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22/03/2020

Coronavirus - Quanto durerà? Previsioni dalla Germania

In queste settimane sono circolate previsioni di ogni tipo: alcune serie, altre meno serie, di epidemiologi come di altri tipi di esperti che hanno adattato i propri modelli di analisi all’epidemia, ci sono state ottime come pessime divulgazioni, spontanee o professionali. Certo anche gli epidemiologi hanno fatto errori gravi come quelle della direttrice del Sacco che a febbraio, quando già circolavano serie previsioni allarmanti, aveva affermato “è poco più di una influenza”.

Si trattava di una previsione che faceva comodo a tutti: eccola qui su youtube dove sostiene che  “la problematica è rappresentata da una casistica appena superiore all’influenza stagionale” . Previsione che è stata adottata da chi aveva bisogno di continuare la produzione, la vita di tutti i giorni, da chi voleva strologare di bolla mediatica come da chi cercava un valido referente polemico, contro la destra, che tuonava già sullo stato di emergenza. Speriamo si tratti di errori, scientifici quindi umani, e non di affermazioni che non hanno senso ma vanno sostenute comunque per questioni di posizionamento di cordata accademica e di potere. Questo per dire che anche il “dato” o la “previsione”, parole che nel linguaggio comune confondono cose spesso diverse, non vengono mai da una pura scienza separata dalla politica, dal potere o anche semplicemente dagli errori fatti con criterio. Questo vale, naturalmente, anche per le previsioni che presentiamo che sono diverse rispetto al modello Wuhan che circola nell’immaginario (emergenza, stato di eccezione, picco, zero contagi dopo tre mesi) oggi che si vuole scorgere un “picco” febbrilmente cercato sia da esperti di grande valore che dai soliti socialconfusi smartphone alla mano.

Le previsioni che qui presentiamo sono calibrate sulla Germania, il paese chiave dell’Ue, e non riguardano la ricerca di un picco che garantisce sicuro una veloce discesa ma differenti scenari. Perché? Semplicemente perché la Germania, come l’Italia, non è la Cina: c’è il rischio che il modello Wuhan valga solo per la Cina perchè un paese di un miliardo e mezzo di persone può isolare totalmente 60 milioni di abitanti, senza che ne risenta l’assetto sistemico, mentre paesi come l’Italia e la Germania hanno seria difficoltà a isolarsi totalmente vuoi per il tipo di complessità sociale che li attraversa, differente da quello della Cina, vuoi perché non hanno nessuno, a differenza di Wuhan, che li sostiene dall’esterno.

Premessa: la fonte delle previsioni.

La fonte è Der Spiegel il cui sito e il cui settimanale sono da tempo dedicati al giornalismo di inchiesta di qualità. Due casi su tutti: la verifica sistematica dei Wikileaks di Assange, e le rivelazioni del caso Snowden, che ha fatto emergere la più grave violazione della privacy di massa di sempre (30 milioni di persone coinvolte solo in Germania). Der Spiegel anche nelle settimane precedenti alla diffusione dell’epidemia di massa in Germania ha diffuso analisi realistiche, provenienti dall’istituto superiore di igiene tedesco, utili a capire anche quello che sta accadendo in Italia.

Visto che ormai, nella repubblica federale, l’epidemia è conclamata Der Spiegel ha interrogato sia i ricercatori del dipartimento di epidemiologia dell’università di Basilea sia un esperto di machine learning, ottimizzazione e visualizzazione dei dati Gabriel Goh. Ne sono venuti fuori differenti scenari con una avvertenza, che riguarda la Germania ma è bene, nel caso, analizzarli anche in Italia, che è di questo tipo: tanto più il virus viene soffocato dalle misure prese tanto più vanno mantenuti i provvedimenti restrittivi: anche la curva “piatta” delle nuove infezioni, fino a che non si arriva a zero, è un rischio.

