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30/07/2018

Egitto - Il pugno di ferro di Al Sisi fa i conti con le crescenti proteste sociali

Un tribunale del Cairo ha condannato a morte 75 militanti islamisti fra cui alcuni dirigenti dei Fratelli Musulmani. I prigionieri sono accusati di aver partecipato ad una manifestazione nel 2013. Il 3 luglio del 2013 il generale Al Sisi aveva rovesciato con un golpe militare il governo di Mohamed Morsi, espressione dei Fratelli Musulmani. Si tratta del più alto numero di condanne alla pena capitale in un singolo processo.

Secondo la prassi egiziana, i giudici chiederanno il parere del gran mufti che dovrà confermare o meno le condanne; dopo che la massima autorità religiosa sunnita egiziana si sarà pronunciata i condannati potranno presentare appello.

Intanto nel paese crescono le proteste contro il presidente/generale Al Sisi. #Sisi vattene (#Sisi leave) è l’hashtag comparso nei giorni scorsi in rete per denunciare la situazione della crisi economica in Egitto da parte del presidente Abdel Fatah el Sisi, il quale si dice “irritato” dai post che hanno inondato la rete.

Le critiche online sono comparse a seguito dei forti aumenti dei prezzi di carburante, acqua ed elettricità come parte delle misure di austerità annunciate in obbedienza ai diktat del 2016 da parte del Fmi.

L’agenzia Nena News riporta che all’inizio di giugno il governo ha annunciato un incremento dei salari di 6,5 milioni di dipendenti pubblici del 10-15%, per introdurre poco dopo un aumento del costo del carburante del 60% e dell’energia elettrica del 26%. Ed è di sabato l’annuncio di un nuovo aumento: +75% nel costo del gas da cucina. Il tutto mentre i parlamentari egiziani si sono auto approvati, una settimana fa, il raddoppio di stipendio: il 100% in più per stipendi già alti, 2.530 dollari al mese.

Ma l’attuale capo dello Stato non ci sta e alle critiche ha reagito intervenendo in diretta televisiva, definendo le critiche “inappropriate” e sottolineando che ha lavorato duramente per tirare l’Egitto fuori dalla crisi economica. “Ci hanno spinto a diventare una nazione povera, una nazione di bisogno, ma quando inizio a lavorare per tirarci fuori da questa situazione, trovo l’hashtag #Sisi vattene. “Dovrei essere arrabbiato o no? Lo sono”, ha detto Al Sisi. E quando il generale è arrabbiato...

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