La testimonianza del dirigente Cgil, ex presidente del Comitato Centrale
della Fiom, cui è stato vietato di parlare ai nuovi "direttivi unitari"
di Cgil, Cisl e Uil.
*****
Nella mia lunga esperienza sindacale non mi era
mai capitato di vivere in prima persona la scena madre del film 'L'uomo
di marmo'... Ora mi è successo.
Ero sfuggito alle maglie strette
della selezione preventiva di coloro che avevano diritto a partecipare
alla riunione degli esecutivi CGIL CISL UIL. Su circa 150 persone ero la
sola in dissenso con la proposta sulla rappresentanza illustrata dalla
relazione di Bonanni.
Ho pertanto presentato la mia regolare
richiesta di intervento, a cui non ho avuto alcuna risposta da una
presidenza che guardava le nuvole. Allora, conclusa la relazione sono
intervenuto con una mozione d'ordine, chiedendo di sapere se il
dibattito era aperto a tutti i partecipanti che formalmente ne avevano
il diritto oppure no.
Angeletti mi ha risposto a nome di tutta
la presidenza di no, parlavano solo gli oratori concordati
preventivamente dalle segreterie... A questo punto ho detto che fare una
riunione sulla democrazia ed escludere preventivamente chi è in
dissenso, anche se avrebbe tutti i diritti di intervenire, è una precisa
rappresentazione di ciò che si vuole fare.
Ero solo in quella
sala a non essere d'accordo, che paura avevano di sentire le mie ragioni
per 5 minuti? Ma non volevano proprio sentirle e quando la mia
indignazione mi ha spinto a dire alle loro facce ipocritamente
sorridenti che si dovevano vergognare e che in fondo la loro
intolleranza corrispondeva a quello che stavano decidendo sulla
rappresentanza, cioè la cancellazione del dissenso, sono esplosi.
Ho visto una mano che cercava di staccare la corrente dal microfono,
mentre diversi segretari confederali mi si avvicinavano e cominciavano a
spingermi giù dal palco, uno di loro mi sussurrava di preoccuparmi per
la mia salute. Interveniva il servizio d'ordine che a spintoni mi
accompagnava fuori dalla porta della sala. Se non fossimo stati in una
riunione degli esecutivi CGIL CISL UIL si sarebbe detta una scena di
violenza.
Ripeto io avevo formale diritto a parlare in quella sala, ma quel diritto non mi è stato negato per caso.
L'accordo sulla rappresentanza che CGIL CISL UIL stanno definendo con
la Confindustria è infatti un brutale atto di normalizzazione
autoritaria delle relazioni sindacali. Esso stabilisce che il diritto
alla rappresentanza ce l'hanno solo coloro che preventivamente accettano
quell'accordo. Cioè puoi partecipare alla misurazione della
rappresentanza e alle elezioni delle rsu solo se accetti la flessibilità
e le deroghe ai contratti e soprattutto se ti impegni a non scioperare
se in disaccordo. Esattamente quanto è avvenuto alla Fiat di Marchionne,
che ora viene esteso a tutti.
La nuova rappresentanza
sindacale seleziona preventivamente chi ha il diritto alla democrazia e
chi no. È il tavolo che decide chi rappresenta i lavoratori e non
sono i lavoratori che scelgono chi li rappresenta al tavolo.
È
come se la riforma elettorale del governo Letta stabilisse che alle
prossime elezioni politiche potranno partecipare solo coloro che votano
oggi la fiducia al governo delle larghe intese. Non vorrei che l'accordo
sindacale gli suggerisse l'idea.
D'altra parte tutto questo è
in perfetta sintonia con l'impianto politico del governo appena varato,
in un certo senso ne rappresenta il versante corporativo. CGIL CISL UIL e
Confindustria varano oggi il governissimo delle parti sociali. Ma il
fatto più grave non è neanche questo. Il fatto più grave è che chi non è
d'accordo non ha più né diritto di parola né diritto di rappresentanza.
Questo è il fatto enorme, enorme è la sopraffazione che si sta
organizzando e che, come sempre, per riuscire ha bisogno del silenzio.
Che viene alimentato dalla solita stampa di governo, che ora esalta la
ritrovata unità sindacale. Quando invece quella di oggi è l'esatto
opposto della unità sindacale degli anni 60 e 70. Quella apriva la via
alle conquiste del lavoro e della democrazia, quella includeva. Questa
subisce e accetta le regole imposte dal mercato e dalle imprese, riduce
la democrazia, esclude.
Per questo bisogna fare tacere ogni voce di dissenso.
L'accordo sulla rappresentanza è troppo scandaloso perché lo si conosca
veramente. Deve passare attraverso la rappresentazione politica
mediatica che ne cancella i contenuti reali. Le voci fuori dal coro sono
pericolose... qualcuno potrebbe accorgersi che il re è davvero nudo.
Per questo non ci fermeremo e continueremo a spiegare con tutte le
forze che abbiamo cosa è davvero il porcellum sindacale e perché bisogna
combatterlo.
*****
Il documento unitario tra Cgil, Cisl e Uil al termine della riunione: Documento_CGIL_CISL_UIL.pdf206.38 KB
Fonte
La mia stima nei confronti di Cremaschi è tanto grande quanto lo schifo che stimola in me la vergognosa deriva che i sindacati italiani non accennano ad abbandonare, anzi.
Nessun commento:
Posta un commento