Potere al Popolo, come noto, non era presente nelle elezioni europee. E’ stato in campo, dove possibile, in alcune elezioni locali con risultati interessanti. Nelle prossime settimane, il coordinamento nazionale del 1 giugno e l’assemblea nazionale del 23 giugno discuteranno la situazione con realismo ma senza i tristissimi riti post elettorali a cui ci avevano abituato e che intendiamo risparmiarci.
Salvini ha riportato a casa una parte dei voti che il blocco di destra aveva cominciato a perdere dal 2008. C’è stato un travaso di consensi interno alla compagine reazionaria e conservatrice della società. A pagarne il prezzo è stato soprattutto il M5S che aveva incamerato una parte di consensi di quel blocco.
Il Pd ha recuperato i disastri ereditati da Renzi ed è soddisfatto di aver portato a casa la pelle il tutto con un gigantesco astensionismo, con il quale sempre più spesso le classi più povere e sfruttate esprimono la loro sfiducia nella rappresentanza politica. Quasi la metà degli elettori e delle elettrici non è andata a votare, il 60% nel Mezzogiorno.
Ma l’assalto annunciato dalla destra all’apparato della governance europea è sostanzialmente fallito. Al contrario il Partito Trasversale del Pil (liberale, socialista, conservatore) si è imposto come egemone in Europa. Nel nuovo Parlamento europeo la maggioranza europeista è ben salda e gli apparati dell’Unione Europea nei prossimi mesi non faranno alcuno sconto ad un paese che ha la Lega come primo partito. Inoltre è evidente come l’elettorato leghista nelle regioni ricche del nord, per caratteristiche sociali e interessi materiali, non gradirà affatto fughe in avanti che possano mettere a ulteriore rischio le incertezze economiche del paese. Già il 5 giugno è attesa la lettera della Commissione europea per la procedura di infrazione all’Italia per debito eccessivo mentre sull’autunno incombe la manovra finanziaria “lacrime e sangue” su cui strutturare la Legge di Stabilità. Questo è un serio problema per Salvini e la Lega ma lo è anche per il M5S uscito tramortito dalle elezioni europee.
Le uniche manovre consentite saranno quelle a “costo zero” (sull’immigrazione come sulla giustizia penale) e quelle di carattere repressivo contro i movimenti e i conflitti che si oppongono alle crescenti e insopportabili disuguaglianze sociali, al patto neocorporativo tra Confindustria e CgilCislUil, al razzismo e ai raid fascisti.
Questo conferma e rafforza la necessità di un'opposizione ai vincoli e ai Trattati UE dal lato della democrazia, dei diritti sociali e del lavoro, opposizione che le istituzioni europee hanno cercato di annullare confinandola in forze reazionarie e fascistoidi definite strumentalmente sovraniste.
E qui veniamo alla situazione della “sinistra”. Il fallimento dell’ultima operazione elettorale, che ha scelto consapevolmente questa modalità e questo marchio di rappresentanza, consegna una sentenza definitiva sulla inutilità e l’esaurimento di questa rendita di posizione.
Potere al Popolo è nato proprio per indicare una necessaria rottura con questa esperienza e una ipotesi alternativa di ricostruzione e ricomposizione di un movimento politico/sociale diverso. Ha scelto la strada della sperimentazione nella realtà sociale e non quella della coazione a ripetere, ha rimesso in campo il terreno della rottura come presupposto del cambiamento, del radicamento piuttosto che dell’elettoralismo come strumento dell’accumulazione delle forze.
In un contesto sociale disgregato, mutevole, incattivito occorre misurarsi con un approccio completamente diverso, con un modello di inchiesta, sperimentazione e verifica continuo sulle proprie ipotesi di lavoro. Occorre fare, come abbiamo scelto consapevolmente di fare, “tutto al contrario”. I fatti ci dicono che è stato un approccio quantomeno lungimirante.
Il 23 giugno ne discuteremo nella nostra Assemblea Nazionale.
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Sui risultati delle elezioni amministrative. PaP dove c’è elegge!
Già le precedenti amministrative 2018 ci confermavano che, dopo il risultato iniziale del 4 marzo 2018, sui territori eravamo in crescita. Negli undici comuni in cui ci eravamo presentati avevamo raddoppiato i voti delle politiche, ottenendo risultati incoraggianti. A questa tornata riusciamo persino ad andare oltre, partecipando in 14 comuni ed eleggendo dei consiglieri!
Una cosa importantissima per noi che ci proponiamo innanzitutto di costruire comunità, radicare sui territori un modo diverso di fare politica, praticare il controllo popolare, usare le istituzioni di prossimità per far partecipare i cittadini e migliorarne la qualità della vita anche nelle piccole cose. Perché, insieme alle Case del Popolo, al mutualismo e alle lotte per il lavoro e l’ambiente, questo è un altro tassello del potere popolare che dobbiamo subito sviluppare!
Aspettiamo ancora gli ultimi risultati, ma eleggiamo un consigliere comunale a San Giorgio Bigarello (Mantova), dove prendiamo il 7,43%; quattro consiglieri a Santa Sofia (Cesena), dove prendiamo l’8,17%, un consigliere a Castelnuovo Berardenga (Siena), dove prendiamo il 7,05%, una consigliera ad Appignano, dove prendiamo il 14,14%.
A Firenze sfioriamo il 2% (3384 preferenze) ed eleggiamo con il 12% un consigliere di quartiere; a Livorno, dove facciamo il 5% (4030 preferenze), forse una consigliera comunale (questo dipenderà dall’esito del ballottaggio).
Insomma, circa 8 consiglieri comunali e uno di municipalità, che si vanno ad aggiungere ad altri che, eletti in questi anni con liste civiche, aderiscono oggi a Potere al Popolo: un primo drappello di “amministratori popolari” che a breve aprirà su questo tema spazi di confronto a livello nazionale.
Inoltre in molti comuni abbiamo appoggiato liste civiche che hanno fatto bei risultati, in totale controtendenza con la sinistra alle europee, eleggendo altri consiglieri “amici”: come a Firenze, dove si è fatto il 7% e dove oltre alla candidata sindaca Antonella Bundu è stato eletto un consigliere di Firenze Città Aperta, a Livorno dove si è totalizzato il 15% e oltre al candidato sindaco Marco Bruciati è stato eletto un consigliere di Buongiorno Livorno, a Ciampino dove è entrato in consiglio il candidato sindaco Dario Rose (coalizione: 6,41%), a San Miniato dove la lista “Cambiamenti” ha eletto con il 17,26%.
Siamo cresciuti anche a Formigine (Sassuolo), dallo 0,93% delle politiche al 2,11, a Bagno a Ripoli (Firenze), dal 2,53% al 3,3%, a Figline e Incisa Val D’arno (Firenze), dall’1,62% al 2,26%, a Ciampino (Roma), dall’1,97% al 4,07%. Più difficile la situazione a Monterotondo (0,87), Tivoli (0,65) ed Aversa (1,1). Ma, al di là del risultato elettorale, la cosa più importante è che dove abbiamo presentato delle liste si sono aggregate persone, molti giovani, e tanti ci hanno conosciuto per la prima volta.
Certo, è un piccolo test, parliamo ancora di pochissimi comuni e di percentuali insufficienti per determinare il cambiamento che vogliamo. Ma non possiamo non essere contenti.
Innanzitutto perché siamo la forza politica più giovane d’Italia, sia per nascita sia per anagrafe, e quindi non abbiamo rapporti consolidati sui territori, molti ancora non ci conoscono etc. Soprattutto perché per assemblee e nodi locali ancora piccoli come i nostri è difficile, senza fondi e senza coperture mediatiche, affrontare due campagne elettorali nel giro di un anno.
In secondo luogo perché, dopo il voto del 4 marzo 2018 e dopo la mancata presentazione alle europee, in tanti ci davano per morti, e invece continuiamo ad aprire Case del Popolo, diamo continuità al simbolo, entriamo nelle istituzioni. Potere al Popolo non è mai stato un cartello elettorale e lo sta dimostrando.
In terzo luogo perché è difficile votare un partito piccolo, in tempi in cui la competizione politica si è ormai ridotta a tre soggetti ed è stata interiorizzata la logica del “voto utile”. Invece molte persone hanno deciso di votarci sia per i valori che per il lavoro materiale che portiamo avanti, perché sapevano che, eletti o non eletti, li avremmo rappresentati.
Infine, questi risultati sono un bel segnale rispetto a quest’ombra nera che ha investito l’Europa e che si riflette anche sui piccoli territori.
Anche per questo facciamo i complimenti e mandiamo un abbraccio a tutte e tutti quelli che si sono impegnati nel presentare le liste, e ringraziamo le 12.000 persone che hanno creduto in noi. Facciamo i migliori auguri a chi è stato eletto, perché sappiamo che nel fare controllo popolare, nel fare opposizione, avranno contro i poteri che governano i territori: a loro non dovrà mancare il nostro sostegno, saranno i rappresentanti di una comunità.
Invitiamo tutte e tutti a cogliere questo segnale positivo per aprire Case del Popolo, sedi locali, continuare con i banchetti in piazza e con l’inchiesta sociale. La strada intrapresa è quella giusta, finalmente in controtendenza con tante cose viste in quest’ultimo decennio. Ci vuole un po’ di tempo ma a poco a poco trasformeremo il sogno in realtà.
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