Nemmeno 24 ore. Tanto è bastato a Berlusconi per mettere il suo marchio
sul governo che ormai dipende dai suoi capricci e interessi. "O via
l'Imu o vi facciamo cadere". E intanto cade la "credibilità" dell'Italia
nel rispettare gli impegni con la Ue.
Un esempio clamorosamente semplice di cosa sia una tattica
politica disinvolta, attenta soltanto ai propri interessi. E di quanto
sia idiota l'atteggiamento di chi - dal Pd a Napolitano - ha ritenuto
ancora una volta che fosse "indispensabile" trovare un compromesso con
chi usa da sempre il "punto di caduta" di un accordo come "punto di
partenza" per riguadagnare terreno.
Fuori d'Italia un atteggiamento
del genere è pressoché sconosciuto, almeno non esibito in pubblico. Non
c'è infatti neppure lo sforzo d'apparire - come si è soliti recitare -
"preoccupati soltanto dell'interesse del paese". I sondaggi lo danno
avanti, ora il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere e la
paura del voto ce l'hanno soltanto il Pd e i montiani. Forse anche i
grillini, ma non lui. E quindi vai di ricatto, che è l'arte che maneggia
meglio. O il governo gli obbedisce in tutto, realizzando il "suo"
programma elettorale, o cade tutto.
Non sarà certamente "il nipote" di Gianni Letta a sbarrargli la strada o a dirigere la resistenza (senza maiuscole, ovviamente).
L'Europa
e i mercati hanno capito subito l'antifona: la borsa cade, lo spread
risale. Se è Berlusconi a dirigere il paese - questo il succo - "siete
morti". Grillo compreso, naturalmente.
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