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21/07/2018

Russia - Il PCFR contro “la servitù della gleba”

Continua in Russia la discussione anche nelle Assemblee regionali e distrettuali, per l’approvazione della riforma pensionistica, il cui perno è, manco a dirlo, l’innalzamento dell’età pensionabile: 65 anni per gli uomini (dagli attuali 60) e 63 anni per le donne (dagli attuali 55). L’argomento, senza nemmeno troppa fantasia, anche in Russia è quello della necessità di ripianare il bilancio dello stato. Se, per quanto riguarda i meeting e le timide dimostrazioni di piazza – peraltro nemmeno tanto numerose, l’annuncio del progetto di riforma avendo coinciso, manco a farlo apposta, con l’inizio dei mondiali di calcio – non si va tanto per il sottile e vengono fermati gli attivisti “eccessivamente contrari” alla riforma, le cose non vanno tanto meglio nemmeno per chi critica il progetto dai banchi delle Dume locali.

L’esempio più recente è quello del deputato alla Duma regionale di Saratov, Nikolaj Bondarenko, che rischia di essere indagato per “estremismo” (un’accusa che oggi può riguardare qualunque frase “poco attenta”: chi ha avuto occasione di partecipare a una pur pacifica sfilata del 1 Maggio a Mosca, sa bene come ogni cartello e striscione venga “autorizzato” dalla polizia prima della partenza del corteo) per il discorso pronunciato in aula.

La nuova legge, ha detto Bondarenko, deputato per un partito tutt’altro che “estremista”, quale il PCFR, “non dà diritto di lavorare” ai pensionati – l’argomento con cui “Russia Unita” sostiene a spada tratta il progetto – “ma obbliga a lavorare, non fino alla vecchiaia, ma fino alla morte. Lo stato si libera così da ogni obbligo sociale. Ci dicono che non ci sono soldi, ma questa è una menzogna. Immense somme sono investite nell’economia americana. Su 17 trilioni di rubli degli introiti dal petrolio e 10 trilioni dal gas, metà è finita in tasca agli oligarchi. Il governo rappresenta gli interessi di un pugno di oligarchi. Trilioni di rubli sono spesi per il “pacchetto Jarovoj”, che serve ad aumentare il controllo sulla popolazione. La Corte dei Conti ha trovato un ammanco di 1,9 trilioni di rubli: di fatto rubati. 700 miliardi spesi per il mondiale di calcio, affinché le persone, come zombie, si dimentichino di tutto”.

Rivolto al governo liberale di Dmitrij Medvedev, Bondarenko ha detto: “siete dei furfanti, dovete essere chiamati a rispondere secondo la legge. Chiediamo un referendum su questo tema” e, tra l’ironico e il tragico: “state sicuri che se avessimo vinto sulla Croazia, avrebbero introdotto la servitù della gleba”. Dopo di che, lo speaker della Duma regionale, rigorosamente di “Russia Unita”, gli ha semplicemente ricordato che le sedute sono video-registrate e le dichiarazioni verranno esaminate dalle “competenti autorità”. In effetti, come rivelato da Bondarenko, la polizia gli ha già fatto visita a casa.

Quasi a far eco alle parole di Bondarenko, ecco che un pope della chiesa ortodossa (purtroppo, mancano riferimenti e fonti del video) invoca per davvero la servitù della gleba. Il regime “democratico e quello bolscevico sono la stessa cosa”, dice lui, mentre invece “la monarchia è il regime più adatto”, in cui ognuno sa che “ogni giorno deve lavorare e lavorare” e dunque, con la servitù della gleba, “il contadino sapeva di dover stare al posto assegnatogli, al servizio del suo latifondista: e questo è bene”, perché “non ci può essere ordine senza il latifondista, senza il padrone”.

Parole sante, queste, per cui, per parafrasare i classici, “il signore è signore per il bene dello schiavo”, in una situazione in cui, secondo dati diffusi dal PCFR, il 25% dei russi non è in grado di pagare le tariffe domestiche e il 60% è pieno di debiti, mentre la ricchezza complessiva dei 24 maggiori miliardari è tre volte il bilancio statale ed è cresciuta di 3,3 miliardi di dollari da inizio anno. Secondo Bloomberg, il patrimonio personale dei due russi più ricchi è di poco inferiore ai 40 miliardi di dollari; mentre, dal 2019, aumenterà l’IVA dal 18 al 20% e, secondo il Ministero per lo sviluppo economico, l’inflazione salirà al 4,3%, mentre il PIL crescerà del 1,4% e i salari meno del 1%.

“Quando vi raccontano che non ci sono soldi, è una grande bugia” ha dichiarato il leader del PCFR Gennadij Zjuganov. Negli ultimissimi anni sono stati infatti esportati dal paese circa 60 trilioni di rubli e solo nel periodo della campagna presidenziale del marzo scorso, oltre frontiera sono finiti 10 miliardi di dollari. “Ci sono 27 trilioni di rubli di riserve auree” ha detto Zjuganov; “si potrebbe introdurre la tassazione progressiva, nazionalizzare le risorse naturali e così avremmo 10 trilioni” che, si dice, dovrebbero venire dalla riforma pensionistica.

Oggi, dopo “i 45 anni, anche con due lauree e conoscenza delle lingue, non si trova lavoro. Solo il 7% dei datori di lavoro si dice disposto ad assumere persone sopra i 45 anni. Una persona di salute precaria, semplicemente non raggiunge l’età della pensione”, ha detto Zjuganov, ricordando come tra disoccupazione e sottoccupazione le percentuali arrivino al 20% e al 25% tra i giovani.

E il funereo “dovete morire prima” è purtroppo già un fatto a certe latitudini. In 36 regioni della Federazione, ha detto ancora il leader del PCFR, l’età media degli uomini non arriva a 65 anni e in alcune regioni della Siberia centro-orientale, non raggiunge i 60 anni; in estremo oriente e nell’estremo nord, l’età media generale è di 62-63 anni.

Con la benedizione dei preti sulla servitù della gleba.


La didascalia dell’immagine dice: “La Russia che ci avevano sottratto i bolscevichi, ma che ci hanno restituito Gorbaciov e Eltsin”

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