L’aviazione delle milizie del generale Khalifa Haftar ha bombardato gli edifici del Rixos, un hotel che a Tripoli ospita il cosiddetto parlamento dell’Est (Hor). Lo rende noto, l’emittente televisiva Libya Al Ahrar tv su Twitter, pubblicando anche le foto degli effetti del bombardamento. Anche The Libya Observer ne dà notizia. Nessuna vittima viene riportata al momento dai media locali.
Recentemente un gruppo di una quarantina di deputati dell’Est della Libia (zona da tempo controllata da Haftar) era tornato a riunirsi a Tripoli, dopo un lungo auto-esilio a Tobruk. Da fonti locali risulta che il bombardamento sarebbe avvenuto con l’utilizzo di droni da bombardamento, indicatore di un salto di qualità sul piano tecnologico e militare che conferma come dietro le milizie di Haftar ci siano sostegni internazionali rilevanti.
Pubblicando le fotografie dei danni causati all’hotel sulla propria pagina Facebook, il ministero degli Interni di Tripoli ha sottolineato come tale attacco “si aggiunga ai crimini di guerra commessi dalle milizie di Haftar nella capitale”.
Ma sulla escalation avviata dalle milizie di Haftar giunge una doccia fredda: quella di Lev Dengov, inviato speciale della Russia sulla Libia. “Il conflitto in Libia andrà avanti fino a quando non emergerà un leader capace di unire tutti e se quel leader fosse Haftar, sarebbe già a Tripoli e la città sarebbe già caduta, senza combattere”.
Una dichiarazione piuttosto perentoria, soprattutto da parte di un esponente ufficiale della Russia che veniva ritenuta una degli sponsor di Haftar. Dengov, in un’intervista all’agenzia Bloomberg ha sottolineato che: “Se le parti nel Paese rimangono in disaccordo così come le potenze esterne, non ci sarà pace a breve in Libia". Per Dengov “era assolutamente prevedibile che Haftar si impantanasse” nell’offensiva lanciata il 4 aprile scorso per conquistare la capitale libica, affermando che “è chiaro che non è in grado di prendere Tripoli”.
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