La mafia
sarebbe il “più grande agente economico del Paese, in grado di muovere
un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile
superiore ai cento miliardi”. I dati sconcertanti emergono dal nuovo
rapporto di Sos impresa, dal titolo “Le mani della criminalità sulle
imprese”. La criminalità organizzata ha a sua disposizione bar,
ristoranti, alberghi, negozi: le sue attività commerciali costituiscono
circa il sette percento del Pil nazionale.
Le
imprese commerciali nel nostro Paese “subiscono 1300 reati al giorno,
praticamente 50 ogni ora, quasi un reato al minuto”, ha detto Marco
Venturi, presidente di Confesercenti, nel presentare l’indagine. Secondo
i dati raccolti, un quinto degli imprenditori
è stato vittima di un qualche reato per mano della criminalità. “Mafia
spa è la prima banca d’Italia, con 65 miliardi di euro di liquidità”,
sottolinea il rapporto.
La Coldiretti ha inoltre messo in evidenza come proprio l’aumento dei
prezzi dei prodotti agroalimentari sia una delle conseguenze della
presenza della criminalità organizzata nel settore. Il 5,6 percento del
business criminale si concentra infatti in questo settore, con un volume
di affari che ammonterebbe, secondo la Coldiretti, a 12,5 miliardi di
euro. Per via delle infiltrazioni criminali, il prezzo di frutta e
verdura arriva addirittura a triplicarsi dal campo alla tavola del
consumatore. In particolare, i costi lievitano per i trasporti, su cui
intervengono le mafie. Una serie di strozzature si inserisce durante la
filiera che porta la nostra frutta e verdura dall’impresa agricola al
consumatore, gonfiandone i prezzi a dismisura. Ciò sfavorisce
l’agricoltore, sottopagato, e l’acquirente e determina un crollo degli
acquisti che incide negativamente sul l’economia italiana, leader
europea per qualità e quantità della produzione di ortofrutta.
Fonte.
In tempi di crisi e austerità ste cose bisogna ricordarle.
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