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13/04/2025

Truppe statunitensi a Panama, Trump alza la tensione nel ‘cortile di casa’

La questione sul Canale di Panama si è fatta velocemente più calda. Dopo che la vendita dei due porti alle estremità del canale controllati dalla CK Hutchinson a una cordata guidata da BlackRock è stata fermata dall’Antitrust cinese, gli Stati Uniti annunciano l’accordo per l’accesso di truppe stelle-e-strisce (e di compagnie militari private) ad alcune basi del paese.

Il segretario alla Difesa di Washington, Pete Hegseth, si è recato nel paese centroamericano dove ha incontrato il ministro della Difesa panamense, Frank Abrego. Alla presenza anche del presidente Mulino, è stato firmato un accordo di cooperazione militare e per la lotta di minacce non ben definite.

Il testo dell’accordo è stato visionato dall’agenzia di stampa francese AFP, che ha poi rilanciato i contenuti fondamentali aventi per obiettivo lo svolgere “addestramento, attività umanitarie ed esercitazioni”. Quelle attività umanitarie sono una formula che sappiamo può essere usata per coprire le più svariate malefatte.

È previsto, dunque, l’aumento della presenza militare USA con la rotazione e l’insediamento a lungo termine di unità a Fort Sherman (dove viene portato avanti l’addestramento per il combattimento nella giungla), nella stazione navale Rodman e nella base aerea di Howard. Siti consegnati dagli USA al governo panamense insieme al canale, nel 1999.

Sembra che una precedente bozza dell’accordo prevedesse anche la costruzione di nuove basi, ma l’opzione è stata poi scartata per la netta opposizione dell’opinione pubblica nel paese. Il presidente Mulino ha confermato che di fronte alla richiesta di “cedere territori” ha risposto chiedendo se Washington volesse “che il disordine […] dia fuoco al paese?”

In una dichiarazione congiunta con le autorità panamensi, fatta mercoledì scorso da Hegseth, era stata cancellata dalla versione inglese la formula della “sovranità inalienabile di Panama sul Canale”, non senza proteste. Del resto, la retorica trumpiana parla espressamente di riprendersi quel che gli USA hanno perso e di occupare territori.

“Abbiamo dislocato molte truppe a Panama e occupato alcune aree che prima non avevamo”, ha detto il tycoon, confermando che alcune truppe sono già state inviate verso il Canale. Hegseth ha detto senza mezzi termini: “stiamo procedendo alla riconquista del Canale. La Cina ha avuto troppa influenza”.

Nostalgia dei tempi dell’invasione di Bush padre. Ad ogni modo, le esercitazioni militari congiunte tra USA e Panama non sono una novità, mentre lo è un altro accordo parallelo, stretto sempre da Hegseth col ministro del Canale, José Ramón Icazama. Infatti, sono stati determinati dei meccanismi di compensazione per i pedaggi delle navi militari e ausiliarie in cambio di servizi di sicurezza.

Navi da guerra e ausiliarie statunitensi avranno accesso illimitato e prioritario al Canale, ma secondo uno schema di compensazione e non di transito gratuito: i pedaggi non verranno addebitati, ma il pagamento verrà fatto attraverso la gestione della sicurezza nelle aree strategiche del corridoio commerciale.

Formule diplomatiche, che però nascondono la realtà per cui, sostanzialmente, gli Stati Uniti hanno ottenuto di avere soldati a Panama e il diritto di controllare militarmente i traffici sul Canale. Sicuramente una forte accelerazione, sull’onda della guerra commerciale, delle tensioni direttamente militari riguardanti quello che gli USA considerano il proprio ‘cortile di casa’.

Sperando non sia occasione di incidenti...

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