di Zvi Schuldiner – Il Manifesto
Non smette
di stupirci, il nostro grande primo ministro Bibi Netanyahu. Quando
si tratta di nomine, è un vero maestro. Per mettere insieme l’attuale
coalizione di destra è riuscito a inimicarsi non pochi membri del
proprio partito. Alla fine, per scopi apparentemente sottili,
eccoci a un governo nel quale si occupano di esteri ben cinque
ministri.
La nomina di Fiamma Nirenstein ad ambasciatrice in Italia
è una esemplificazione alquanto estrema della politica nazionale
e internazionale di Netanyahu e alleati in questi giorni tanto
pesanti per Israele.
Nirenstein non è israeliana come sostiene, è piuttosto
una delle voci autentiche di una destra demagogica che vede in ogni
critica contro la politica del paese una nuova forma di
antisemitismo. Non intendo urtare i lettori italiani
dicendo che Nirenstein è un’autentica creazione italiana e che per
5 anni, dal 2008 al 2013, è stata parlamentare a Roma, nel partito
di Berlusconi. Nel 1993–1994 aveva diretto l’Istituto culturale
dell’ambasciata italiana in Israele.
La sua presenza di breve durata in Israele la legittima a essere la
nostra ambasciatrice in Italia? Certo. Nei suoi articoli, per
esempio Israelofobia, si è rivelata una rappresentante della
paranoia che domina in un paese guidato da un’alleanza estremista di
nazionalisti e di fondamentalisti religiosi nazionalisti.
Una portavoce ideale per Netanyahu. «Al posto del classico
antisemitismo, ecco che ora intellettuali e accademici odiano
Israele». Una propagandista superficiale, come tutti quelli che
non vogliono vedere o ignorano quel che sta succedendo in Israele.
Siamo l’unica democrazia del Medioriente. Abbiamo l’esercito più etico del mondo.
Non siamo come i palestinesi, infatti il nostro grande premier si
è recato all’ospedale dove è ricoverato il fratellino di quattro
anni del piccolo Ali Darabsha, bruciato vivo; e ha detto: «Li
cercheremo, li prenderemo, li puniremo... fatti come questi non
appartengono alla nostra etica».
Peccato che la «nostra etica» sia il brodo di coltura degli assassini:
sono quattro milioni i palestinesi privati dei diritti umani
e politici…e Nirenstein parla di Hamas cannibale; oltre 500 bambini
palestinesi sono morti negli attacchi dell’aviazione israeliana
durante l’ultima guerra a Gaza, e l’ambasciatrice dice in perfetto
italiano «tutti vogliono sterminarci»; l’unica potenza nucleare nella
regione sta cercando di sabotare l’accordo fra le superpotenze
e l’Iran, e l’intellettuale dice che vogliono sterminarci...
A Gerusalemme, super-Netanyahu continuerà i suoi sforzi per una grande coalizione democratica;
accanto a Mitt Romney e ai repubblicani più estremisti negli Usa,
ora in Italia ci sarà una rappresentante di Berlusconi
e Netanyahu; altri antisemiti saranno i nostri migliori amici... Purché
non si critichi Israele, un vero tabù agli occhi di questa
coalizione bellicista e antidemocratica che va dalla
Washington di destra a Gerusalemme e ora passa per l’Italia di
Berlusconi.
Perfino gli ebrei di destra degli Stati Uniti si sono
dissociati da Netanyahu quando, la settimana scorsa, ha preteso di
rappresentare il loro pensiero rispetto al trattato con l’Iran.
Hanno detto: «Siamo statunitensi ed ebrei, la nostra posizione deve
considerare quello che è buono per il nostro paese». Ma Netanyahu
continua per la sua strada, continua a fomentare la guerra e a fare
tutto quello che può per impedire qualunque accordo, tanto in
materia nucleare quanto sulla questione israelo-palestinese. Così crea l’alimento necessario a non pochi veri antisemiti.
Signore e signori, rieccovi l’ex deputata di Berlusconi fra il
2008 e il 2013, che adesso rappresenta il primo ministro Netanyahu.
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