06/01/2018
Le fake news di Repubblica sulla Siria. Costretta a cambiare articolo e titolo...
Questo articolo compare in contemporanea su Contropiano e L’Antidiplomatico
Un Annuario delle Figuracce della Stampa? Non sappiamo se esista, ma – se lo è – l’articolo double-face di Repubblica sull’Osservatorio dei diritti umani in Siria, certamente, meriterebbe la copertina.
Questi i fatti.
Il 4 gennaio 2017 il quotidiano di De Benedetti pubblica un articolo (qui lo screenshoot) – a firma Carlo Ciavoni – intitolato “Siria, le narrazioni fasulle dell’Osservatorio siriano sui diritti che copre i crimini dei cosiddetti ribelli”. Un titolo davvero sconvolgente considerando che, proprio sulle bufale dell’Osservatorio, Repubblica ha, per ben sei anni, basato gli articoli sulla guerra alla Siria. Il clamore sulla Rete è immediato: Ciavoni, verosimilmente soddisfatto del suo lavoro, riporta l’articolo sul suo profilo Twitter; l’Antidiplomatico pubblica un articolo sull’ipocrisia di un giornale che – ora che i tagliagole sono allo sbando – cerca di rifarsi una verginità; qualcuno su Facebook spiega il voltafaccia di Repubblica come miracolo posticipato di un Natale appena passato.
Ma ecco che Repubblica – verosimilmente illudendosi che non esistano strumenti per recuperare vecchie versioni di testo in Rete – pubblica – 5 Gennaio ore 12,40 – nello stesso indirizzo web (e con la stessa data) un articolo, ben diverso, intitolato: “Siria, chi c’è dietro l’Osservatorio sui diritti” (qui lo screenshoot) . Scompaiono in questa ultima versione ogni riferimento alla “scarsa o nulla attendibilità dell’Osservatorio” ad una “non meglio precisata agenzia britannica (che finanzia l’Osservatorio)” – ve lo diciamo noi: l’MI6, il servizio segreto britannico – ai “civili usati dai mercenari come scudi umani” e tante altre cosette (chi volesse confrontare la vecchia con la nuova versione dell’articolo non ha che da cliccare qui).
È tutto. I commenti ve li risparmiamo. Solo un consiglio: se proprio volete leggere i giornali mainstream, tenetevi stretto il sito Archive.org e relativi screenshoot perché (lo si è visto anche con il “caso Regeni”) quelli on line sono volubili. E, a volte, per far cambiare un articolo, basta una telefonata da Londra.
Fonte
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