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14/07/2018

Cristiano Ronaldo? Finalmente si parla della condizione operaia in Italia

Il gruppo FCA, che conta decine di migliaia di operai nel nostro paese, fa parte dello stesso gruppo economico (Exor) proprietario della Juventus; le condizioni di lavoro e salariali degli operai della FCA Italia sono indegni di una nazione civile, ma ci voleva Ronaldo per metterle in evidenza.

Lo sciopero proclamato dall’Unione Sindacale di Base di Melfi per il prossimo lunedì ha proprio l’obiettivo di denunciare la condizione lavorativa e salariale degli operai italiani e, in particolare di quelli FCA, mettendo a confronto le cifre spropositate che vengono investite per assicurarsi le prestazioni del calciatore più famoso al mondo e le misere paghe che ricevono gli operai.

Gli operai di Melfi non sono del resto nuovi a questo tipo di contestazione/rivendicazione, avendo scioperato anche quando Marchionne si concesse un super bonus da 30 milioni di euro.

Ma il motivo vero dello sciopero risiede proprio nel comportamento della proprietà, la Exor (la vecchia IFI/IFIL, dal 2016 trasferita dagli Agnelli in Olanda) cui fa capo la stessa Juventus, che sfrutta in maniera vergognosa i lavoratori, mente spudoratamente sui piani industriali e lascia migliaia di lavoratori in cassa integrazione per anni.

Con la proclamazione di sciopero dell’USB di Melfi si è viceversa sollevato il velo che ha nascosto per anni la condizione degli operai italiani; nonostante le promesse e gli impegni assunti da Marchionne, in termini di investimenti e di piena occupazione, la realtà della FCA rimane ben diversa: da anni migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione o in solidarietà, i nuovi modelli e i relativi investimenti arrivano con il contagocce e non risolvono i problemi del gruppo, nonostante i proclami dei soliti sindacati fiancheggiatori.

La FCA è ormai diventata una fucina di precarietà, di lavoratori poveri, di persone che subiscono danni alla salute a causa dei gravosi ritmi e dei carichi di lavoro, quando hanno “la fortuna” di lavorare, e in questo l’impianto di Melfi è all’avanguardia, se di avanguardia si può parlare per l’unico impianto che nel mondo lavora ancora a ciclo continuo. La FCA applica, peraltro, un contratto di gruppo peggiore persino di quello scellerato firmato da Fim Fiom Uil per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici.

Non ci si deve meravigliare quindi se c’è chi si stanca di essere preso in giro da una proprietà che dice sempre di non avere i soldi per i salari e l’occupazione ma poi li trova per l’acquisto di un grande calciatore. Ancora oggi migliaia di lavoratori di Pomigliano, di Grugliasco, di Mirafiori, della New Holland di San Mauro, di Melfi sono infatti in cassa integrazione e altre migliaia in solidarietà, ossia sopravvivono con le indennità erogate dallo Stato.

Nessuno parla più di queste cose, della dignità dei lavoratori, dei salari da fame, degli organici insufficienti, delle patologie che affliggono moltissimi lavoratori a causa dell’attività in FCA. La stessa situazione la ritroviamo in tante altre fabbriche italiane.

E allora è giusto scioperare contro le disuguaglianze e per un futuro migliore.
Se oggi in tutto il mondo si sta guardando a quello che accade in FCA, è merito della proclamazione di questo sciopero da parte di USB e del coraggio dei lavoratori e delle lavoratrici che lunedì non varcheranno i cancelli della fabbrica.

Intanto anche la Sevel, fabbrica abruzzese del gruppo FCA che conta oltre 6000 dipendenti, ha deciso di scioperare le ultime 4 ore di venerdì 13 e per otto ore nella giornata di sabato 14, facendo proprie le motivazioni dei colleghi di Melfi, ma anche per rivendicare il ripristino delle pause fisiologiche tagliate da FCA.

Il contratto stipulato con Ronaldo e i super bonus di Marchionne dicono che i soldi nella cassaforte della Exor ci sono. Vengano usati allora anche per fare investimenti veri, per la piena occupazione di tutti i lavoratori del gruppo e per erogare aumenti contrattuali veri.

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