Le istituzioni livornesi continuano, con
l'appoggio del fedele quotidiano locale, a fantasticare sopra le
opportunità del rigassificatore Olt e proseguono a fare operazioni di
facciata presentando le briciole di progetti e convenzioni fra Olt e
amministrazione, come grandi ricadute. Come ormai scriviamo da mesi, il
rigassificatore è una palla al piede per chi ci ha investito e
presto lo diventerà anche per il nostro territorio. La fine degli
incentivi pubblici, il ridimensionamento del ruolo strategico del gas
naturale liquido e la difficoltà di reperirlo stanno diventando ostacolo
per molti rigassificatori e per quello di Livorno in particolare. Il
governo ha inoltre detto che non autorizzerà più nessun progetto
riguardante rigassificatori sul territorio italiano.
Proponiamo di seguito un articolo uscito questa mattina sul Secolo XIX di Genova (sui quotidiani livornesi invece tutto tace...) che segue altri che abbiamo già commentato e che definivano il rigassificatore un incubo, specialmente per la multiutility genovese che ci ha investito.
red. 2 aprile 2013
RIGASSIFICATORE OLT: Iren ed E.On alzano bandiera bianca
Genova - A meno di tre mesi dal
previsto arrivo del rigassificatore Fsru Toscana al largo della costa di
Livorno, Olt Offshore Lng (controllata da Iren ed E.On con il 46,7%
ciascuna) abdica alla gestione dell’impianto e decide di mettere in
vendita l’intera capacità di rigassificazione della ex nave norvegese
Golar. Detto in altri termini, Olt non è più interessata ad alimentare
l’impianto direttamente, ma ha deciso di “affittarlo” ad altri
operatori.
La procedura pubblica di
cessione della capacità è stata avviata ieri. L’azienda conferma la
notizia, spiegando di vendere «tutta la capacità del terminale a tutti
gli operatori interessati». In base alle richieste che arriveranno,
saranno definiti i «programmi di utilizzo».
Costato
tra gli 830 milioni di euro (dato ufficiale, ma risalente al 2009) e
il miliardo di euro, il terminale di Livorno ha una capacità di
rigassificazione annua pari a 3,75 miliardi di metri cubi di gas
naturale ed è il secondo in Italia per dimensione dopo quello di
Rovigo. Il rigassificatore è in grado di ricevere navi metaniere «tra i
65mila e i 155mila metri cubi di capacità di trasporto», si legge nel
documento, e conta su una capacità di stoccaggio pari a 135mila metri
cubi.
Ad oggi, e come messo in luce dal Secolo XIX
lo scorso 13 marzo, la società governata dagli amministratori delegati
Peter Carolan (E.On) e Valter Pallano (Iren) continua a non essere
nelle condizioni di alimentare l’impianto, non avendo siglato contratti
di fornitura di gas naturale liquido né spot né di lungo termine. Olt
conferma, ribadendo le argomentazioni che già due settimane fa aveva
espresso a questo giornale. E cioè che le «forniture spot» negli ultimi
anni «si sono rivelate più economiche dei classici contratti di lungo
periodo». La società si era anche detta, lo ribadisce, «in grado di
cogliere le opportunità di mercato che si verificheranno».
Ma
in attesa di cogliere le future «opportunità di mercato», Carolan e
Pallano alzano bandiera bianca, abdicando all’utilizzo del terminale e
mettendo sul mercato l’intera capacità di rigassificazione di un
impianto costato un decennio di lavoro e un investimento quasi
certamente superiore agli 830 milioni di euro dichiarati a suo tempo:
dal 2009 ad oggi si è infatti reso necessario correggere errori
progettuali (come per esempio il sistema di ancoraggio e l’impianto di
vaporizzazione) e di costruzione.
Autorizzato
dal ministero nel 2006, Fsru Toscana ha accumulato anni di ritardo
(avrebbe dovuto entrare in esercizio entro il 30 giugno 2011) ed è
stato inaugurato lo scorso febbraio a Dubai. Al momento si trova ancora
presso i cantieri arabi Drydocks World, dopo peraltro esserci arrivato
quattro anni fa (giugno 2009). La società ha spiegato che si stanno
«espletando le ultime operazioni di collaudo onshore prima della
partenza». L’arrivo in Italia è previsto entro il prossimo giugno,
l’entrata in esercizio nel terzo trimestre dell’anno, in tempo utile
per afferrare la stagione fredda 2013-2014. Il fatto singolare è che
Olt aveva chiesto e ottenuto l’esenzione di accesso a terzi per il 100%
della capacità (potrebbe cioè utilizzare l’impianto in via esclusiva):
il mutato scenario e la difficoltà a reperire gas naturale liquefatto
sul mercato deve aver fatto maturare nel vertice questa netta
inversione di strategia. Non più un impianto da utilizzare in via
esclusiva, dunque, bensì un impianto da “affittare” completamente a
terzi.
I soggetti potenzialmente
interessati ad acquistare la capacità del rigassificatore di Livorno
sono le grandi compagnie petrolifere del mondo: British Petroleum,
Shell, Total, Gaz de France. La caccia a eventuali compratori di
capacità dell’impianto è stata aperta con procedura pubblica. Da ieri
sono disponibili sul sito internet della società le informazioni sul
terminale utili per avviare, «con decorrenza prevista dal 1° luglio
2013, la procedura pubblica di offerta di capacità di rigassificazione
ai soggetti interessati, su base trasparente e non discriminatoria,
tale da garantire la libertà di accesso a parità di condizioni». I
dettagli di tale procedura saranno meglio chiariti «in un secondo
momento», ma si stima che la procedura «debba concludersi per la metà
del mese di luglio 2013».
GILDA FERRARI
tratto da http://shippingonline.ilsecoloxix.it - 2 aprile 2013
Quello di Livorno è uno dei tanti frutti marci nati dalla totale assenza di una politica energetica nazionale (ve li ricordate gli allarmi che produssero un paio d'inverni un po' più freddi della norma e gli scazzi tra Gazprom e Ucrania per il transito del gas dalla Russia all'Europa?) che s'è tramutata in una gara alla speculazione sull'onda dei finanziamenti pubblici e della nascita di quelle idrovore pubbliche che sono le "multiutility".
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