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26/07/2018

In Italia cresce il nervosismo dell’occupante americano

Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani (PD),
con il Colonnello Erik Berdy
Le pressioni su organi di stampa ed istituzioni locali confermano il nervosismo degli Stati Uniti a fronte della crescente insofferenza degli italiani verso la presenza americana sul territorio nazionale.

Il progetto di ampliamento della base americana di Camp Darby, partito dal Pentagono ed approvato lo scorso anno dal CoMiPar (commissione mista tra governo americano e governo italiano), prevede di trasferire dalla strada alla rotaia il trasporto delle merci e quello dei carichi di armi e munizioni diretti dal porto di Livorno a Camp Darby. La cifra stanziata ufficialmente dagli Stati Uniti per il progetto è compresa tra i 30 ed 45 milioni di dollari. Nonostante l’inizio dei lavori fosse previsto per la fine dello scorso anno ed il progetto sia rimasto ancora sulla carta, gli americani confermano che i primi lavori avranno luogo nei prossimi mesi.

Mentre proseguono i traffici di armi tra gli Stati Uniti e le basi americane in Italia, è opinione comune che l’atteggiamento delle rappresentanze diplomatiche americane e dei vertici militari di stanza in Italia sia volto a stemperare ed imbonire la diffusa e crescente contrarietà al progetto di ampliamento di Camp Darby da parte di cittadini, comitati, associazioni ed enti locali. La particolare attenzione degli americani, volta a curare i propri interessi a Livorno, non aveva mancato di palesarsi più volte anche durante lo scorso anno, ad esempio con l’incontro voluto in ottobre dal console degli Stati Uniti d’America a Firenz,e Benjamin Wohlauer, con il sindaco del Movimento 5 Stelle Filippo Nogarin ed il presidente dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Stefano Corsini. Appena qualche mese prima il console Wohlauer aveva voluto incontrare l’allora prefetto di Pisa Attilio Visconti e l’allora questore Alberto Francini.

Sempre a Pisa, lo scorso febbraio, i comandanti delle basi militari Usa di Ederle (Vicenza) e di Camp Darby (Livorno) avevano richiesto – e naturalmente ottenuto – un incontro con il questore Paolo Rossi e l’allora sindaco del Partito Democratico, Marco Filippeschi. Lo scopo dell’incontro era volto a consolidare “i rapporti di reciproca collaborazione e amicizia”.

Ancora a Pisa lo scorso 30 marzo il colonnello Erik Berdy, comandante della guarnigione “Us Army Italy” presso la caserma Ederle (Vicenza) e la base di Camp Darby (Livorno), si era fatto ricevere presso la sede del quotidiano Il Tirreno accompagnato dal console Wohlauer e dalla responsabile della base di Camp Darby, Catherine Miller. Accolto dal direttore, Luigi Vicinanza, il colonnello Erik Berdy si era prodigato nell’illustrare i propri buoni propositi al direttore del quotidiano toscano, evidentemente considerato alla stregua del proprio ufficio stampa. Durante l’incontro il console Wohlauer dichiarava: “Tra la Toscana e gli Stati Uniti c’è un rapporto quasi familiare e la base di Camp Darby rappresenta un pezzo cardine della presenza americana in Toscana”.

Lo scorso 11 luglio l’affaccendato colonnello Berdy, accompagnato anche questa volta da Catherine Miller e dal console Benjamin Wohlauer, ha fatto visita alla sede centrale de La Nazione di Firenze, incontrando il direttore Francesco Carrassi. Erik Berdy, accompagnato da Peter Brownfeld – consigliere politico della US Army Italia/Slovenia – e dalla consolidata coppia Wohlauer-Miller, si è fatto poi ricevere dal presidente del Consiglio regionale e membro del Partito Democratico Eugenio Giani. Per il compiacente Giani, lo spirito dell’incontro sarebbe stato “quello dell’apertura, dell’integrazione, dell’accoglienza di chi va a svolgere il proprio lavoro a Camp Darby, ma è anche quello di far conoscere di più Camp Darby a chi vive nella zona”.

In linea con quanto suggerito dagli americani, da settembre verranno organizzati dei “tavoli condivisi” in cui i militari degli Stati Uniti illustreranno la bontà delle proprie ragioni alle istituzioni della zona di Camp Darby. Dal canto suo, l’impegnatissimo colonnello Berdy ha dichiarato: “E’ nostro desiderio rafforzare il senso di appartenenza, e nostra volontà facilitare l’integrazione promuovendo iniziative insieme alle comunità locali. Noi siamo ospiti di questo Paese, di questa terra straordinaria che rispettiamo, e faremo tutto il possibile per ricambiare tale ospitalità con gratitudine”. Un’ospitalità che il vivace colonnello Berdy dà evidentemente per scontata.

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