Alla fine abbiamo scoperto che in Italia c’è una sola fabbrica che produce i ventilatori per le terapie intensive, una sola.
È la Siare Engineering con sede in Valsamoggia, in provincia di Bologna. Ha 35 dipendenti e un fatturato di 11 milioni di euro, di cui il 90% sui mercati internazionali ed è stata incaricata dalla Protezione civile di mettere in produzione, da subito, 500 ventilatori polmonari al mese.
Si tratta di macchinari con tecnologia avanzata, da destinare ai reparti di terapia intensiva dei tanti ospedali messi a dura prova dall’emergenza Covid-19. La normale produzione, anche per l’export e di 125 macchine al mese, circa 40 a settimana. Ma adesso ne servono ben 500 in un mese e almeno 2000 in tre mesi. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha messo a disposizione dell’azienda 25 tecnici militari.
A livello internazionale la domanda di ventilatori è di 35.000 macchinari. Nel mondo a produrli sono quattro aziende, due tedesche, una svizzera e la Siare Engineering italiana.
Capite cosa significa aver sistematicamente distrutto il sistema industriale in questi anni? Aver impostato tutto sull’export e poco o niente sul mercato interno secondo il modello mercantilista tedesco? Aver accettato senza battere ciglio delocalizzazioni o chiusure delle fabbriche o averle svendute a società straniere?
Dal 1992 in poi hanno scientemente e sistematicamente distrutto l’Iri, la Gepi, l’industria di Stato, li hanno liquidati definendoli carrozzoni e hanno privatizzato tutto. Poi però hanno fatto e lasciato il deserto industriale. Quando sarà finita questa emergenza niente potrà o dovrà tornare come prima, non dovremo permetterlo.
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