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01/05/2013

Palazzo Chigi boom boom

Il vero boom boom di Palazzo Chigi di ieri non è rappresentato dagli spari che hanno ferito due carabinieri, di cui uno gravemente, nella mattinata di ieri. Ma dal fragore delle stupidaggini che sono state sparate dal mainstream televisivo e giornalistico a partire dal momento in cui si è sparsa la notizia sugli spari nel piazzale antistante Palazzo Chigi. E sì che lo squilibrio delle forze in campo era praticamente titanico: da una parte una persona che aveva perso il lavoro e la fiducia nella vita, dall'altra il coro dei media e degli eletti "responsabili e pervasi dal senso delle istituzioni".

A sparare per primo, immancabile, è stato il sindaco di Roma Alemanno. Pronto a indicare il mandante nel movimento di Grillo. Stiamo parlando del M5S che, il giorno dopo l'elezione di Napolitano, ha frenato visibilmente un corteo trasformandolo in una passeggiata per il timore di essere indicato come "violento".  E' evidente che si cerca qualsiasi pretesto per delegittimare ogni tipo di opposizione frantumando ogni limite del ridicolo. Repubblica riporta solerte una dichiarazione corale dei neoministri sulla vicenda: "non ci faremo intimidire". Mostrare i muscoli contro un ex muratore disoccupato deve sembrare una cosa seria. Non mancano le ricerche dei cattivi maestri, lessico anni '70 ripescato istantaneamente: in assenza di qualche new entry della guerriglia si è indicato i soliti Grillo e Travaglio.

Nel coro media-istituzioni poco polifonico, a parte qualche eccezione fiduciosa nell'impossibile (che le istituzioni facciano qualcosa per la crisi), il dramma della società italiana si diluisce fino a scomparire velocemente. Tra lanci di agenzia sul "pazzo isolato" e dichiarazioni sui mandanti il collasso di gran parte della società italiana non c'è più. A noi viene da mettere in parallelo la stessa mattina di due persone molto differenti.
Quella di Luigi Preiti, lo sparatore e quella di Dario Franceschini, uno dei ministri che ha giurato a Palazzo Chigi. Il primo oltre a perdere lavoro e famiglia non ha mai nemmeno azzeccato la combinazione giusta al videopoker. Il secondo, dopo aver giurato sulla costituzione come segretario del Pd, rappresentando l'opposizione costituzionale a Berlusconi, ha azzeccato la combinazione politica giusta e si è infilato al governo con Alfano. Il primo la sera precedente si è infilato in un albergo a due stelle, presumibilmente tiratissimo, per arrivare a bersaglio in tempo. Il secondo alla vigilia si è tirato a lucido per una cerimonia dove passava all'incasso della liquidazione di una linea politica ("mai con Berlusconi") ribadita fino a pochissimi giorni prima.
Rimane solo da chiedersi chi, tra Preiti e un Franceschini, la spari più grossa e più pericolosa.

redazione

29 aprile 2012

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