineros. Lancio di lacrimogeni, getti d'acqua e pallottole di gomma da una parte, sassi e molotov dall'altra. Numerosi i blindati dati alle fiamme e decine le vie rimaste impraticabili per ore e ore nel cuore della capitale.

Torna a prendere slancio dunque la protesta studentesca, alimentata anche dalla recente serie di scandali nell'ambito dell'educazione universitaria che dimostrano come questa si sia convertita in un “vile affare” con il coinvolgimento attivo del ministro dell'educazione nell'alimentare i casi di lucro. Per l'analista Waissbluth è indubbio che il contesto di crescenti proteste in periodo pre-elettorale porrà la questione educativa come un problema ineludibile di tutte le forze politiche in campo e per chi aspira al mandato di nuovo presidente del governo in Cile.


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