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08/04/2025

Argentina - Le lotte si uniscono e la società civile scende in piazza contro Milei

Milei ha siglato un nuovo accordo con il Fondo Monetario Internazionale, un altro prestito. Era l’unico a volerlo, all’interno del al governo, e alla fine è riuscito nel suo intento. È l’accordo numero 23 tra Argentina e Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il debito pubblico del paese è stato, tra i grandi, forse il più problematico elemento delle scelte dei governi passati. Almeno da quando, dopo la fine della dittatura civico-militare-ecclesiale, si è imposto il neoliberalismo nel paese. La situazione economica in Argentina è drammatica, tra le proteste di chi, pensionato, si trova in situazione di grave indigenza, e chi perde il lavoro per i tagli del governo. Ma Milei festeggia, assieme ai suoi sostenitori nazionali ed internazionali, il calo dell’inflazione mensile.

Il radicale calo dell’inflazione ha fatto sì che il governo argentino potesse “festeggiare” una diminuzione della “povertà” nel secondo semestre del 2024. Un dato pubblicizzato acriticamente dai media di mezzo mondo, ma non da tutti. È stata la CNN a dare spazio a una lettura tutt’altro che rosea della situazione economica, con l’ex presidente della Banca Centrale Argentina, Alejandro Vanoli, a sottolineare un dato, riconosciuto da molti analisti come reale, ovvero che la riduzione dell’inflazione è la chiave per spiegare il calo della povertà grazie alla diminuzione del costo del Paniere Alimentare di Base. Per Vanoli, questo dato, “inverte quello della prima metà dell’anno”. L’economista però aggiunge che è qualcosa che rischia di perdersi nei prossimi mesi poiché “l’inflazione è già aumentata a febbraio 2025 e i dati di marzo parrebbero in crescita. Probabilmente si vedrà una nuova crescita dei prezzi all’arrivo dei dati del primo semestre del 2025, soprattutto se il governo non adotterà misure di compensazione sul lato dei redditi”.

A mostrare “l’altra faccia” dei “risultati di Milei” c’è anche l’Osservatorio del debito sociale (ODSA) dell’Università Cattolica Argentina, secondo cui “i livelli di povertà e indigenza sono simili a quelli di un anno fa, la povertà multidimensionale, l’insicurezza alimentare, l’impossibilità di accedere a farmaci o servizi sanitari, i debiti non pagati o l’impossibilità di riparare l’alloggio hanno continuato ad aumentare”. Nelle scorse ore il Foro de Economía y Trabajo ha pubblicato un rapporto che mette in discussione la strategia economica del governo di Javier Milei. Secondo il documento, le misure attuate dal ministro dell’Economia, Luis Caputo, aggravano la crisi, avvantaggiando un piccolo gruppo di speculatori finanziari e aggravando la recessione e il deterioramento del potere d’acquisto della popolazione.

“Il problema strutturale dell’economia argentina non è la mancanza di valuta estera ma la fuga di capitali, l’evasione fiscale e la speculazione finanziaria”, sottolinea il rapporto. Il Foro evidenzia come l’Argentina sia uno dei pochi Paesi dell’America Latina con un surplus commerciale, il che indica che lo squilibrio economico deriva dalla gestione del debito e da politiche che privilegiano i pagamenti ai creditori esterni rispetto allo sviluppo economico interno. Insomma, Milei con l’accordo con il FMI replicherebbe i drammi delle precedenti amministrazioni ma sembrerebbe che la sua tattica giochi sull’utilizzo dei dollari che arriveranno per “drogare” l’economia del suo paese. Strappando, in questo modo, nuovi e incoraggianti dati che lui vorrebbe utilizzare per rafforzare la sua immagine. Milei è in grande difficoltà. La truffa della cripto moneta, le manganellate a pensionati e pensionate, l’attacco ai movimenti femministi e lgbtqi+ e la costante perdita di ricchezza della popolazione, stanno minando il suo consenso che attorno al suo primo anno di governo era ancora altissimo. Un dato ineludibile è che le manifestazioni politiche contro di lui sono sempre più numerose, più partecipate e sempre più diffuse in tutto il paese. Se il 1 febbraio si è vista la co-azione di movimenti femministi, antifascisti, e lgbtqi+ per rispondere alle accuse e alle violente parole del presidente durante il Foro di Davos, l’8 marzo il maremoto femminista ha occupato il centro di Buenos Aires e di tutte le grandi città del paese.

Il 24 marzo, giorno del ricordo dell’inizio della dittatura civico-militare-ecclesialistica, dopo 19 anni è tornata ad esserci un’unica manifestazione. Nel mezzo si è vista la convergenza di gruppi ultras e tifosi della squadre di calcio nelle piazze dove pensionate e pensionati chiedono i loro diritti. Tifose e tifosi che davanti all’ennesima violenza poliziesca contro chi era in piazza, hanno frapposto i loro corpi e si sono scontrati con la polizia. Dopo quasi un anno di stanchezza e difficoltà, l’opposizione sociale a Milei cresce, senza trovare una degna e importante rappresentanza politica. Il peronismo, responsabile della drammatica situazione economica del paese, non è la soluzione e continua ad avere, nella criticatissima Cristina Kirchner il volto più autorevole. Forse per questo Milei vincerebbe ancora. Però nel solo mese di marzo il consenso verso il governo Milei è caduto del 6% e la scelta del presidente di chiedere soldi al FMI, ovvero chi per il popolo argentino è il grande colpevole della crisi economica, pare non sia stata digerita. In questo scenario, il prossimo 10 di aprile la CGT, la più grande confederazione sindacale argentina, ha convocato uno sciopero generale contro il governo. Le difficoltà di Milei non sono solo fuori dai palazzi del potere, ma anche dentro, tanto che nelle prossime ore si dà quasi per certa la creazione di una commissione d’inchiesta parlamentare sulla cripto-truffa-valuta $LIBRA, lanciata su X dal presidente. La mobilitazione della CGT, appoggiata da movimenti sociali, organizzazioni dei diritti umani, partiti di opposizione, inizierà mercoledì 9 aprile, a mezzogiorno. La scelta è stata quella di unire la protesta di pensionate e pensionati, allungare così lo sciopero a 36 ore, e mostrare una grande unità sociale contro le politiche del governo. In tutto questo Milei incassa anche i dazi imposti da Trump alla traballante economia Argentina. Il capitalismo non ha amici e lo scontro tra gruppi di potere pare superare anche i disperati tentativi dell’uomo della motosega di amicarsi Trump.

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