di Michele Giorgio
L’operazione con la quale l’esercito israeliano ha fornito un “corridoio sicuro” per l’evacuazione di circa 800 “elmetti bianchi”
– presunti operatori umanitari siriani finanziati dall’Occidente con 30
milioni di dollari all’anno malgrado siano ritenuti legati al braccio
locale di al Qaeda – conferma come Israele non sia mai stato interessato ad ottenere – anche attraverso bombardamenti aerei, come ha fatto
ieri a Maysaf – soltanto l’uscita dalla Siria dei militari iraniani giunti in
appoggio alle forze armate di Damasco. Ziv Barel, analista militare del quotidiano israeliano Haaretz scriveva ieri che il
coinvolgimento di Israele in Siria è molto più profondo e ampio
dell'“aiuto umanitario” che il governo Netanyahu afferma di fornire a
civili vittime della guerra nel sud della Siria.
Non è insignificante che all’evacuazione degli “elmetti bianchi”
verso la Giordania – da dove partiranno per Gran Bretagna, Germania e
Canada – abbia preso parte anche la milizia nota con il nome di “Cavalieri del Golan”,
inizialmente ostile alle attività israeliane in Siria ma poi divenuta –
grazie a cospicui finanziamenti e aiuti messi a disposizione del
governo Netanyahu, hanno scritto il Wall Street Journal e Intercept – alleata della Stato ebraico ed elemento centrale per la gestione di quella “zona cuscinetto” che Tel Aviv era intenzionata a creare davanti al Golan
in territorio siriano. Un progetto tramontato dopo la liberazione del
sud della Siria e la sconfitta del “Fronte meridionale” che include – a
questo punto includeva – gruppi di ispirazione qaedista e jihadista
(Isis incluso).
A questo punto non è da escludere che i
“Cavalieri del Golan” già da giorni, se non settimane, entrino ed escano
dal versante del Golan controllato da Israele dato che la loro
presenza stabile in Siria non è più possibile proprio per la vittoria
delle forze armate governative. Probabilmente sono e saranno usati per
operazioni speciali, come è avvenuto l’altra notte per l’evacuazione
degli “elmetti bianchi”.
Il fallimento della creazione di una “fascia cuscinetto” a ridosso del Golan occupato ha ridisegnato il futuro dell’area, per intervento della Russia alleata di Damasco all’interno di intese che, con ogni probabilità, riguardano anche Israele. La
liberazione del territorio meridionale e la partenza, in parte ancora
in corso, dei miliziani jihadisti per la provincia di Idlib, vedrà lo
schieramento delle forze governative siriane e degli osservatori delle
Nazioni Unite lungo la linea di separazione con Israele. Sarà
perciò ripristinata la situazione precedente al 2011. Assieme alle forze
siriane delle brigate 90esima e 61esima si schiererà anche la polizia
militare russa.
Secondo il quotidiano arabo Asharq al Awsat, la linea di separazione includerà tre settori.
Il più vicino a Israele sarà smilitarizzato e vedrà la presenza di
forze dell’ONU e della polizia russa. Il secondo inizierà 10 chilometri
dietro in territorio siriano e vedrà la presenza di 350 carri armati
dell’esercito siriano e 3.000 soldati con armi leggere. Nel terzo
settore, l’esercito siriano dispiegherà 650 carri armati, 4.500 soldati
e artiglieria a raggio limitato. L’accordo tra Israele e Russia
includerebbe anche il via libera all’esercito siriano di operare in
quell’area contro lo Stato islamico che occupa ancora postazioni nel
bacino del fiume Yarmouk. Forze russe inoltre si dispiegheranno a
Tel al Harra – a 1.200 metri sul livello del mare – la più alta delle
colline che si affacciano sul Golan occupato per monitorare l’attuazione
dell’accordo di separazione.
Stando al quotidiano Haaretz, i Cavalieri del Golan
potranno operare nella zona smilitarizzata a condizione che non
attacchino le forze siriane, riproducendo la situazione nell’area di
Beit Jann dove la milizia si muove in stretto coordinamento con Israele.
AGGIORNAMENTI
Siria: evacuazione elmetti bianchi una “attività criminale”
Il Ministero degli Esteri siriano ha definito l’evacuazione
attraverso Israele verso la Giordania di centinaia di “elmetti bianchi”
una “attività criminale” che ha rivelato il ruolo di Israele, degli
Stati Uniti e di altri paesi occidentali nel sostenere ciò che Damasco
considera un “gruppo terroristico”. In una dichiarazione lunedì, un
funzionario del ministero degli Esteri ha definito l’evacuazione un’
“operazione di contrabbando” che rivela anche il coinvolgimento di
Israele nella guerra in Siria, nonostante le sue affermazioni in senso
contrario.
Oggi incontro Israele-Russia su Siria
Il premier israeliano Netanyahu attende in giornata il ministro degli
esteri russo Sergey Lavrov ed il capo di stato maggiore delle forze
armate russe,Valery Gerasimov, con i quali discuterà di varie questioni
regionali a cominciare dalla Siria.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento