di Alessandro Fioroni per Il Dubbio
Human Rights Watch accusa Parigi di violare i diritti dei minori immigrati. Tra gli abusi riscontrati la falsificazione dell’età, la detenzione, senza cibo e coperte, l’assenza di tutori legali. La ong: «queste violazioni sono un’abitudine».
Respingimenti illegali, mancanza di alloggi adeguati, procedure illegali per il riconoscimento della minore età, scarsa possibilità di accedere a istruzione e strutture sanitarie.
L’ultimo rapporto dell’organizzazione umanitaria Human Right Watch si è concentrato sulla situazione dei migranti minori non accompagnati al confine tra Italia e Francia. Le violazioni dei diritti dei giovani immigrati, che spesso tentano il passaggio del confine su sentieri ghiacciati e senza equipaggiamento adeguato, sono numerose. Non a caso il rapporto prende in esame ciò che succede nelle regione delle Alte Alpi e si basa su diverse testimonianze (almeno una sessantina) di ragazzi tra i 15 e i 18 anni.
Sotto accusa le autorità francesi, colpevoli di compiere procedure contrarie al diritto internazionale sulla protezione dell’infanzia. Bènèdicte Jeannerod di HRW spiega come «durante il colloquio di valutazione i ragazzi vengono spesso accusati di mentire e ogni loro racconto viene strumentalizzato per non riconoscere arbitrariamente la loro minore età». Un’ «abitudine» già denunciata da ong come Oxfam.
In un altro rapporto infatti si raccontava della polizia che «ferma i bambini stranieri soli e li obbliga a salire su treni diretti in Italia dopo averne alterato i documenti per farli apparire più grandi o facendo sembrare che vogliano tornare». Oxfam parlava chiaramente della registrazione dei minori come maggiorenni, di detenzione senza cibo o coperte e senza un tutore legale. Fecero scalpore anche le testimonianze sui furti delle Sim telefoniche e il taglio delle scarpe per impedire la prosecuzione del viaggio verso la Francia. Ma le accuse riguardano anche il comportamento degli agenti nei confronti dei volontari che aiutano i migranti a passare il confine o che soccorrono chi è in difficoltà.
Nonostante il riconoscimento del “principio di fratellanza” da parte della Corte costituzionale francese dopo il caso di Cedric Herrou (il contadino della Val Roya più volte sanzionato penalmente per la sua opera di solidarietà), nulla sembra essere cambiato.
Il rapporto di Human Rights Watch attribuisce alla polizia francese atti «intimidatori» per «impedire le attività umanitarie». La ong ha spiegato cosa succede: «i loro veicoli vengono perquisiti, subiscono controlli di identità non giustificati oppure finiscono in tribunale». Le conseguenze per i “solidali” possono essere pesanti. Chi aiuta i migranti a entrare in Francia rischia fino a 5 anni di prigione e 30mila euro di multa.
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