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31/07/2018

Israele - Isterismo contro l'Intifada degli acquiloni

Nelle manifestazioni che dalla Giornata della Terra palestinese (il 30 marzo) si sono susseguite a ridosso del confine israeliano con Gaza, sono stati uccisi almeno 136 palestinesi e circa 15mila risultano essere stati feriti dai militari israeliani. Ma la creatività della resistenza palestinese ha saputo inventare una nuova arma per tenere sotto pressione l’occupazione israeliana: gli aquiloni incendiari. Le autorità politiche e militari israeliane si stanno coprendo di ridicolo denunciando la minaccia del Kite Terrorism, cioè del terrorismo degli aquiloni.

Il lancio di aquiloni e palloncini incendiari per provocare danni in territorio israeliano si è rivelata una scelta quanto mai semplice ed economica, ma anche di straordinaria efficacia da riuscire a tenere in scacco uno degli eserciti più avanzati al mondo e le sue sofisticate tecnologie di guerra. Le contromisure israeliane hanno ottenuto successi solamente minimali. I droni si sono rivelati inefficaci ed anche i cecchini devono sentirsi piuttosto ridicoli nel cercare di abbattere gli aquiloni o i palloncini messi in aria dai palestinesi e diretti verso il territorio israeliano.

L’impiego di aquiloni incendiari ha via via acquisito una maggior diffusione durante le ultime settimane. Oltre agli aquiloni sono stati impiegati anche palloncini riempiti di elio – a volte preservativi! – a cui sono stati assicurati materiali e liquidi in fiamme o infiammabili. I palloncini costituiscono un vettore preferibile agli aquiloni riuscendo a penetrare maggiormente in territorio nemico: la massima distanza raggiunta è stata di 17 chilometri, riferisce il sito specializzato Analisi Difesa.

In 75 giorni consecutivi sono stati lanciati più di 800 tra aquiloni e palloncini, provocando circa 1000 incendi e mandando in fumo 8.200 acri di foreste e terreni agricoli. Una media approssimativa di 11 incendi al giorno con un picco di 25 raggiunto il 16 giugno.

Secondo le autorità israeliane sono stati spesi finora 550.000 dollari per domare gli incendi, mentre i danni ammonterebbero a 1.925.000 dollari. Il tutto condito dalla diffusione di un clima di terrore ed insicurezza tra le comunità a ridosso del confine.

Questo a fronte di una fattibilità ed economicità disarmanti. Gli aquiloni, da sempre popolari ed intramontabili simboli di libertà a Gaza, vengono facilmente realizzati con imballaggi di plastica, legno e contenitori per carboni ardenti, cocktail Molotov od altre sostanze infiammabili, ad un costo unitario inferiore ai 3 dollari.

Il lancio di aquiloni è accompagnato da una forte propaganda mirata a terrorizzare gli israeliani e a glorificare gli appartenenti all’unità di lanciatori: la “al-Zouari “, in onore del tecnico aereonautico tunisino, Muhammad al-Zouari ucciso dal Mossad per aver sviluppato droni per Hamas ed Hezbollah.

Detta unità ha minacciato il lancio di ben 5.000 tra aquiloni e palloncini incendiari in occasione della festa di Eid al-Fitr, a fine Ramadan e qualora Israele non avesse tolto l’assedio a Gaza.

Il Rafael Advanced Defense Systems creato inizialmente per i droni israeliani, è stato schierato al confine con Gaza per individuare quei bersagli come palloni ed aquiloni che, per dimensioni particolarmente ridotte, non vengono solitamente individuati dai radar. Una volta identificato un oggetto volante infuocato, Sky Spotter ne individua il punto di lancio, lo traccia mentre è in volo e ne determina traiettoria e punto di caduta. Gli operatori indirizzano quindi i droni per abbatterli ed allertano tempestivamente i vigili del fuoco. Per l’abbattimento vengono utilizzate essenzialmente due tipologie di droni: una più piccola e robusta dotata di lame affilate per speronarli, oppure un’altra di dimensioni maggiori, dotata di un artiglio per afferrarli e portarli a terra, riferisce Analisi Difesa.

Ma Israele ha cercato di ricorrere anche alla sua strategia preferita, cioè gli omicidi mirati, inviando aerei da combattimento a bombardare la casa e l’automobile del palestinese ritenuto l’inventore degli aquiloni incendiari. Ma i raid israeliani sono andati a vuoto.

La rappresaglia israeliana è stata anche economica, Netanyahu ha infatti disposto la decurtazione di parte dei fondi delle tasse palestinesi destinati all’Anp (e e che Israele trattiene arbitrariamente da anni) per risarcire i cittadini israeliane che hanno subito danni. Fondi per decine di milioni di dollari che, secondo un accordo economico del 1994, provengono da dazi doganali riscossi annualmente su merci destinate ai mercati palestinesi e transitanti in porti israeliani.

C’è poi il caso di tre ultrà israeliani fermati dalla polizia per aver tentato di lanciare un aquilone infuocato nella Striscia di Gaza. L’aquilone, però caduto sul lato israeliano del confine provocando un piccolo incendio.

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