Gli scenari messi a confronto

Der Spiegel mette a confronto tre scenari che riguardano l’andamento dell’epidemia nella previsione del numero complessivo dei contagiati e dei malati in Germania:
1) scenario senza alcuna misura presa genere “immunità di gregge alla Boris Johnson” per capirsi (colore arancione);
2) scenario con misure di contenimento di tipo moderato (colore grigio chiaro);
3) scenario con misure di contenimento restrittive (grigio scuro).

Come si nota si tratta di curve estramamente diverse tra loro:


Andiamo a vedere la differenze che si presentano tra i modelli di previsione

Scenario uno. Se il Boris Johnson della prima ora governasse in Germania


Der Spiegel lo dice subito: si tratterebbe di uno scenario insostenibile per la Germania. Per capirsi: picco a 22,5 milioni di contagiati a metà maggio con circa 100.000 nuovi casi al giorno fino a inizio luglio, mezzo milione di persone bisognose di terapia intensiva, con 30.000 posti letto attualmente disponibili in Germania (in Italia prima della crisi, 5000). I morti? 700.000 mila in pochi mesi. Insomma, una “immunità” di gregge francamente da evitare.

Scenario due. Misure “moderate” di contenimento del virus

L’articolo non specifica quali siano le misure moderate ma solo il modello di previsione su questo genere di misure. Probabilmente, visto il dibattito tedesco dei giorni scorsi, si può pensare a una chiusura delle scuole e degli uffici pubblici tenendo aperta una parte significativa della produzione o del sistema dei trasporti, ma atteniamoci al modello che va letto così: se l’epidemia prende questa piega allora vuol dire che le misure di contenimento sono moderate. Ecco qua:


Anche questo non è ritenuto uno scenario sostenibile per la Germania. Picco di quasi 8 milioni di contagiati nello stesso periodo dei 22,5 milioni dello scenario precedente, meno di 100mila contagiati mensili a settembre ma collasso del sistema sanitario (200 mila persone necessitanti di terapia intensiva, molte volte più della tenuta del loro sistema sanitario). Poi il numero dei morti non è uno scherzo: mezzo milione.

Scenario tre. Misure severe di contenimento del virus

Anche qui vale il discorso del precedente scenario: il modello di previsione è proposto per capire se le misure di contenimento del virus sono sufficientemente severe.


Si noti come, ad un certo punto si produca una crescita “piatta” del numero dei contagiati. Il picco verrebbe raggiunto a gennaio 2021 con circa 450.000 persone e un numero di pazienti bisognosi di terapia intensiva ritenuto sostenibile per il sistema sanitario tedesco. Ma il numero dei morti a marzo 2021 sarebbe di 100.000. Un numero difficile da digerire nella impossibilità materiale, almeno per questo modello di analisi, di prevedere un modello di contenimento cinese per la Germania. Per questo il servizio di Der Spiegel punta tutto sull’accelerazione nella costruzione di un vaccino che, sostiene, può essere pronto in un anno.

Cosa vuol dire questo per l’Italia?

Di fronte a scenari di questo tipo la polemica sui runner fa ridere e piangere allo stesso momento. Queste curve si adattano al nostro caso italiano? Siamo più vicini a Wuhan o ai modelli di previsione dalla Germania? Il fatto che l’Italia ha adottato per prima misure su tutto il territorio nazionale garantisce una minora diffusione del virus?

Senza forzare i tempi, e cercare di azzeccare risposte, e senza entrare nel metodo di costruzione di questi modelli previsionali: come ha detto un virologo l’influenza la conosciamo da un secolo, il covid-19 da poche settimane, le sorprese in un senso o in un altro possono essere dietro l’angolo. I modelli di previsione non sono la legge preparata in laboratorio ma uno strumento utile per leggere la realtà: per sopravvivere dobbiamo essere preparati a più scenari, non solo a quello più ottimistico per vivere di speranza, consolazione e attesa del picco per prenotare le vacanze. Questo è uno strumento per capire, viene da una testata molto affidabile ed è pensato per avere un impatto su un grande paese complesso.

E ricordiamoci, la Germania è il paese chiave dell’Ue: comunque vada.

Fonte

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