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31/07/2018

“Non c’è razzismo”. Il governo ordina, lo spin doctor esegue...

La realtà corre, tanto che non si fa in tempo a pubblicare un articolo sulla Guerra in Rai, definita come guerra tra spin doctor di opposte tendenze (ma tutti disonesti), che ecco l’occasione concreta di spiegare come funziona la manipolazione delle notizie in modo da “tranquillizzare” o “imbeccare” il pubblico.

A venirci in aiuto è la più istituzionale e governativa delle agenzie di stampa, l’Ansa, una sorta di “nei secoli fedele” nel campo dell’informazione. L’importanza di questa agenzia è difficile da misurare, ma basta sapere che i giornalisti delle varie testate partono in genere da un “lancio Ansa” per iniziare il proprio lavoro. Se possibile, escono, vanno sul posto, oppure telefonano per avere conferme, particolari aggiuntivi, “note di colore”, ecc. Se debbono scrivere un pezzo breve, e magari sono anche stagisti non pagati, ecco che il “lancio Ansa” viene ripreso tale e quale, giusto tagliando e aggiungendo qua e là, per dare un tocco di “personalizzazione”. Se comprate due giornali (o confrontate due servizi sulle pagine online di giornali diversi) ve ne accorgete subito. Stesse parole, stessa punteggiatura, nessun lavoro “giornalistico” vero.

Bene.

Pochi minuti fa l’agenzia Ansa – come da foto – avverte le redazioni con un titolo chiarissimo e perentorio “Conte chiama Daisy: anche lei ha escluso razzismo”. Due notizie in una: a) il premier (se tale è...) ha parlato con la nostra miglior discobola under 23, prossima ai campionati europei e aggredita vicino casa da due “bianchi” sconosciuti a bordo di una macchina e rimasta ferita a un occhio; b) Daisy esclude che si sia trattato di un atto razzista.

Si resta sorpresi nel veder collocata una notizia di cronaca nera (scusate il bisticcio di colore) nel settore sportivo della testata, ma tant’è, qualcuno ha deciso che “stava meglio lì”.

Tutti tranquilli, tutti a dormire, non c’è nulla di cui preoccuparsi (anche se altri giornali mostrano le foto di uno dei due “assassini preterintenzionali” di Aprilia con un fucile in mano e dichiarazioni come “avevo la mia pistola, se volevo ucciderlo gli sparavo”). In Italia non ci sono razzisti che usano la violenza...

Peccato che il testo del lancio dica l’esatto opposto: “L’hanno fatto apposta. Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore”. Insomma: non sapevano manco chi ero, sono nera e tanto gli è bastato per tirarmi in faccia qualcosa... Che, in italiano semplice, vuol dire: è un atto motivato unicamente dal razzismo.

Daisy ricostruisce il contesto, spiega che in quella zona, di sera, girano anche delle prostitute, alcune delle quali di pelle nera; quindi, conclude, forse volevano prendersela con una di loro, ma hanno preso me.

Il dubbio non sussiste, signori della corte... Se uno esce di casa per prendersela con la prima donna nera che incontra e che manco conosce è sicuramente un fottuto razzista e pure ignorante in fatto di sport.

Com’è possibile che un “lancio” che spiega questa cosa sia titolato al contrario?

Primo indizio: a dire quella menzogna è stato lo stesso “premier”.

“Ho avuto una comunicazione telefonica con Daisy: le ho espresso la solidarietà mia e del governo. Un gesto inqualificabile, le ho augurato di poter riprendere subito la sua disciplina, spero tante medaglie alle Olimpiadi”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte durante una conferenza stampa a Washington. “Lei stessa mi ha detto che non ci sarebbe matrice razzista”.

Secondo indizio: i titoli, nelle testate importanti, vengono decisi da un caporedattore, non da chi ha scritto l’articolo. Questione di professionalità diversa (i titoli devono “acchiappare” l’attenzione), di gerarchia e anche di “sensibilità politica”. Se il presidente del consiglio ha detto che non c’è razzismo – ragiona il caporedattore “nei secoli fedele” – col cavolo che io veicolo un messaggio differente... Del resto, facevo così anche quando c’erano Renzi, Letta, Monti, Berlusconi...

A questo punto si capisce anche perché la notizia sia finita nel capitolo sport: se non c’è razzismo, l’unica preoccupazione sollevata dall’aggressione di Moncalieri è sapere se Daisy sarà nelle migliori condizioni per partecipare agli Europei e magari prendere una medaglia da sventolare per tener su l’orgoglio italiano...

Così funziona uno spin doctor. Così funziona l’informazione in Italia.

Fonte

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